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Riciclo chimico del PET da tessuti, arriva il primo impianto italiano

rifiuti tessili
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Ultimata nel Parco Tecnologico d’Abruzzo la realizzazione del primo impianto italiano di riciclo chimico di Pet e poliestere da tessuti, di NextChem. Da quest’anno in Italia raccolta differenziata dei rifiuti tessili obbligatoria.

A Chieti, nel Parco Tecnologico d’Abruzzo, NextChem (gruppo Maire Tecnimont) ha ultimato la realizzazione del primo impianto dimostrativo in Italia di riciclo chimico di PET e poliestere da tessuti. L’impianto, da un milione di chilogrammi l’anno, impiega la tecnologia di depolimerizzazione (processo di rottura delle catene molecolari lunghe e complesse dei polimeri) DEMETO, di cui NextChem è co-licensor. Il tema del riciclo chimico delle plastiche, anche quelle dei filati, è sempre più al centro delle riflessioni per la gestione del fine vita di questi materiali, che oggi solo in minima parte vengono riciclati.

I rifiuti tessili e il quadro legislativo

La Direttiva 2018/851/UE, che ha aggiornato la direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE), fissando per il primo gennaio 2025 l’entrata in vigore dell’obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti tessili. Il nostro Paese ha anticipato la scadenza a quest’anno. Nel 2020, secondo Ispra, sono state 143 mila le tonnellate di rifiuti tessili raccolte in maniera differenziata in Italia: 2,4 chilogrammi pro-capite all’anno. Inoltre, il 5,7% dei rifiuti urbani indifferenziati è composto da rifiuti tessili. REF Ricerche spiega che “il fast fashion ha fatto sì che dal 1996 a oggi il prezzo degli indumenti nell’Unione Europea sia calato del 30% al netto dell’inflazione, inducendo le persone ad acquistare molti più abiti, circa il 40% in più rispetto a 25 anni fa. Naturalmente, il combinato disposto tra aumenti della produzione e riduzione del ciclo di vita degli indumenti ha generato un aumento esponenziale di rifiuti tessili. Ogni anno, in Europa, vengono consumati quasi 26 kg di prodotti tessili pro capite e ne vengono smaltiti circa il 42% (11 kg), prevalentemente inceneriti o smaltiti in discarica”. Uno scenario, si legge nel rapporto “L’Italia del riciclo 2021” di Fondazione Sviluppo Sostenibile, “al quale si deve aggiungere il costante calo di qualità e quindi di riusabilità del materiale raccolto in modo differenziato, che farà aumentare l’esigenza di sviluppare il segmento del riciclo all’interno della filiera”. Per questo il Pnrr ha assegnato 150 milioni di euro alla realizzazione di Textile Hubs, veri e propri distretti di riciclo tessile che utilizzano tecnologie avanzate. Prevedendo anche il riciclo chimico, scomponendo i polimeri dei tessili sintetici (il 60% dei capi venduti nel mondo sono in poliestere secondo REF Ricerche) nei loro anelli fondamentali, per poi reimpiegarli nelle filiere produttive. Una tecnologia ancora in fase sperimentale, i cui costi energetici e ambientali non sono ancora perfettamente valutati. L’impianto di Chieti va in questa direzione.

La tecnologia DEMETO

La tecnologia di depolimerizzazione adottata da NextChem, basata sulla reazione di idrolisi alcalina con utilizzo delle microonde, è di proprietà della start-up svizzera gr3n: permette di riciclare chimicamente il PET e il poliestere delle fibre tessili di scarto e ottenere monomeri puri da utilizzare nei processi industriali per produrre nuovi polimeri. Il progetto DEMETO (Modular, scalable and high-performance DE-polymerization by MicrowavE TechnolOgy) è stato cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020 e vede NextChem coordinatore di un consorzio di 14 partner (NextChem, 3V Tech, SPINDOX UK, Technical University of Denmark, The European Outdoor Group, EuPC, The Fricke and Mallah GmbH, gr3n, H&M Group, NEOGROUP, RECUPRENDA, PETCIA, SUPSI, Synesis). NextChem ha il ruolo di sviluppatore e co-licensor della tecnologia, oltre a quello di progettista e realizzatore dell’impianto. “Siamo molto orgogliosi di aver realizzato questo impianto, primo nel suo genere in Italia e tra i primi in Europa, proprio nel momento in cui si stanno iniziando a creare, in Italia come negli altri Paesi europei, sistemi nazionali di raccolta e riciclo dei rifiuti tessili, in attuazione della normativa – ha commentato l’amministratore delegato del Gruppo Maire Tecnimont e di NextChem, Pierroberto Folgiero – Siamo convinti che questa tecnologia possa dare molti frutti, in futuro, per realizzare più compiutamente un modello di economia circolare su scala industriale”.

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Redazione

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