La tecnica della hugelkultur trasforma materiali di scarto in un’aiuola sostenibile e fertile, ideale per combattere la siccità e creare microclimi perfetti anche negli spazi urbani.
In un’epoca in cui l’emergenza climatica e la crescente scarsità d’acqua rendono sempre più urgente ripensare il modo in cui coltiviamo e progettiamo gli spazi verdi, la tecnica del hugelkultur rappresenta una risposta concreta e sostenibile. Nata da pratiche contadine dell’Europa centrale e oggi rivalutata dalla permacultura, questa strategia permette di costruire un’aiuola sostebile autosufficiente, fertile e capace di trattenere l’umidità anche nei mesi più caldi, trasformando scarti vegetali in vere e proprie “batterie” di nutrienti.
Il hugelkultur – letteralmente “coltivazione su collina” – è più di una semplice tecnica agricola: è una filosofia di progettazione circolare, rigenerativa, a bassissimo impatto ambientale, ideale anche per piccoli spazi urbani. Vediamo nel dettaglio cos’è, come si costruisce e quali piante si prestano meglio a questa forma di aiuola sostenibile, con le relative applicazioni nei contesti cittadini.
Cos’è la tecnica dell’hugelkultur e da dove nasce

L’hugelkultur affonda le sue radici nella tradizione contadina dell’Europa orientale e della Germania, dove i contadini sfruttavano tronchi e rami in decomposizione per realizzare letti di semina rialzati in grado di mantenere calore e umidità. Il termine tedesco “hügel” significa “collina”, mentre “kultur” si riferisce alla coltivazione: insieme descrivono una tecnica che realizza un cumulo di terra rialzata e consiste nel creare aiuole rialzate stratificate, con una base di legno e altri materiali organici in decomposizione.
A renderla celebre nel mondo della permacultura è stato il contadino austriaco Sepp Holzer, che ha mostrato come il hugelkultur possa essere un metodo straordinariamente produttivo e sostenibile. Secondo Holzer, non esiste uno schema rigido per la sua realizzazione: ogni cumulo può essere progettato tenendo conto delle condizioni ambientali, dell’esposizione solare, del vento e della tipologia di terreno. Questo rende ogni aiuola sostenibile unica e adattabile a contesti diversi.
I vantaggi principali della tecnica sono numerosi:
- incrementa la superficie coltivabile in verticale;
- permette di coltivare anche su terreni degradati o inquinati;
- garantisce microclimi differenti nello stesso cumulo;
- conserva l’umidità del suolo riducendo la necessità di irrigazione;
- ricicla materiali naturali normalmente considerati di scarto;
- produce fertilità duratura per anni, con minima manutenzione.
Come si costruisce un’aiuola hugelkultur
Costruire un’aiuola sostenibile con la tecnica dell’hugelkultur è un processo che richiede pianificazione, forza lavoro iniziale e una buona disponibilità di materiali, ma offre benefici a lungo termine che ripagano l’impegno. Ecco le fasi principali da seguire.
1. Scegliere il luogo e l’orientamento
La scelta del sito è fondamentale. Se possibile, si dovrebbe collocare il cumulo in una zona ben esposta al sole, con un buon drenaggio. In contesto urbano, lo spazio può essere limitato, ma è comunque utile analizzare:
- la pendenza del terreno;
- la direzione dei venti prevalenti;
- la presenza di fonti d’acqua naturali o artificiali.
L’ideale sarebbe orientare il cumulo lungo le curve di livello per facilitare il trattenimento dell’acqua piovana e favorire l’infiltrazione nel sottosuolo.
2. Raccogliere e selezionare i materiali
Prima di iniziare a creare un’aiuola sostenibile, è necessario fare un inventario dei materiali disponibili, evitando quelli non adatti alla decomposizione. I materiali principali includono:
- legno duro (pioppo, ontano, betulla, melo);
- rami e potature;
- foglie secche e verdi;
- segatura, corteccia, cippato;
- compost, letame maturo, biochar;
- fieno o erba sfalciata per la pacciamatura.
Attenzione a non utilizzare legni inadatti come noce, amarena e carrubo, che possono rilasciare sostanze tossiche o rallentare la decomposizione.
3. Scavare la trincea
Il primo passo pratico consiste nello scavare una trincea profonda circa 30 cm, che fungerà da base per il cumulo. La trincea va scavata lasciando un margine di circa 50 cm per lato rispetto alla lunghezza finale dell’aiuola, risultando quindi più corta di circa un metro. Anche in larghezza è consigliabile ridurre di circa 50 cm in totale (25 cm per ciascun lato) rispetto alla misura definitiva. In contesti agricoli può essere utile un escavatore, mentre in un orto urbano bastano badile e vanga. È importante conservare la terra estratta suddividendola per profondità: questo aiuterà nella successiva stratificazione.
4. Riempire la trincea con la legna
Sul fondo della trincea si posizionano i tronchi più grandi, seguiti da rami di diametro decrescente. Questo primo strato fungerà da spugna naturale, trattenendo l’umidità e decomponendosi lentamente, rilasciando così nutrienti nel tempo.
Per evitare l’acidificazione del terreno, è preferibile usare legno intero e non troppo sminuzzato, che garantisce una decomposizione più lenta e controllata.
5. Costruire la collina di coltivazione
Sopra lo strato legnoso si aggiungono, in successione:
- ramaglie più fini;
- materiali azotati (erba fresca, scarti di cucina vegetali);
- strati di compost o letame;
- infine si ricopre tutto con terra e pacciamatura.
Il cumulo dovrebbe avere una forma piramidale, alto almeno 1 metro, con larghezza inferiore o pari a 180 cm e i fianchi inclinati a 45°-60° per evitare il compattamento. Gli strati vanno alternati per creare un bilancio tra materiali carboniosi (C) e azotati (N), proprio come nel compost.
