Temperature roventi nel 2024 e nel 2025. Diversi gruppi di scienziati stimano che il pianeta supererà la soglia di riscaldamento globale di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali entro i prossimi tre o quattro anni. E lanciano l’allarme: l’accordo di Parigi è subito da rivedere con obiettivi più stringenti e vincolanti per limitare la catastrofe climatica. Superati i 2°C di riscaldamento globale, le aree vivibili sulla Terra si restringeranno del 35% per gli over 60.
Il servizio europeo Copernicus, il 9 luglio, ha fatto il punto sulle temperature del mese di giugno 2025. È stato il mese di giugno più caldo mai registrato in circa 12 Paesi – per un totale di circa 790 milioni di persone in tutto il mondo – con temperature “estreme” in Europa occidentale. Qualche giorno prima, il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente aveva presentato il suo Rapporto annuale sul clima in Italia, descrivendo una situazione allarmante. Nel 2024 si è registrato nel nostro paese un nuovo record di caldo: +1,33°C per la temperatura media e +1,40°C per la temperatura minima. Temperatureentrambe calcolate rispetto alla media di riferimento 1991-2020, il trentennio climatologico più recente, assunto come riferimento a livello internazionale. Non siamo un’eccezione, l’andamento è in linea con quello osservato a livello europeo, come spiega anche Copernicus. Il clima del pianeta sta cambiando, è chiaro.
La ricerca dell’Università di Graz
Ma, soprattutto, secondo gli autori di una ricerca guidata dall’Università di Graz e pubblicata a giugno su Communications Earth & Environment, sta mutando più velocemente del previsto. La soglia di 1,5 gradi C di riscaldamento globale, che i firmatari dell’Accordo di Parigi si sono impegnati a cercare di non oltrepassare, verrà superata in maniera stabile già nel 2028 e non tra il 2030 e il 2035 come precedentemente immaginato. Da qui, insistono i ricercatori, la necessità di rivedere urgentemente gli obiettivi di Parigi, puntando a tenere la soglia di riscaldamento sotto 1,7 gradi Celsius nei prossimi decenni. Necessità evidenziata anche da un altro gruppo internazionale di scienziati, guidato dal King’s College di Londra, che in un lavoro pubblicato su Nature Reviews Earth and Environment, spiega che un aumento di mezzo grado del riscaldamento globale oltre i 2 gradi centigradi triplicherà le aree della Terra intollerabili per l’uomo.
Il clima in Italia nel 2024
Il Rapporto Snpa Il clima in Italia nel 2024 ci dice che – guardando alla serie della temperatura dal 1961, anno di inizio delle elaborazioni del Rapporto, a partire dal 2000 le anomalie sono state quasi sempre positive e nel 2024 tutti i mesi dell’anno sono risultati più caldi della media di riferimento. Su base stagionale, nel 2024 l’anomalia positiva più elevata è stata registrata in inverno: che, con +2,18°C sopra la media, si colloca al primo posto fra i più caldi della serie storica.
Analogamente alla temperatura dell’aria, la temperatura superficiale dei mari italiani nel 2024 si colloca al primo posto della serie, con un’anomalia di +1,24°C rispetto alla media climatologica 1991-2020 (quasi 0,3°C superiore al precedente record del 2022). A partire dal 2007 le anomalie sono state sempre positive, con l’eccezione del 2010. Le anomalie medie sono state positive in tutti i mesi del 2024, con massimi ad agosto (+2,16°C) e luglio (+1,74°C). Le precipitazioni cumulate annuali in Italia nel 2024 sono state complessivamente superiori alla media climatologica 1991-2020 di circa l’8%.
Il riscaldamento globale: Nord e Sud Italia
L’anomalia di precipitazione è stata positiva al Nord (+38%), dove il 2024 ha rappresentato il secondo anno più piovoso della serie storica, prossima alla media al Centro e negativa al Sud e Isole (-18%). L’indice CDD-Consecutive Dry Days, che rappresenta il numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno, ha fatto registrare valori elevati su gran parte della Sardegna e della Sicilia, dove si sono avuti fino a 146 giorni secchi consecutivi.
Mediamente, su scala annuale, quasi il 50% dell’Italia (prevalentemente Sud Italia e Isole maggiori) è stato colpito da siccità, da estrema a moderata, per effetto combinato della riduzione di precipitazione e dell’aumento della quota di evapotraspirazione dovuto alle alte temperature.A livello nazionale, grazie all’abbondanza di piogge al Nord, la disponibilità di risorsa idrica, stimata in 157,9 miliardi di metri cubi, è tornata a valori superiori alla media annua storica (+18,3%), sebbene rimanga negativo il trend dal 1951 a oggi.
Giugno 2025, il più caldo mai registrato in Europa occidentale
Secondo il Copernicus Climate Change Service (C3S), il mese di giugno 2025 è stato il terzo giugno più caldo mai registrato, subito dopo quello del 2024 e quasi pari al 2023 a livello globale. “Prosegue per il terzo anno consecutivo una serie di temperature medie senza precedenti, a causa del riscaldamento del pianeta dovuto alle emissioni umane di gas serra”, sottolinea il servizio europeo.
