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In Svezia si sperimenta la bonifica dei Pcb

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Si chiama Spears la metodologia ideata dalla Nasa per assorbire Pcb e diossine nei sedimenti contaminati. Un progetto pilota svedese sta testando l’efficacia della soluzione.

Parte dalla Svezia la sperimentazione della tecnologia Spears (acronimo di Sorbent Polymer Extraction and Remediation System) ideata dalla Nasa per estrarre policlorobifenili (Pcb) e altre tossine persistenti dall’ambiente. EcoSpears, startup nata in Florida e licenziataria in esclusiva di questa tecnologia, sta infatti collaborando con l’Istituto Geotecnico Svedese e con l’Umeå University per valutare l’impatto di Spears all’interno delle aree contaminate svedesi. L’innovativa tecnologia promette di offrire una forte spinta alle bonifiche di aree complesse come moli, porti, piloni o aree umide in cui il dragaggio potrebbe non essere fattibile, perchè è in grado di operare senza distruggere l’habitat acquatico e fornisce una soluzione permanente, sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

Cosa sono i Pcb

I Pcb sono una famiglia di 209 composti, costituiti da molecole di bifenile variamente clorurate, sintetizzate a partire dall’inizio del secolo scorso. Non infiammabili, con buone qualità come isolanti elettrici e conduttori termici, sono stati utilizzati a partire dagli anni Trenta per diversi usi industriali: fluidi per scambio termico e per circuiti idraulici, lubrificanti e oli da taglio, additivi in vernici, pesticidi, carte copiative, adesivi e sigillanti. Data la loro solubilità, che è elevata nei grassi ma scarsa in acqua, nonché la loro resistenza ai processi di degradazione, i Pcb tendono ad accumularsi nella componente organica di suolo e sedimenti, a essere assorbiti dalle piante e quindi ingeriti dagli animali, entrando nella catena alimentare. Gli studi epidemiologici hanno dimostrato la loro tossicità e l’Agenzia internazionale per le ricerche sul cancro (IARC) li ha classificati come probabile agente cancerogeno. Perciò la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, nel 2003, ha imposto alle parti di eliminare gradualmente l’uso di Pcb nelle apparecchiature entro il 2025 e di garantirne l’eliminazione mondiale entro il 2028. Hanno aderito 181 Paesi, tra cui i membri della Comunità europea. Ma, ad oggi, l’83% delle scorte globali di Pcb devono ancora essere eliminate e rappresentano gli inquinanti più diffusi nel Pianeta.

La tecnologia

Il Kennedy Space Center della Nasa ha sviluppato un nuovo metodo per la rimozione dei Pcb, le diossine, le dibenzodiossine e i dibenzofurani presenti nei sedimenti sommersi. Spears è costituito da una serie di punte polimeriche riempite con un reagente e incorporate in un telaio, che assimilano i Pcb come una spugna. Il telaio viene calato all’interno dei sedimenti contaminati e, una volta completato il processo di assorbimento, Spears viene rimosse dall’ambiente. Le tossine intrappolate all’interno delle punte vengono scomposte e distrutte tramite dealogenazione chimica, a temperature e pressioni ambientali, senza la necessità di aggiungere sostanze chimiche nocive. Come le mangrovie della Florida, questa tecnologia assorbe i contaminanti impedendone un’ulteriore diffusione, rallentando l’erosione dei sedimenti, eliminando la necessità di dragaggio, capping del carbonio o incenerimento. Una volta testata l’efficacia del programma pilota svedese, EcoSpears mira a una distribuzione su larga scala, con l’obiettivo di offrire una soluzione sostenibile per i corsi d’acqua di tutta Europa.

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