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Quanto inquina una email? Il dato sull’impatto ambientale

Quanto inquina una email: notifiche di mail su un cellulare
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Avendo poco tempo, abbiamo preferito inviare una email invece di fare una telefonata, così da evitare di doverci ritagliare qualche minuto durante un’impegnativa giornata di lavoro colma di altri impegni. Dopotutto, è sempre meglio mettere per iscritto quel che ci si deve comunicare, di modo che resti e ci eviti spiacevoli incomprensioni o problemi in futuro. È tutto lecito, e all’ordine del giorno per molti di noi. Abbiamo però mai pensato, quando prendiamo decisioni come questa, a quanto inquini effettivamente una email? In realtà, impatta molto più di quanto si creda, e faremmo bene a tenere in considerazione anche questo aspetto.

I numeri ci dicono quanto inquina una email

Tutti i messaggi di posta elettronica inviati inquinano. Diversamente da quanto potremmo pensare, la loro impronta è considerevole. Stando a quanto dice Ademe, un’agenzia francese per l’ambiente e la gestione dell’energia, ogni mail da 1 megabyte, dunque di dimensione standard, emette circa 19 grammi di CO2. Di per sé, non sembra un dato particolarmente rilevante. Mettiamolo però a sistema. Pensiamo a un’azienda media, che conti 50 dipendenti. Se ognuno di loro inviasse 5 mail al giorno, com’è verosimile, per 5 giorni alla settimana, in una singola giornata lavorativa ciascuno produrrebbe 95 grammi di CO2. Moltiplicati per 50, arriviamo a ben 4750 grammi di anidride carbonica per ogni giornata di apertura

Moltiplicando tale valore per 5, come i giorni lavorativi in cui l’ipotetica azienda resta aperta, arriviamo a 23750 grammi di CO2. Di fatto, la realtà su cui teniamo il focus produce quasi 24 kg di emissioni ogni settimana. Possiamo semplificare ulteriormente. Consideriamo un’automobile che produce circa 150 grammi di CO2 ogni chilometro, come numerose familiari. Le 5 mail inviate giornalmente dai dipendenti della nostra azienda equivalgono pressapoco a un viaggio in auto da Milano a Reggio Emilia, due città che distano 154 km.

Non sottovalutiamo le emissioni della nostra casella di posta elettronica

Percepiamo facilmente quanto inquini un’automobile e, volendo, possiamo scegliere forme di mobilità sostenibile, ad esempio treno o il carpooling. Non vale lo stesso per l’inquinamento causato da una email. Siamo abituati a inviare posta elettronica, anche quando potremmo semplicemente recarci nell’ufficio del collega seduto a pochi metri da noi. Similmente, per scambiarci file e informazioni potremmo usare il cloud. L’email è il secondo canale più usato per condividere i contenuti con i colleghi relativamente all’azienda o al settore. Il Demand Gen Report riporta che il 70% dei professionisti sfrutta principalmente questo canale. 

Il Content Marketing Institute, invece, rileva come l’87% dei marketer B2B usa la posta elettronica come canale di distribuzione e diffusione privilegiata dei propri contenuti. Nella nostra indifferenza, ogni volta che premiamo invia, impattiamo sull’ecosistema che ci ospita.

Quanto inquina una email: un uomo scrive un messaggio di posta elettronica
Quanto inquina una email? Più di quanto si pensi

A cosa si deve l’inquinamento di una email?

Giunti a questo punto, sorgerà probabilmente spontanea una domanda. Come fa una email, dunque un pacchetto di bit digitali, a inquinare in maniera tanto rilevante? L’inquinamento che produce si deve al fatto che, nell’inviare un messaggio di posta elettronica, facciamo uso di energia (quella del computer, del cellulare o del dispositivo utilizzato) e ci serviamo di server, preposti a occuparsi fisicamente dello spostamento del messaggio dal punto A al punto B. 

Come abbiamo precisato in altri approfondimenti, i server consumano una notevole quantità di energia elettrica. Non soltanto per essere alimentati, bensì anche a causa del sistema di raffreddamento che li mantiene attivi e funzionali. C’è una bella differenza nell’invio di una mail da 1 megabyte piuttosto che in quello di una da 10. La quantità di energia richiesta è molto diversa. Alla domanda quanto inquina una mail, possiamo rispondere che la digital footprint di ogni messaggio di posta elettronica è effettivamente rilevante per l’ambiente.

È possibile ridurre l’impatto ambientale di una mail?

La risposta alla domanda che apre il paragrafo è sì. Al fine di ridurre l’inquinamento digitale possiamo innanzitutto scegliere dei server che utilizzano energia rinnovabile. Questa non sarebbe affatto una cattiva idea. Oltre a essa, poi, esistono delle buone azioni che possiamo mettere in pratica allo scopo di abbassare l’impatto dovuto alle email. Tali pratiche sono di una semplicità assoluta, e alla portata di chiunque. Vediamole:

  • chiediamoci se l’invio di una email sia davvero necessario o se sia possibile diffondere quel messaggio in maniera diversa e meno impattante;
  • comprimiamo ogni allegato che dobbiamo condividere e sfruttiamo quanto più possibile il cloud, tecnologia che non richiede la messa in circolo di file, consentendone il download sui dispositivi che devono veramente cosultarlo;
  • disiscriviamoci da tutte le newsletter che non ci interessano e cancelliamo le email inutili di cui non riusciamo a impedire l’invio. Svuotare cestino e liberare spazio alleggerirà il lavoro dei server che ospitano la nostra casella postale;
  • evitiamo di mettere tutti in copia. Inviare mail inquina, come abbiamo sottolineato, per cui facciamo a meno di intasare la casella postale di chi non sia interessato a quel che scriviamo e, magari, non aprirà neppure l’email.

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Mattia Mezzetti

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