Per costruire gli edifici e le case dove passiamo la maggior parte del nostro tempo gli architetti possono prendere spunto, oltre che dal loro estro, anche alle meraviglie del mondo naturale che ci circonda. Questo è il principio alla base dell’archittettura biomimetica, una soluzione pensata per l’edilizia (e non solo!) davvero molto interessante che ci può aiutare a costruire nuove strutture funzionali con un approccio verde e sostenibile. Scopriamo dunque insieme tutte le meraviglie che si nascondono dietro a questa opzione così interessante.
Indice contenuti
- Cos’è l’architettura biomimetica
- Come si concretizza l’architettura biomimetica
- Esempi di architettura biomimetica
Cos’è l’architettura biomimetica

Di biobimesi si è iniziato a parlare per la prima volta in assoluto a partire dal 1997, grazie all’opera Biomimicry: Innovation Inspired by Nature, scritta da Janine Benyus.
Anche chiamata semplicemente biomimesi (o design biomimetico), si tratta di una pratica che apprende e imita le strategie utilizzate dalle specie naturali viventi oggi. Si basa sul concetto che il segreto per la nostra sopravvivenza futura risiede nell’evoluzione naturale delle specie che sono sopravvissute su questo pianeta dopo miliardi di anni.
L’obiettivo di questo approccio di nicchia al design è risolvere le nostre più grandi sfide progettuali in modo sostenibile e nel rispetto di tutte le forme di vita sulla Terra. La biomimesi offre progetti che si adattano a diversi contesti e settori, e che sono scalabili per soddisfare diverse esigenze abitative.
Le origini dell’architettura biomimetica
Il principio dietro a questa scienza è che i modelli naturali possano essere in qualche modo replicati per andare incontro alle necessità quotidiane degli esseri umani, prendendo come punto di riferimento uno standard ecologico, sviluppato dal pianeta Terra nel corso di 3,8 miliardi di anni di esistenza. L’architettura biomimetica insomma è un approccio scientifico multidisciplinare al design sostenibile che va oltre l’uso della natura come ispirazione per l’estetica, ma studia e applica in profondità i principi costruttivi che si trovano negli ambienti naturali e nelle specie.
È interessante notare come, secondo una ricostruzione dell’architetto Michael Pawlyn nell’articolo Come la biomimesi può essere applicata all’architettura pubblicato sul Financial Times, i primi esperimenti di architettura biomimetica sarebbero apparsi nelle opere del Brunelleschi della Firenze rinascimentale. Il celeberrimo artista, infatti, progettò una cupola più sottile e leggera per la sua cattedrale a Firenze completata nel 1436 dopo aver studiato la resistenza dei gusci d’uovo.
Esempi di architettura biomimetica

Sono già numerosi in giro per il mondo gli esempi di progetti che hanno sfruttato la genialità della natura per ottimizzare gli spazi e permetterci di vivere in un ambiente più accogliente senza per questo mettere in pericolo il pianeta. Vediamoli insieme.
Seguendo l’esempio dello scarabeo del deserto del Namib, che è in grado di raccogliere il vapore acqueo dall’atmosfera, Seawater Greenhouse ha sviluppato una speciale serra ad Abu Dhabi con la stessa funzione. La struttura utilizza l’energia solare per riscaldare l’acqua di mare, che viene fatta evaporare e poi condensata, rendendola disponibile per l‘irrigazione delle piante all’interno della serra, situata nel cuore del deserto.
Un esempio lodevole riguardante l‘efficienza energetica è rappresentato dall‘Eastgate Centre, un edificio per uffici di 30.900 metri quadrati a Harare, in Zimbabwe. Nonostante non disponga di un sistema tradizionale di aria condizionata, l’edificio rimane fresco tutto l’anno grazie a tunnel di raffreddamento e camini ispirati al design dei termitai. Si tratta di un’invenzione straordinaria, considerato quanto impattanti possano essere le emissioni di CO2 generate dai sistemi di climatizzazione.
Vale inoltre la pena citare anche l’esperimento messo in piedi a Miami, città sulla costa della Florida sempre più a rischio di inondazioni a causa dei cambiamenti climatici. Per aiutare a prevenire danni alle infrastrutture della città causati dalle inondazioni, un team della Biomimicry Design Alliance ha ideato un sistema portatile di tubi che può assorbire, trasportare e deviare l’acqua lontano dagli edifici. Il design biomimetico di questo sistema è stato ispirato dai vasi linfatici presenti all’interno delle radici delle mangrovie.
Si ricordi in aggiunta il l sistema AquaWeb sviluppato dall’azienda NexLoop, che emula il funzionamento di piante come muschi, licheni e felci, organismi che assorbono l’umidità dall’aria e rendono quell’acqua accessibile ai loro vicini. Si tratta di un progetto che è stato messo a punto per supportare in modo efficace la produzione alimentare in contesti di agricoltura urbana, come le fattorie verticali indoor, le fattorie in container e le serre. AquaWeb è un sistema che, inoltre, assorbe l’acqua atmosferica, la immagazzina e la distribuisce in un ambiente urbano, ispirandosi a diversi altri meccanismi biomimetici, tra cui il modo in cui una ragnatela cattura l’acqua o quello con cui una pianta grassa la conserva.
Ma l’architettura biomimetica non si limita alle strutture, ma ha a che fare anche con l’uso di specifici materiali. Si pensi, per esempio, al potenziale offerto a designer, artisti e architetti dal micelio, una rete di filamenti fungini che si estende sottoterra, creando una struttura simile a una radice come parte vegetativa del fungo. Questa soluzione si è rivelata, dopo numerosi esperimenti e ricerche, davvero eccezionale: si tratta infatti di una risorsa rinnovabile, biodegradabile, leggera e che offre eccellenti proprietà isolanti. Tali caratteristiche del micelio hanno attirato una crescente attenzione da parte del settore edilizio, favorendo così lo sviluppo di un’architettura più in sintonia con la natura.




