Pixel di Adform

Chiudi
Cerca nel sito:

Reskilling green: 7 competenze chiave per non farsi travolgere dalla transizione ecologica

Reskilling green: due operai leggono un disegno
Condividi l'articolo

Il mondo del lavoro sarà pienamente coinvolto nella transizione ecologica, non appena ne raggiungeremo l’occhio del ciclone. Il reskilling green sarà la chiave per esportare nel prossimo futuro numerose delle professioni odierne.

La transizione ecologica è sempre più una realtà, pronta a ridefinire il mercato del lavoro globale. Contrariamente ai timori, questa rivoluzione non eliminerà il lavoro su larga scala. Piuttosto, lo trasformerà radicalmente. La chiave per rimanere competitivi, come professionisti e come aziende, è il reskilling green, ovvero una riqualificazione professionale in chiave sostenibile. Sebbene la transizione sia costantemente complicata, dalle norme politiche così come dalle scelte imprenditoriali, le cosiddette competenze verdi (green skills) non sono una prerogativa di nuove e ristrette nicchie lavorative. Rappresentano semmai un aggiornamento necessario, in numerosi mestieri tradizionali.

Il muratore deve imparare a installare un cappotto termico. L’idraulico a montare una pompa di calore. Il meccanico a riparare un motore elettrico. Il reskilling green è il ponte che permette a questi professionisti di traghettare le loro abilità, già consolidate, verso un futuro a basse emissioni. Le abilità più richieste dal mercato, come evidenziato anche dal sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, includono la gestione efficiente dell’energia, l’eco-design, l’installazione di tecnologie rinnovabili e la capacità di comunicare la sostenibilità. Settori strategici per l’economia italiana, come edilizia, automotive e manifattura, sono al centro di questa rivoluzione delle competenze.

La rivoluzione non è cosa fare, ma come farlo

La necessità di integrare la sostenibilità in ogni processo produttivo e professionale ha messo in luce due percorsi formativi distinti ma interconnessi: l’upskilling e il reskilling. Ambedue vanno tenuti in considerazione, in un periodo come questo, nel quale ci prepariamo a una riconversione pressoché totale in chiave sostenibile.

Upskilling contro reskilling, qual è la differenza?

Quando parliamo di upskilling intendiamo quella che in italiano chiameremmo specializzazione. Il termine anglosassone sottolinea il tipico aggiornamento professionale. Un architetto che impara a utilizzare un software per simulazioni di bioedilizia, o a calcolare l’impronta carbonica di un edificio, sta facendo upskilling. Resta architetto tale e quale a prima, ma sviluppa nuove competenze e abilità.

Fare reskilling green, invece, significa acquisire competenze completamente nuove, al fine di prepararsi a intraprendere un ruolo diverso, o profondamente trasformato. È il caso di un tecnico specializzato in motori a combustione interna, come quelli diesel o benzina, il quale, attraverso la formazione, diventa esperto nella manutenzione e riparazione di veicoli elettrici ad alta tensione. Questo processo è più radicale e si rende necessario per le figure maggiormente esposte al rischio di obsolescenza tecnologica

I settori che risentiranno maggiormente della marea verde

La transizione non sarà un fronte omogeneo. Essa colpirà in modo più significativo alcuni settori chiave, dove il cambiamento nel come si lavora si rivelerà probabilmente irreversibile:

  • nell’edilizia, il passaggio dall’intonaco tradizionale al cappotto termico; dai mattoni ai materiali riciclati e a basso impatto (come legno ingegnerizzato), stimoleranno la nascita della figura del costruttore specializzato in riqualificazione energetica;
  • per quanto riguarda l’automotive, ci si sposterà dal motore a scoppio, con le sue centinaia di componenti, a quello elettrico e all’alimentazione a litio. Il lavoro sarà probabilmente più semplice, ma richiederà conoscenze completamente diverse, specie relativamente all’elettronica di potenza e alla termoregolazione;
  • nella manifattura si abbandonerà la logica lineare per abbracciare quella circolare. Le aziende hanno bisogno di professionisti capaci di gestire la reverse logistics, ovvero la logistica inversa per il recupero dei materiali, oltre che di implementare strategie di simbiosi industriale;
  • in merito all’agricoltura, si renderanno necessarie competenze digitali e agronomiche avanzate. Dalle tecniche basate sul trattamento chimico passeremo all’agricoltura di precisione 4.0, la quale utilizza sensori, droni e big data per ottimizzare l’uso di acqua, fertilizzanti e pesticidi.

