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Smart working: ENEA ha calcolato i vantaggi ambientali

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Taglio delle emissioni di CO2 del 40%, con risparmio di tempo e carburante per raggiungere il posto di lavoro. E riduzione di inquinanti e polveri sottili. ENEA ha calcolato i vantaggi ambientali dello smart working. 

Tra i tanti aspetti negativi dall’esperienza del lockdown legato alla pandemia, sicuramente ce n’è uno positivo: la diffusione dello smart working. Nonostante storture e abusi, in molti ne hanno apprezzato i benefici, a cominciare sulla conciliazione dei tempi del lavoro con quelli familiari. Uno studio ENEA pubblicato sulla rivista Applied Sciences ha permesso di misurare anche importanti vantaggi ambientali: sul traffico cittadino, sulle emissioni climalteranti, sui consumi energetici, sull’inquinamento. I vantaggi, come vedremo, sono tutti legati alla mobilità e ai suoi effetti. 

In Italia i trasporti sono responsabili del 25% delle emissioni 

“Nel nostro Paese circa una persona su due possiede un’autovettura, vale a dire 666 auto ogni 1.000 abitanti, un dato che pone l’Italia al secondo posto in Europa per il più alto tasso di motorizzazione, dopo il Lussemburgo”, spiega Roberta Roberto, ricercatrice ENEA del dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili e co-autrice dell’indagine, insieme ai colleghi Bruna Felici, Alessandro Zini e Marco Rao. In Italia i trasporti sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni nazionali di gas ad effetto serra e quasi tutte (93%) provengono dal trasporto su gomma, con le automobili a fare la parte del leone (70%). “Il lavoro agile e tutte le altre forme di lavoro a distanza, tra cui lo smart working, hanno dimostrato di poter essere un importante strumento di cambiamento, in grado non solo di migliorare la qualità di vita professionale e personale, ma anche di ridurre il traffico e l’inquinamento cittadino e di rivitalizzare intere aree periferiche e quartieri considerati dormitorio”, aggiunge Roberto. 

Smart working: quali sono i vantaggi per l’ambiente 

Lo studio ENEA sull’impatto ambientale dello smart working è stato condotto nel quadriennio 2015-2018 attraverso questionari sottoposti a lavoratori della pubblica amministrazione che negli spostamenti casa-lavoro usano l’auto o il motorino. Quattro le città interessate: Roma, Torino, Bologna e Trento. Dai dati raccolti emerge che, in media, lo spostamento è di 35 km al giorno, per una durata di 1 ora e 20 minuti. Roma si conferma la città più critica, con un tempo di percorrenza medio di 2 ore, a causa delle distanze (1 lavoratore romano su 5 percorre più di 100 km al giorno) e del traffico più intenso. Circa la metà del campione nazionale dichiara di viaggiare esclusivamente con mezzi di trasporto privati a motore (47% in auto e 2% su due ruote), mentre il 17% viaggia esclusivamente con i mezzi pubblici e il 16% con un mix di trasporto pubblico/privato. Trento risulta la città con il maggior ricorso ai mezzi privati negli spostamenti casa-lavoro (63%), seguita da Roma (54%), Bologna (45%) e Torino (38%). I ricercatori ENEA hanno calcolato che il lavoro a distanza ha permesso di evitare 600 Kg CO2 all’anno per ogni lavoratore (- 40%) con notevoli risparmi in termini di tempo (circa 150 ore), distanza percorsa (3.500 km) e carburante consumato (260 litri di benzina o 237 litri di gasolio). Ma i benefici ambientali non si fermano qui, sottolinea ENEA: l’analisi ha evidenziato una riduzione anche nelle emissioni di ossidi di azoto (dai 15 g a persona al giorno di Trento agli 8 g di Torino), monossido di carbonio (da 39 g di Roma ai 19 g di Trento), PM10 (da 2 g di Roma a 1 g di Torino) e PM2,5 (da 1 g di Roma e Trento a 0,6 g di Torino).

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Redazione

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