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Il verde urbano: vantaggi e problemi del verde in città

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La presenza di giardini privati e aree verdi in città permette di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e dell’inquinamento atmosferico e accresce il benessere psico-fisico dei residenti. Ma non tutti hanno le stesse possibilità di usufruirne. Secondo il Guardian nelle zone più povere dell’Inghilterra le abitazioni hanno un terzo di spazi verdi in meno.

Il fatto che le abitazioni dei quartieri e delle aree economicamente più ricche abbiano a disposizione maggiori superfici di verde è diffuso nell’immaginario. Ma il Guardian, qualche mese fa si è preso la briga di provare a quantificare il fenomeno. Risultato: sulla base dei dati dell’Office for National Statistics, nelle aree più ricche d’Inghilterra (circa il 10%) le proprietà hanno in media 379 metri quadri di giardino, contro una media di 114 mq delle zone povere, dove tra l’altro si concentrano un’alta percentuale di abitazioni senza alcuno spazio verde. Come a Somers Town, a nord di Londra, area che rientra nel 20% di quelle più svantaggiate del Paese, dove 8 proprietà su 10 non hanno uno spazio esterno. O come Ladywood-Summerhill, Birmingham, dove più della metà delle abitazioni non ha giardini. I bambini che vivono in aree con pochi spazi verdi – dove poter giocare e fare attività motorie – e caratterizzate da maggiore inquinamento atmosferico sono più esposti al rischio di sviluppare la Sindrome da deficit di attenzione, con un 62% di probabilità in più rispetto agli altri. Secondo gli studi citati dal Guardian, inoltre, vivere in aree con una buona quantità di spazi verdi che mitigano calore, rumore e inquinamento, riduce nel lungo termine il rischio di contrarre malattie cardiovascolari, finendo per incidere anche sul tasso di mortalità. Anche se nel 2018 il British Medical Bulletin ricordava che “gli effetti sanitari diretti e a lungo termine della natura e della biodiversità sono stati finora studiati in modo insufficiente”.

I benefici degli spazi verdi in città

La mancanza di giardini di pertinenza delle abitazioni rende ancor più importante la presenza di spazi verdi pubblici. “I giardini urbani e periurbani non devono essere intesi solo come aree verdi, standard obbligatorio pro capite previsto dai piani urbanistici. Troppo spesso i nostri giardini sono composti per lo più da prati secchi con qualche albero, qualche panchina e nel migliore dei casi qualche gioco per bambini e aree recintate per cani” spiega Maria Cristina Tullio, presidente dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio. “I giardini urbani, se vogliamo rigenerare le nostre città, devono essere spazi di benessere e per la socialità: spazi pubblici di salute e di crescita collettiva”. Un benessere psico-fisico. “Per raggiungerlo – continua Tullio – sono necessari spazi di qualità e armonia, spaziale e visiva. Direi paesaggistica. Ci deve essere controllo microclimatico, col giusto rapporto fra aree d’ombra e di sole, con piante capaci di indirizzare e incanalare i venti; miglioramento della biodiversità attraverso l’introduzione di arbustive e l’attrazione di specie animali. Inoltre, è importante favorire la socialità, perché l’uomo per stare bene deve interfacciarsi col suo prossimo e i parchi sono il luogo ideale per gli incontri intergenerazionali e interculturali”. I benefici che si percepiscono in forma meno diretta, quelli legati alla qualità dell’aria determinata dal filtraggio da parte di alberi, arbusti e in parte dai prati del particolato sospeso (Pm10, Pm5, Pm2) e della CO2 sono di non minore importanza.

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