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Il Deposito cauzionale: uno strumento economico a servizio del riciclo

Una persona fruga con le mani tra tantissimi tappi di plastica
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Secondo un documento presentato dall’associazione ASviS in occasione della tappa bolognese della nona edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile illustra i benefici del deposito cauzionale per frenare la dispersioni in ambiente dei contenitori in plastica per bevande, migliorando anche la qualità del riciclo

A fine maggio l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha presentato il documento “Il deposito cauzionale, questo sconosciuto”, scritto insieme a Silvia Ricci ed Enzo Favoino del Coordinamento della campagna “A Buon Rendere – molto più di un vuoto”. Un tentativo per accendere i riflettori sul deposito cauzionale o DRS secondo l’acronimo inglese (Deposit return system), uno degli strumenti in mano agli operatori del servizio di raccolta dei rifiuti urbani per migliorare la raccolta selettiva degli imballaggi in plastica per bevande, e quindi favorire processi di riciclo più performanti.

Lo studio

Secondo lo studio, i sistemi di deposito e rimborso (o restituzione) attualmente sono impiegati, principalmente, per imballaggi per bevande in diversi Paesi OCSE e non OCSE per garantire elevati tassi di raccolta e la qualità di specifici prodotti a fine vita.

Con questo sistema il consumatore sostiene al momento dell’acquisto un piccolo sovrapprezzo a titolo di cauzione o deposito, che sarà restituito, di solito sotto forma di un buono spesa o altra modalità concordata con gli operatori commerciali aderenti all’iniziativa (in alcuni Paesi, devolvendo l’equivalente ad una causa benefica), quando l’imballaggio sarà conferito presso un punto di raccolta, generalmente presso un rivenditore di bevande (quale un supermercato o un altro esercizio al dettaglio, in modo da rendere la restituzione altrettanto facile che l’acquisto). A quel punto gli imballaggi raccolti verranno inviati presso un centro di smistamento e successivamente mandati ai riciclatori che li trasformeranno in nuovi contenitori come materia prima seconda, in un’ottica pienamente circolare.

Pro e contro di questo meccanismo

L’aspetto positivo di questo meccanismo è che seleziona all’origine i rifiuti, contribuendo a migliorare la qualità della raccolta, efficientando anche il riciclo. Secondo il documento, infatti, questo sistema sarebbe capace di garantire tassi di raccolta superiori al 90%, come già avviene in Paesi europei come la Germania (98%), contribuendo a ridurre l’uso di materia prima vergine nella realizzazione di nuovi contenitori e di ridurre così le emissioni climalteranti.

Peraltro, secondo Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, il DRS “ha dimostrato di poter ridurre i costi di gestione dei rifiuti a carico delle comunità e di stimolare la crescita occupazionale, creando nuovi posti di lavoro nella gestione, raccolta e trattamento dei materiali”.  Gli fa eco Enzo Favoino, secondo il quale “senza il Drs, sarà impossibile per l’Italia rispettare gli obiettivi legalmente vincolanti di raccolta del 90% al 2029 e di contenuto minimo riciclato per le bottiglie in plastica previsti dalla Direttiva sulle plastiche monouso già recepita nell’ordinamento nazionale”. Da aggiungere pure che un recente sondaggio di Astra Ricerche ha confermato che oltre l’83% degli italiani è favorevole all’introduzione di un sistema di deposito cauzionale per i contenitori di bevande.

L’aspetto negativo di questo sistema è che può essere applicato solo a determinati imballaggi (su tutti l’ampio spettro delle bevande, come si è detto), lasciando che il resto sia comunque raccolto in altro modo. Quindi si tratta di un sistema che in ogni caso necessita di integrarsi con altri metodi per la raccolta dei rifiuti.

Una panoramica sui sistemi DRS in UE

Come ricorda anche un recente lavoro di ricerca curato dal Laboratorio Ref Ricerche, i sistemi DRS “sono considerati un mezzo efficace e riconosciuto a livello internazionale per ridurre la dispersione degli imballaggi nell’ambiente, raggiungere elevati tassi di intercettazione e garantire un riciclo di alta qualità dei materiali raccolti nonché, nel caso dei sistemi per il riuso, contribuire alla riduzione della produzione dei rifiuti alla fonte”.

Ad oggi, sottolineano i ricercatori, solo i Paesi con DRS attivi e resi obbligatori raggiungono percentuali di intercettazione pari (o superiori) al 90% con punte che superano il 97% in Germania: i 10 sistemi DRS europei (esclusa la Slovacchia il cui sistema è entrato in funzione il 1° gennaio 2022, la Lettonia il cui sistema è entrato in funzione il 1° febbraio e Malta dal 1° aprile 2022) raccolgono in media il 90% degli imballaggi monouso immessi sul mercato, con una efficacia correlata al valore della cauzione (vedi oltre). Mentre I sistemi di raccolta differenziata nei Paesi che al contrario non adottano sistemi DRS intercettano in media il 47% degli imballaggi per bevande in PET immessi al consumo.

Le bottiglie per bevande in plastica i rifiuti tra i rifiuti marini più presenti

Le bottiglie per bevande in plastica, che rimango il principale protagonista dei sistema di DRS, come dimostra uno studio commissionato dalla Commissione Europea detengono il triste primato di essere in cima alla lista dei 10 oggetti più comuni rinvenuti sulle coste e nelle aree marine europee. Proprio le bottiglie in plastica sono uno degli obiettivi della Direttiva (UE) 2019/904 (la cosiddetta direttiva SUP – Single Use plastics) “che stabilisce, tra le altre cose, obiettivi ambiziosi di raccolta differenziata delle bottiglie in PET per bevande e contenuti minimi di materiale riciclato nelle bottiglie di nuova produzione”.

In particolare, essa stabilisce che entro il 2025 il 77% delle bottiglie in plastica monouso per bevande dovrà essere raccolto separatamente, con un obiettivo a regime del 90% entro il 2029, indicando altresì che entro il 2025 le bottiglie in plastica monouso per bevande dovranno contenere almeno il 25% di materiale riciclato (il 30% entro il 2030).

Non a caso, la stessa Direttiva suggerisce agli Stati membri l’adozione di sistemi di deposito su cauzione come una modalità per il raggiungimento dei target. Il richiamo a DRS è presente già nella Strategia europea per la plastica nell’economia circolare del 2018: tra le “misure essenziali per migliorare gli aspetti economici e la qualità del riciclaggio della plastica”, la Commissione incoraggia le autorità nazionali e regionali a “valutare l’introduzione di sistemi di cauzione-rimborso, soprattutto per i contenitori per bevande”.

In sintesi

In definitiva, secondo i curatori del dossier dell’ASviS, con l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale l’Italia ha l’opportunità di consolidare il proprio ruolo di modello europeo nell’economia circolare attraverso la creazione di sinergie con i sistemi di responsabilità estesa del produttore esistenti, dimostrando che è possibile coniugare crescita industriale, tutela ambientale e innovazione.

Inoltre, un sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi di bevande monouso rappresenta non solo una risposta concreta alle sfide attuali, ma anche un investimento strategico per il futuro, in grado di accelerare la transizione verso modelli di consumo più consapevoli e sostenibili.

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