Le 7 competenze verdi più richieste dal mercato del lavoro a partire dal 2025

Incrociando l’affidabile LinkedIn Global Green Skills Report e i dati occupazionali italiani forniti annualmente da Unioncamere e ANPAL, è possibile identificare alcune abilità trasversali e specifiche che garantiranno l’occupabilità, nel prossimo futuro. Di seguito, abbiamo raccolto le 7 che si ritengono prioritarie, in un panorama come quello che caratterizza il momento storico nel quale viviamo.

È necessario accettare le seguenti tipologie di cookie per guardare questo video: statistiche, marketing

1. Gestione dell’energia e audit energetici

Tutti i lavoratori edili o occupati in processi industriali energivori, potrebbero improntare il loro reskilling green secondo queste nuove competenze. Installare non è più sufficiente. Occorre saper leggere e interpretare i flussi energetici. Professionisti che possono contare su questa skill saranno capaci di portare a termine diagnosi energetiche accurate (o energy audit); individuare tutti gli sprechi di un edificio, una linea produttiva o anche un’intera città; proporre soluzioni di ottimizzazione dei consumi. Questa competenza garantisce risparmio economico immediato alle aziende. Ciò, naturalmente, la rende estremamente preziosa.

2. Progettazione circolare e reskilling green all’insegna dell’eco-design

La sostenibilità si imposta fin dal tavolo da disegno. Il progettista circolare non pensa soltanto alla funzione e all’estetica del prodotto. Prende in considerazione la sua intera vita. Questa competenza richiede di progettare pensando, fin dall’inizio, alla riparabilità, alla possibilità di disassemblaggio (con lo scopo di facilitare il recupero dei materiali) e al riciclo a fine vita del prodotto. Si tratta di un reskilling cruciale per progettisti, designer, ingegneri meccanici e architetti.

3. Gestione della mobilità sostenibile

Con l’obiettivo di ridurre il traffico e l’inquinamento, è emersa, già da qualche anno, la figura del mobility manager. Costui è impiegato generalmente dalle aziende, mentre comuni ed enti pubblici lo chiamano esperto di pianificazione urbana sostenibile. Si occupa di analizzare gli spostamenti casa-lavoro; proporre l’uso di mezzi collettivi o alternativi; sviluppare piani di car-sharing o bike-sharing aziendali e implementare strategie di logistica urbana a basse emissioni. La competenza di gestione della mobilità sarà probabilmente indispensabile per limitare l’impatto del parco circolante, nel prossimo futuro.

4. Installazione e manutenzione di tecnologie green

Queste due skills formeranno la nuova manodopera specializzata. Sebbene venga spesso considerato un semplice upskilling di mestieri artigianali, lo sviluppo di competenze come queste si configura come vero e proprio reskilling green. Parliamo infatti di tecnologie che possono rivelarsi davvero molto complesse. Poter contare su tecnici specializzati nell’installazione e manutenzione di pannelli fotovoltaici; solari; termici; pompe di calore; sistemi di ventilazione meccanica controllata; colonnine di ricarica per veicoli elettrici e sistemi di domotica orientata al risparmio energetico è un’esigenza pratica di primo piano, oggigiorno.

