È possibile evitare di gettare via i nostri elettrodomestici dopo pochi anni? La filosofia del design sostenibile si pone in controtendenza con l’imperante produzione dell’usa e getta, nociva per pianeta e portafogli.
Il frigorifero si rompe dopo cinque anni. Lo smartphone rallenta già dopo due. Riparare il divano sfondato costa più che comprarne uno nuovo. Per decenni, siamo stati intrappolati in un modello economico tossico, basato sulla cosiddetta obsolescenza programmata, nonché sull’approccio usa e getta. Questo sistema genera tonnellate di rifiuti e ci rende consumatori passivi, costretti ad acquistare senza sosta. Il design sostenibile, detto anche rigenerativo, vuole spezzare questo circolo vizioso.
Il suo obiettivo è creare oggetti mutabili. Si tratta di prodotti pensati non per morire, ma per cambiare, adattarsi, essere riparati e aggiornati nel tempo. È l’antitesi della cultura dello scarto. Il principio cardine di questa filosofia è il design for disassembly, che in italiano chiamiamo progettazione per lo smontaggio. Ogni componente dell’oggetto può essere facilmente separato, sostituito o riciclato, con strumenti comuni. I benefici sono evidenti. Innanzitutto, i rifiuti si ridurranno in maniera drastica. Ciò comporterà un notevole risparmio economico e un legame affettivo più forte con l’oggetto. Esso diventerà un compagno di vita, non una merce usa e getta. Ciò ci sarà da stimolo per impiegarlo più a lungo.
Addio usa e getta: cos’è un oggetto mutabile?
Per definizione, un oggetto mutabile non presenta alcun fine vita. Esso si evolve e si trasforma. È il risultato di un approccio di design sostenibile, il quale integra la visione dell’economia circolare fin dalla prima fase di ideazione.
Il design rigenerativo si fonda su tre pilastri, imprescindibili ed essenziali:
- modularità: L’oggetto non è un monolite sigillato e inaccessibile. È composto da parti indipendenti e intercambiabili. Se un componente (o modulo) si guasta, o magari diventa obsoleto, si sostituisce. Tutto il resto viene invece mantenuto.
- Riparabilità. L’oggetto è progettato per essere riparato con facilità e con strumenti comuni, quali cacciaviti standard, chiavi a brugola e così via, senza alcuna necessità di utilizzare colle tossiche o viti proprietarie. Qualora occorresse aprirlo per procedere con l’intervento, l’operazione non presenterà complicazioni di nessun tipo.
- Adattabilità. L’oggetto è capace di cambiare funzione, componentistica o estetica nel tempo. Un mobile, ad esempio, può trasformarsi da scaffale a scrivania. Proprio come un capo d’abbigliamento può essere accorciato o allungato.
Questi tre pilastri non sono compartimenti stagni, ma lavorano in sinergia al fine di trasformare l’idea stessa di possesso. Da impegno passivo si passa a partecipazione attiva alla manutenzione, all’aggiornamento e all’evoluzione del prodotto.
