Accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio sulla Soil monitoring Law, la direttiva sul monitoraggio dei suoli. L’obiettivo “aspirazionale e non vincolante” è ottenere suoli sani entro il 2050.
Giovedì 10 aprile, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla proposta della Commissione per una Legge sul monitoraggio del suolo (Soil Monitoring Law). L’obiettivo “aspirazionale e non vincolante” (come scrive il Consiglio) della norma è ottenere suoli sani entro il 2050. La direttiva, in particolare, intende fornire un quadro UE più coerente e armonizzato per il monitoraggio del suolo: “L’accordo informale tra i colegislatori dell’UE garantirà il monitoraggio del suolo in tutti i Paesi dell’Unione e un migliore sostegno agli agricoltori per migliorare la salute del suolo”, afferma la nota del Parlamento UE. Con questo accordo, ha commentato Paulina Hennig-Kloska, ministra polacca del clima e dell’ambiente, “abbiamo creato il primo quadro europeo per la valutazione e il monitoraggio dei suoli in Europa”.
La direttiva – che deve avere l’ok definitivo da Consiglio ed Europarlamento- entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE. A partire da questa data, i Paesi membri avranno tre anni di tempo per recepire le novità nei propri ordinamenti.
Arriva una metodologia guida per il monitoraggio dei suoli
Secondo l’accordo, gli Stati dovranno monitorare e valutare la salute del suolo nei loro territori utilizzando indicatori comuni relativi agli aspetti fisici, chimici e biologici. La norma mette a disposizione dei Paesi una metodologia condivisa: anche se, come spiega il Parlamento Ue, “per semplificare le cose, gli Stati membri saranno liberi di basarsi sulle campagne nazionali di monitoraggio del suolo o su altre metodologie equivalenti”. La Commissione offrirà un supporto finanziario e tecnico ai Paesi.
Niente obblighi ma strumenti propedeutici
Il nome della legge in dirittura d’arrivo dice chiaramente che il cuore del provvedimento sono le misurazioni, il monitoraggio. E chi attendeva misure operative o piani per la difesa del suolo non potrà che restare deluso. In merito al raggiungimento dell’accordo, il Martin Hojsík (Renew, SK), relatore del provvedimento al Parlamento UE, ha infatti sottolineato che l’accordo “è un’importante pietra miliare per migliorare il sostegno agli agricoltori e a tutti gli altri soggetti che si occupano di mantenere il suolo sano. Fornire loro migliori informazioni e assistenza, evitando al contempo burocrazia e nuovi obblighi, sono le pietre miliari della nuova legge sul monitoraggio del suolo”.
E così il Consiglio: “Gli Stati membri, con il supporto della Commissione, monitoreranno e valuteranno in primo luogo lo stato di salute di tutti i suoli presenti sul loro territorio, in modo che le autorità dell’UE possano fornire un sostegno adeguato per prevenire e affrontare il degrado del suolo”.
La norma, infatti, non ha mai avuto l’ambizione di tracciare un percorso di risanamento, di cura della salute dei suoli. Piuttosto si mettono in campo alcuni strumenti conoscitivi – il monitoraggio, appunto – necessari per una valutazione complessiva e per poi, auspicabilmente, passare all’azione. Per questo non vengono fissati obiettivi vincolanti sui quali costruire percorsi di rigenerazione del suoli europei. La Soil Monitorin Law infatti prevede che i governi nazionali “stabiliranno obiettivi sostenibili e non vincolanti per ciascun descrittore del suolo, in linea con l’obiettivo generale di migliorarne la salute”.
La direttiva concordata non impone nemmeno “nuovi obblighi ai proprietari o ai gestori dei terreni”, in particolare agricoltori e i silvicoltori. I Paesi saranno invece tenuti ad assisterli nel lavoro per migliorare la salute e la resilienza del suolo. Sono previste quindi misure di sostegno che possono comprendere “consulenze indipendenti, attività di formazione e sviluppo delle capacità, nonché la promozione della ricerca e dell’innovazione e misure di sensibilizzazione sui benefici della resilienza del suolo”.
Mappatura dei suoli contaminati e lista dei contaminanti
Entro dieci anni dall’entrata in vigore della Soil Monitoring Law, gli Stati membri saranno tenuti a redigere un elenco pubblico dei “siti potenzialmente contaminati”. In caso di “rischio inaccettabile per la salute umana e l’ambiente” dovranno intervenire per affrontarlo.
Quando la norma sul monitoraggio verrà approvata in via definitiva e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione, la Commissione avrà 18 mesi per stilare una “lista di controllo indicativa delle sostanze emergenti che potrebbero rappresentare un rischio significativo per la salute del suolo, la salute umana o l’ambiente”. Questa lista includerà sicuramente i PFAS e i pesticidi.