5. Digitalizzazione per la sostenibilità

La tecnologia digitale è la migliore alleata della transizione ecologica. Questa competenza, trasversale, è in grado di formare personale abile a servirsi di sensori di ultima generazione, basati sull’internet delle cose (IoT), i big data e l’intelligenza artificiale. Sarà così possibile monitorare parametri ambientali in tempo reale e procedere a ridurre l’impronta idrica o quella energetica dell’azienda presso la quale si è impiegati. Saper utilizzare i dati per misurare e ottimizzare è un reskilling green di cui data scientists e ingegneri gestionali hanno già bisogno, poiché non si può più ignorare l’impatto ambientale di alcun processo.

6. Reporting e comunicazione della sostenibilità

In virtù delle nuove direttive europee, il bilancio di sostenibilità, anche noto come report ESG, diventerà obbligatorio per un numero crescente di aziende. La competenza non riguarderà solo la redazione del documento, bensì anche la comunicazione trasparente dei risultati. Questa figura è imprescindibile per evitare l’annoso problema del greenwashing e costruire una credibilità ambientale dell’azienda. Una simile skill si addice naturalmente a laureati in economia, marketing e comunicazione.

7. Conoscenza delle normative e delle certificazioni ambientali

Le realtà produttive avranno sempre maggior bisogno di professionisti che sappiano navigare nel complesso sistema normativo, conoscendo le differenti leggi e certificazioni ambientali. Questa competenza si traduce nel sapersi orientare tra certificazioni di sistema, per esempio la ISO 14001 per la gestione ambientale; di prodotto, come Ecolabel; e, naturalmente, di performance, quali la LEED per l’edilizia o lo status di B Corp per le aziende etiche. Interpretare correttamente le nuove norme permette di guidare strategicamente l’azienda, evitando sanzioni e sbloccando opportunità di finanziamento.

Il reskilling green nella pratica: dal lavoro tradizionale a quello sostenibile

PROFESSIONE ATTUALENUOVE COMPETENZE GREENESEMPIO DI FORMAZIONE CONSIGLIATASTIMA DELL’INCREMENTO SALARIALE
IDRAULICO/ TERMOTECNICOInstallazione e manutenzione di pompe di calore e impianti solari termici
Corso di certificazione F-GAS, obbligatorio per chi lavori con gas refrigeranti
+15-25%
RESPONSABILE ACQUISTIGreen public procurement (GPP) per gli acquisti e conoscenza dei criteri ambientali minimi (CAM)Corso di specializzazione sugli acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione e specializzazione GPP+ 10-20%
MECCANICO AUTODiagnosi e manutenzione di Veicoli elettrici e ibridiCorso per persona esperta (PES/PAV), richiesto a chiunque debba operare su sistemi ad alta tensione+ 20-30%
PROGETTISTA MECCANICOEco-design e analisi del ciclo di vita (LCA) con software specificiMaster in design for circular economy o corsi su software come SimaPro+ 15-25%

Tutti i valori riportati in tabella sono stime relative al costo del lavoro e alla media degli stipendi (europei, non italiani) aggiornati a oggi. Sono una fotografia del momento attuale destinata a modificarsi.

Fondo Nuove Competenze: un supporto alle imprese

Al fine di facilitare la riqualificazione, specie dal punto di vista economico-finanziario, esiste un supporto concreto: il Fondo Nuove Competenze (FNC). Lo gestisce l’agenzia ANPAL, la quale offre alle aziende un contributo economico per la formazione e l’aggiornamento professionale dei propri dipendenti.

Questo strumento è vitale. Permette infatti il rimborso del costo orario del lavoro dedicato alla formazione. In pratica, l’azienda può dedicare ore lavorative dei dipendenti al reskilling green, senza sobbarcarsi interamente il costo salariale. Ciò agevola, in particolare, le piccole e medie imprese a investire in quelle competenze essenziali, digitali ed ecologiche, necessarie a rimanere competitive e affrontare la transizione senza esserne travolte.

TI È PIACIUTO QUESTO ARTICOLO?
Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere aggiornamenti sulle novità e sulle storie di rigenerazione territoriale:

Condividi l'articolo
Mattia Mezzetti

Ultime Notizie

Cerca nel sito