5 Esempi di design mutabile che puoi già acquistare
Non stiamo parlando soltanto di teoria. Esistono già, in commercio, prodotti di design sostenibile che stanno ridefinendo il concetto di longevità di una merce. Vediamo i più noti:
- lo smartphone modulare (per esempio, il celebre Fairphone): Telefoni di questo tipo ti consentono di sostituire batteria o schermo da solo, e di farlo in meno di cinque minuti, senza alcuna necessità di un intervento di tecnico specializzato. È un concept diametralmente opposto a quello dello smartphone oggi più desiderato, il quale è invece sigillato e irreparabile, se non da un addetto ai lavori;
- l’arredamento che cresce assieme a noi. Esistono sistemi di scaffalature modulari basati su pochi componenti standard. Possiamo ampliarli, riconfigurarli e adattarli a un trasloco, a un nuovo ufficio o all’arrivo di un bambino. Da libreria possono diventare credenza, e viceversa. Potenzialmente, possono accompagnarci per tutta la vita;
- le cuffie riparabili. Possiamo acquistare cuffie professionali, composte da parti distinte. Ogni singolo pezzo – dall’archetto ai padiglioni, dai cavi ai driver… – può essere acquistato e sostituito singolarmente. Se il cavo fa contatto, come spesso accade, cambieremo soltanto tale componente;
- gli abiti trasformabili: un numero sempre crescente di brand di moda sostenibile offre vestiti dotati di zip, bottoni o lacci che ne modificano la vestibilità. Un capo può diventare più corto, più lungo o cambiare completamente stile, in base alle esigenze e alle mode;
- gli elettrodomestici open source: sebbene siano ancora una nicchia, esistono progetti che mettono a disposizione istruzioni complete per la propria riparazione, e/o la modifica del prodotto. In questo modo, permettono all’utente di diventare un vero custode del proprio apparecchio.
I vantaggi ambientali ed economici di un mondo mutabile
Nella pratica tabella sottostante, abbiamo sintetizzato i principali benefici che l’adozione su larga scala degli oggetti mutevoli comporterebbe.
CARATTERISTICA | PRODOTTO TRADIZIONALE (USA E GETTA) | OGGETTO MUTABILE (RIGENERATIVO) |
DURATA MEDIA | Generalmente limitata, a 1-5 anni. È progettato per un ciclo di vita breve, spesso con obsolescenza programmata. Questo incoraggia la sostituzione frequente. Materiali e assemblaggi non prevedono durabilità. | Estremamente estesa, da 10 a 50+ anni. Talvolta potenzialmente illimitata. È progettato per essere duraturo, riparabile, aggiornabile e riciclabile. La modularità e l’uso di materiali di alta qualità sono caratteristiche chiave. |
COSTO INIZIALE | Generalmente, ma non necessariamente, più basso. Il prezzo d’acquisto è spesso il principale driver per il consumatore. Riflette costi di produzione inferiori, dovuti a materiali non durevoli e processi meno complessi. | Generalmente più alto. Il costo iniziale riflette la qualità superiore dei materiali, la complessità del design per la longevità e la riparabilità, nonché i costi di ricerca e sviluppo per la sostenibilità. |
COSTO A LUNGO TERMINE | Alto, principalmente dovuto alla sostituzione. La necessità di riacquistare il prodotto, o le sue parti, frequentemente, sommata ai prezzi di smaltimento, rende l’investimento totale piuttosto esoso nel tempo. | Basso, grazie ai costi minimi di riparazione e/o upgrade. L’investimento iniziale è ammortizzato su un periodo molto più lungo. La possibilità di aggiornare o riparare il prodotto evita l’acquisto di un nuovo articolo. |
IMPATTO AMBIENTALE | Alto. Genera grandi quantità di rifiuti solidi, richiede un continuo prelievo di nuove risorse e comporta elevati consumi energetici, sia per la produzione sia per lo smaltimento. Contribuisce significativamente all’inquinamento ambientale. | Basso. Riduce drasticamente la produzione di rifiuti, minimizza il consumo di nuove risorse estendendo la vita utile dei prodotti e promuove riciclo e riutilizzo dei componenti. Si mantiene in linea con i principi dell’economia circolare durante l’intero ciclo di vita. |
RELAZIONE PRODOTTO/UTENTE | Passiva e meramente consumistica. L’utente è esclusivamente acquirente e utilizzatore. Non è incentivato a comprendere il prodotto, né a prendersene cura. La modalità di fruizione è usa e getta, per poi acquistare una nuova merce o un aggiornamento della vecchia. | Attiva, di cura e co-creazione. L’utente è coinvolto nella manutenzione, nella riparazione e nell’aggiornamento del prodotto. Si sviluppa un senso di proprietà e apprezzamento per l’oggetto. Il consumatore diventa un vero e proprio curatore. |
Il paradigma dell’oggetto mutabile
I mutable objects si inseriscono in un paradigma di design e produzione che va oltre la semplice sostenibilità e mira alla rigenerazione del valore. Il prodotto non si limiterà a minimizzare il danno causato, bensì genererà impatti positivi durante il suo intero ciclo di vita.