6. Pacciamatura e protezione
Uno degli elementi chiave dell’hugelkultur è la copertura organica. Si può utilizzare:
- fieno;
- foglie secche;
- paglia;
- oppure piante di copertura vive.
La pacciamatura protegge il suolo dalla luce, impedisce l’evaporazione, riduce la crescita di infestanti e migliora la ritenzione idrica.
7. Coltivazione intensiva e continua
Una volta terminato il cumulo, è possibile seminare e trapiantare subito. La parte superiore, più asciutta, è ideale per aromatiche e piante mediterranee; le zone laterali, più umide e fresche, per ortaggi più esigenti. Nei primi anni, il cumulo è perfetto per ortaggi nutrienti come zucchine, pomodori, cavoli. Negli anni successivi si potranno inserire nella nostra aiutola sostenibile leguminose, fragole e altre perenni.
8. Rinforzare la base
Per contenere il cumulo, si può:
- circondarlo con tronchi tagliati;
- usare pali e intrecci di rami (salice, vite);
- sistemare pietre alla base.
Questo evita il dilavamento, soprattutto nei primi mesi dopo la realizzazione.
9. Manutenzione
La manutenzione di un’aiuola sostenibile è minima. È importante mantenere attiva la copertura vegetale od organica, integrare compost ogni stagione e, se necessario, smuovere i primi strati con una forca vanga per evitare compattamenti. Un buon cumulo può durare 6-10 anni, abbassandosi progressivamente e trasformandosi in un terreno fertile e rigenerato.
Piante ideali per un’aiuola autosufficiente
L’hugelkultur offre una grande versatilità botanica, permettendo la coesistenza di piante con esigenze differenti grazie alla stratificazione verticale e ai microclimi. Alcune delle migliori specie da coltivare includono:
Ortaggi annuali
- Zucchine, zucche, cetrioli
- Pomodori, melanzane, peperoni
- Cavoli, broccoli, cavolfiori
- Lattughe, bietole, spinaci
- Cipolle, aglio, porri
Piante aromatiche e officinali
- Rosmarino, salvia, timo (sommità del cumulo)
- Basilico, menta, prezzemolo (zone mediane e ombreggiate)
Le piante perenni e arbustive
- Fragole
- Lamponi, ribes, more
- Carciofi
- Finocchio selvatico
Piante da sovescio o miglioratrici del suolo
- Trifoglio, veccia, lupino
- Facelia
- Senape bianca
Queste colture, oltre a produrre, arricchiscono il suolo e migliorano la struttura del cumulo nel tempo.
Dove applicare la hugelkultur in ambito urbano
Contrariamente a quanto si possa pensare, l’hugelkultur è perfettamente adattabile anche ai contesti urbani. La chiave è ridurre la scala e scegliere materiali e posizionamento con attenzione. Alcune applicazioni includono:
- Orti urbani e comunitari: i cumuli possono essere realizzati anche in piccole porzioni di terreno, sfruttando rami potati, compost locale e sfalci d’erba. Le aiuole hugelkultur si integrano bene in progetti partecipativi, didattici o di rigenerazione urbana.
- Giardini privati: in giardini residenziali o terrazze-giardino, una mini hugelkultur può servire per coltivare aromatiche, ortaggi stagionali o creare una barriera frangivento naturale.
- Aiuto alla resilienza climatica: in quartieri con problemi di siccità, impermeabilizzazione del suolo o mancanza di verde, la hugelkultur è una soluzione low-tech e a basso costo per aumentare la capacità di ritenzione idrica e la biodiversità.
- Vasche rialzate e contenitori: nei casi più estremi, è possibile adattare la tecnica anche a vasche o cassoni rialzati, con base in legno e strati ridotti ma efficaci. Anche in terrazzo, con profondità sufficienti, si possono ottenere risultati sorprendenti.
Oltre alla coltivazione sostenibile, la hugelkultur rappresenta una risorsa preziosa per la rigenerazione degli ecosistemi urbani. In molti progetti di infrastrutture verdi e orti comunitari, questa tecnica viene impiegata per rivalutare suoli degradati, trasformando aree marginali o abbandonate in microhabitat produttivi e ricchi di vita.
Il cumulo di legno in decomposizione, infatti, non solo favorisce la fertilità del suolo, ma diventa rifugio per insetti utili, lombrichi, funghi micorrizici e microrganismi benefici, essenziali per la salute del terreno. Questi elementi, spesso assenti nei suoli urbani compattati o sterilizzati, trovano nella hugelkultur un ambiente ospitale in cui insediarsi e proliferare, ristabilendo cicli ecologici naturali.
Inoltre, la struttura porosa e stratificata dei cumuli funge da spugna idrologica, contribuendo a ridurre il ruscellamento e il rischio di allagamenti, aumentare la capacità di infiltrazione dell’acqua piovana e mitigare il fenomeno dell’isola di calore urbana.
In contesti urbani soggetti a piogge intense e cementificazione diffusa, integrare la hugelkultur all’interno di progetti di agricoltura urbana o orti condivisi significa adottare una soluzione nature-based, capace di assorbire gli impatti del cambiamento climatico e migliorare la qualità ambientale del quartiere.
Dal punto di vista progettuale, il cumulo può essere inserito anche in aiuole decorative, integrando piante ornamentali, mellifere o autoctone per favorire l’impollinazione. In tal senso, la hugelkultur si rivela una tecnica trasversale, che unisce produzione alimentare, estetica e valore ecologico, contribuendo a creare paesaggi resistenti e comunità più autosufficienti.