Secondo i calcoli dell’Agenzia France-Presse (AFP), basati sui dati Copernicus, 12 Paesi e circa 790 milioni di persone sul pianeta hanno sperimentato il mese di giugno più caldo mai registrato: in Giappone, Corea del Nord e del Sud, Pakistan e Tagikistan. Caldo estremo anche in Europa, che si sta riscaldando più velocemente della media globale. Le temperature medie giornaliere in Europa occidentale sono salite a livelli raramente visti prima – e mai così presto nell’arco dell’estate – con diversi Paesi che hanno registrato temperature superficiali superiori ai 40°C, con punte di 46°C in Spagna e Portogallo.
Queste medie, tuttavia, non sono nulla rispetto alle temperature percepite, che misurano l’impatto sul corpo umano tenendo conto dell’umidità e del vento: a nord di Lisbona, l’Indice Universale di Clima Termico (UTCI) ha raggiunto i 48°C, il che corrisponde a uno “stress da caldo estremo”, ha dichiarato Copernicus.
L’ondata di calore marino
Giugno 2025 è stato caratterizzato anche da un’ondata di calore marino nel Mediterraneo occidentale, con temperature superficiali dell’acqua che si sono impennate dall’inizio del mese fino a raggiungere il record assoluto di temperatura media di 27°C il 30 giugno.
In base all’andamento in corso, il 2025 potrebbe diventare il terzo anno più caldo mai registrato. “A livello globale, il clima è più caldo di circa 1,35-1,4°C rispetto all’era preindustriale”, ha dichiarato all’AFP Samantha Burgess, climatologa del Copernicus Service, il quale prevede che, al ritmo attuale di riscaldamento, la soglia di 1,5°C sarà raggiunta già nel 2029.
Supereremo 1,5°C di riscaldamento globale nel 2028
Una stima simile a quella dello studio austriaco pubblicato il 2 giugno. Gli autori della ricerca, Gottfried Kirchengast e Moritz Pichler, dell’Università di Graz, prevedono che il grado e mezzo di riscaldamento globale verrà superato nel 2028. Grazie a nuove misurazioni delle temperature globali, gli studiosi hanno rivisto le proiezioni sull’evoluzione del clima nei prossimi anni, e lanciano l’allarme sul fatto che il mondo debba rivedere subito le azioni climatiche per evitare un disastro.
“Il trend di riferimento che abbiamo sviluppato mostra l’aumento della temperatura globale con un’affidabilità senza precedenti e quindi ci consente per la prima volta di proporre anche una scala di valutazione per verificare se gli obiettivi climatici di Parigi siano stati raggiunti o meno”, ha dichiarato Gottfried Kirchengast del Wegener Center e dell’Istituto di Fisica dell’Università di Graz, riportato dall’agenzia di stampa 30Science.com.
Sulla base dei loro risultati, che sono stati il frutto anche e soprattutto di una misurazione più precisa del riscaldamento delle zone oceaniche, i ricercatori ritengono che gli obiettivi sul clima di Parigi vadano rivisti. Kirchengast propone che la formulazione imprecisa tesa a mantenere il riscaldamento nei prossimi decenni “ben al di sotto di 2 °C” venga definita in maniera netta come “al di sotto di 1,7 °C”. E che gli obiettivi per limitare il riscaldamento globale diventino vincolanti.
Un riscaldamento oltre i 2°C triplicherà le aree della Terra intollerabili per l’uomo
Drammatica la previsione di un gruppo internazionale di scienziati, guidato dal King’s College di Londra. Se verranno superati i 2°C rispetto ai livelli preindustriali, il continuo riscaldamento globale in più parti del pianeta raggiungerà livelli di calore, specialmente nei periodi di caldo estremo, insopportabili anche per la temperatura corporea interna di organismi giovani e sani. Ciò significa che anche per un individuo sano, giovane, le aree della terra invivibili aumenteranno del 6% e per persone over 60 del 35%.
“I nostri risultati mostrano le conseguenze potenzialmente mortali se il riscaldamento globale raggiungesse i 2°C”, ha dichiarato Tom Matthews, autore principale della ricerca pubblicata a febbraio e docente di geografia ambientale al King’s College di Londra. Per valutare le conseguenze del riscaldamento globale sulla salute, i ricercatori hanno correlato i dati del clima fisico al rischio di mortalità per calore, includendo anche il superamento delle soglie “non compensabili”, in cui la temperatura corporea interna aumenta in modo incontrollabile, e “non sopravvivibili”, in cui la temperatura interna aumenta fino a 42°C entro sei ore, sintetizza 30Science.com.
Il riscaldamento globale e il tasso di mortalità
“Finora sono state superate solo di poco le soglie di calore tollerabili per gli anziani e nelle regioni più calde della Terra, ma presto questo limite riguarderà anche gli adulti più giovani. In tali condizioni, l’esposizione prolungata all’aperto, anche in soggetti sani, all’ombra, anche in presenza di una forte brezza e di una buona idratazione, potrebbe provocare un colpo di calore letale, cambiando sensibilmente il rischio di mortalità legate a questa causa”, prosegue Matthews. “A circa 4°C di riscaldamento al di sopra dei livelli preindustriali, il calore non compensabile per gli adulti colpirebbe circa il 40% della superficie terrestre globale, dove solo le alte latitudini e le regioni più fredde delle medie latitudini rimarrebbero inalterate”, afferma il ricercatore.
Dal 2000 si sono registrati più di 260.000 decessi correlati alle temperature troppo elevate, dimostrando come il calore estremo sia già una forte minaccia per la vita umana. Tre ondate di calore hanno causato globalmente quasi 200.000 decessi: circa 72.000 in tutta Europa nel 2003, altri 62.000 sempre in Europa nel 2022 e 56.000 persone in Russia nel 2010.