Dal passato dimenticato al presente rigenerato: scopri come il riuso temporaneo di spazi abbandonati trasforma luoghi inutilizzati in veri e propri poli culturali e sociali, restituendo vita e partecipazione alle comunità urbane.
Negli ultimi anni, sempre più città stanno riscoprendo il potenziale degli spazi dismessi o sottoutilizzati, che si trasformano da vuoti urbani in risorse collettive. È il caso di ex aree fieristiche, parcheggi, luna park, mercati o porzioni di città lasciate in attesa di progetti strutturali, che attraverso pratiche di urbanistica tattica diventano parchi urbani, orti collettivi, luoghi per eventi o laboratori di comunità.
Un fenomeno in crescita, che unisce sostenibilità, cultura e partecipazione attiva, offrendo soluzioni replicabili adatte a contesti diversi. Vediamo quindi alcuni esempi virtuosi di riuso temporaneo, approfondiamo il loro impatto ambientale e sociale e le opportunità che generano per il futuro delle città.
Che cos’è il riuso temporaneo e perché è utile alle città

Il riuso temporaneo è una pratica urbanistica che prevede l’utilizzo reversibile e transitorio di spazi in attesa di una trasformazione definitiva. Invece di restare abbandonate o degradate, queste aree vengono attivate in modo creativo e partecipato, spesso con interventi leggeri e a basso costo. Il vantaggio principale è la capacità di generare progetti di uso flessibile, capaci di adattarsi alle esigenze locali e di evolversi nel tempo.
Questa strategia porta benefici concreti: riduce il degrado urbano e la percezione di insicurezza, stimola la partecipazione civica e permette di testare soluzioni urbanistiche prima di renderle permanenti. Il riuso temporaneo si rivela dunque un potente strumento di innovazione per le città, capace di connettere cittadini, amministrazioni e progettisti in un processo dinamico e collaborativo.
Tipologie di spazi rigenerabili: da luna park a ex caserme
Sono molti gli spazi urbani che si prestano a essere trasformati:
- parcheggi inutilizzati,
- ex aree fieristiche,
- piazze marginali,
- aree industriali dismesse o caserme non più operative.
In questi contesti, l’intervento non richiede grandi opere: si può puntare su esempi di urbanistica tattica con arredo esterno leggero, strutture modulari, contenitori culturali mobili o allestimenti verdi temporanei per dare nuova vita a luoghi altrimenti inerti.
Il loro potenziale sta proprio nella capacità di essere reimmaginati: un’ex area luna park può diventare un giardino condiviso, uno spazio per eventi culturali o un centro civico all’aperto, alimentando un circolo virtuoso di cura del territorio e innovazione sociale.
Progetti di riuso temporaneo in Italia
In Italia, diversi progetti di riuso temporaneo hanno trasformato spazi precedentemente destinati a fiere, luna park e aree industriali in luoghi di aggregazione, cultura e innovazione. Ecco tre esempi di urbanistica tattica significativi:
- Parco Dora (Torino): il Parco Dora si estende su una superficie di 456.000 m², precedentemente occupata da stabilimenti industriali come le Ferriere Fiat e Michelin. Il progetto ha integrato le strutture industriali esistenti, come i pilastri in acciaio e i capannoni, in un contesto urbano moderno. Oggi, il parco ospita eventi culturali e musicali, come il Kappa FuturFestival e Terra Madre Salone del Gusto, attirando migliaia di visitatori ogni anno.
- Largo Balestra (Milano): Largo Balestra è una piccola area verde situata nel quartiere Giambellino di Milano. Nel 2021, grazie a un patto di collaborazione tra l’Associazione “Fate Largo” e il Comune di Milano, l’area è stata riqualificata attraverso interventi di urbanistica tattica. Sono stati installati arredi leggeri, panchine e aree verdi per promuovere l’aggregazione sociale e l’uso condiviso dello spazio pubblico. L’intervento ha incluso anche la predisposizione di un’area spettacoli e un’area giochi dedicata ai bambini e alle loro famiglie.
- Ex Gasometro (Roma): il complesso dell’ex Gasometro di Roma, situato nel quartiere Ostiense, è stato oggetto di un progetto di riqualificazione volto a preservare la memoria industriale e promuovere l’innovazione. Eni ha avviato il progetto ROAD (Rome Advanced District), un ecosistema dedicato alla transizione energetica e all’innovazione tecnologica. All’interno dell’area, sono ospitati spazi come l’Eni 2050 Lab e l’acceleratore di start-up ZERO, che favoriscono la ricerca e lo sviluppo di soluzioni sostenibili. Inoltre, l’area ospita eventi culturali e mostre, come la stagione 2025 di “Arte al Gazometro”, che propone un percorso tra arte visiva, installazioni e progetti audiovisivi.