Il concetto si sposa perfettamente con i principi cardine dell’economia circolare. Progettare per la durevolezza e la modularità riduce la domanda di nuove risorse. L’oggetto mutabile limita i costi energetici della produzione e l’enorme quantità di rifiuti RAEE da apparecchiature elettriche ed elettroniche prodotti.
Le implicazioni sociali ed economiche sono profonde. Il design sostenibile e rigenerativo crea posti di lavoro locali. nel settore della riparazione e della manutenzione, sfidando la logica della produzione a basso costo e dell’impattante trasporto globale. Tuttavia, sfide e problematiche non mancano. La resistenza delle grandi aziende i cui profitti sono in gran parte legati all’obsolescenza è forte, così come si avverte la necessità di educare i consumatori a una nuova cultura del possesso. L’opportunità, però, è altrettanto valida: si tratta di costruire un mercato più resiliente e maggiormente orientato al valore a lungo termine.
Come riconoscere e scegliere un oggetto progettato per durare
Comportarsi da consumatore consapevole significa saper distinguere un prodotto di design sostenibile realmente mutabile da una semplice strategia di greenwashing. Chiunque desideri diventare un consumatore consapevole, segua questa checklist:
- consideriamo, per prima cosa, se le viti di assemblaggio siano standard o proprietarie. Qualora fossero state impiegate viti pentalobo, o altre chiusure non standard, il produttore sta deliberatamente ostacolando la riparazione. Preferiamo viti a croce o a stella, facilmente reperibili ovunque;
- il produttore vende pezzi di ricambio? Se sul sito web non è presente una sezione dedicata ai ricambi, o se il loro costo è particolarmente proibitivo, sta già suonando un segnale d’allarme;
- i materiali sono di alta qualità? Non è sempre possibile stabilirlo a occhio nudo. Possiamo comunque dare uno sguardo più approfondito. Un prodotto ideato per durare utilizza materiali robusti quali metalli, legni masselli e plastiche riciclate di qualità). Difficilmente si servirà di un polimero leggero, fragile e di infima consistenza.
C’è un dato, reso noto dalla Commissione Europea, che evidenzia bene quanto sia importante cambiare radicalmente il paradigma dell’usa e getta. Soltanto estendere la vita utile di ogni smartphone presente in Europa di un solo anno farebbe risparmiare 2,1 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno. Si tratta di una cifra molto più che considerevole, la quale ci dimostra quale possa essere l’impatto di una prolungata longevità.
Il diritto alla riparazione cambia le regole
Bruxelles pare aver ben compreso quale sia il potenziale dell’oggetto mutabile. L’Unione Europea sta spingendo con forza per normare il cosiddetto diritto alla riparazione.
Le nuove misure puntano a obbligare i produttori a rendere disponibili pezzi di ricambio e manuali di riparazione per un periodo esteso, compreso tra i 7 e i 10 anni dalla messa in vendita del prodotto. L’idea è quella di modificare completamente l’attuale approccio di progettazione. Questa spinta legislativa vuole rendere il design mutabile uno standard di mercato. Quando i costi legati alla gestione dei ricambi e delle riparazioni diventeranno un fattore di rischio economico, le aziende saranno costrette ad abbracciare modularità e riparabilità.
Il futuro del design sostenibile non è fatto di prodotti che invecchiano, ma di oggetti che maturano. Di fatto, si trasformano con noi. Preferire un oggetto mutabile non è solo un gesto ecologico, bensì un atto di resistenza contro l’obsolescenza, oltre che un investimento intelligente sul futuro.