Tabella – Esempi di riuso temporaneo urbano in Italia
Città | Spazio originario | Nuovo utilizzo | Durata | Attori coinvolti |
Torino | Ex area industriale (Parco Dora) | Parco urbano multifunzionale e spazio eventi | Permanente | Comune di Torino, cittadini |
Milano | Ex luna park (Largo Balestra) | Spazio pubblico con arredi leggeri, orti e aree gioco | Permanente | Comune di Milano, Associazione Fate Largo |
Roma | Ex gasometro industriale | Distretto innovazione e eventi culturali | Permanente | Eni, Comune di Roma, start‑up |
Napoli | Area ferroviaria dismessa (Pianura) | Orti urbani, area didattica e aree gioco | Temporaneo | Comune di Napoli, residenti, scuole e attori sociali |
Bologna | Ex mercato ortofrutticolo (XM24) | Centro sociale, laboratori, mercatino biologico | Temporaneo | Centro sociale XM24, Comune di Bologna |
Firenze | Ex-Manifattura Tabacchi | Spazi artistici, culturali e di volontariato | Temporaneo | Collettivo Trial Version, Comune di Firenze |
Come avviare un progetto di riuso temporaneo urbano
Avviare un intervento di riuso temporaneo urbano richiede un processo ben strutturato ma accessibile, che può essere replicato in diversi contesti urbani. Le fasi fondamentali sono:
- Mappatura degli spazi dismessi: il primo passo è individuare gli spazi inutilizzati o sottoutilizzati presenti nel territorio: ex aree fieristiche, parcheggi vuoti, spazi interstiziali, lotti privi di funzione. La mappatura può essere svolta da enti pubblici, associazioni o cittadini, anche attraverso strumenti digitali di cartografia partecipata.
- Coinvolgimento della comunità: un progetto di riuso ha successo solo se nasce dal basso o integra il punto di vista delle persone che vivono il quartiere. Ascoltare i bisogni degli abitanti, attivare reti locali e co-progettare gli usi temporanei è essenziale per garantirne l’efficacia e la sostenibilità.
- Micro-interventi leggeri (panchine, verde, eventi): in linea con i principi dell’urbanistica tattica, si parte con interventi semplici e a basso costo: installazione di panchine, alberature in vaso, murales, pavimentazioni provvisorie, eventi culturali. Queste azioni servono a testare l’interesse e il potenziale dello spazio prima di eventuali trasformazioni più strutturate.
- Regolamento comunale e permessi: anche se temporanei, questi usi richiedono un quadro normativo chiaro. Sempre più comuni adottano regolamenti per l’uso temporaneo degli spazi pubblici che semplificano l’iter burocratico, prevedono autorizzazioni temporanee e promuovono la collaborazione tra enti e cittadini.
Strumenti per il riuso temporaneo:
Per sostenere e facilitare questi progetti, esistono strumenti operativi che possono essere attivati da pubbliche amministrazioni o reti civiche:
- Patti di collaborazione tra cittadini e comuni: sono accordi formali che permettono ai cittadini di prendersi cura di uno spazio pubblico in modo temporaneo, definendo ruoli, durata e modalità d’uso.
- Budget partecipativi per attrezzature mobili: parliamo di fondi messi a disposizione dal Comune che i cittadini possono utilizzare, attraverso votazioni pubbliche, per realizzare proposte di riqualificazione temporanea.
- Linee guida per architettura reversibile: documenti tecnici che orientano i progetti verso soluzioni leggere, smontabili e non invasive, capaci di adattarsi nel tempo o essere rimosse senza lasciare tracce.
Il riuso temporaneo come leva di rigenerazione urbana
Il riuso temporaneo non è una semplice soluzione “tappabuchi” nei tessuti urbani, ma una leva strategica di trasformazione urbana: rapida, economica, inclusiva e sostenibile.
Un’analisi de Il Sole 24 Ore evidenzia che gli interventi di riuso transitorio permettono un risparmio del 35–65% rispetto ai processi tradizionali, consentendo di testare soluzioni su porzioni ridotte – tra il 15% e il 30% della superficie totale – prima di eventuali cambiamenti strutturali. Un esempio concreto è il bando “Spazi in trasformazione” della Fondazione Cariplo: ha investito 3,5 milioni €, attivando quasi 4.800 m² in diverse città (Milano, Brescia, Bergamo) per hub culturali, espositivi e comunitari.
In Italia esistono circa 700.000 edifici industriali dismessi, 650.000 negozi vuoti, 20.000 beni culturali abbandonati e 16.500 immobili demaniali; circa 5.000 spazi pubblici e privati sono già stati riutilizzati, generando un indotto economico di circa 1 miliardo di euro e attivando 100.000 posti di lavoro tra diretti e volontari.
In parallelo, l’Ispra segnala stima che esistano circa 310 km² di edifici dismessi o degradati in Italia (pari alle aree delle città di Milano e Napoli). Il riuso temporaneo può ridurre il consumo di suolo nuovo, orientando la rigenerazione verso l’esistente
In sintesi:
Trasformare temporaneamente uno spazio è un modo rapido, economico e partecipativo per dare nuova vita ad aree dismesse, sperimentare soluzioni urbanistiche su scala ridotta, migliorare il benessere urbano e contribuire concretamente alla riduzione del consumo di suolo. Il riuso temporaneo valorizza ciò che già esiste, evitando nuove cementificazioni e attivando processi inclusivi, sostenibili e replicabili.