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La rigenerazione urbana della Capitale passa dal Tevere

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Il nuovo Piano strategico e operativo (PSO) ha scelto il Tevere come volano per la rigenerazione urbana di Roma, l’asse dal quale partiranno circa 800 progetti che dovranno cambiare, per sempre, il volto della Capitale

La rigenerazione di Roma Capitale parte dal fiume che l’attraversa da quando è stata posta la prima pietra, il Tevere. Dopo decenni di assalto a suon di cemento e inquinamento, per il principale fiume dell’Italia centrale e il terzo per lunghezza di tutto il paese pare giunto il momento della riscossa. L’amministrazione capitolina lo ha scelto per farne uno dei pilastri di una nuova idea di città proiettata, vento in poppa, verso “la transizione ecologica, la mobilità sostenibile e la rigenerazione urbana”.

È questa l’ambizione del neo Piano strategico e operativo (PSO), mosaico composto da 800 progetti, per i quali è previsto uno stanziamento iniziale di 50 milioni di euro provenienti da diverse fonti di finanziamento. Il resto delle risorse arriverà cammin facendo. Il Piano è già stato approvato dalla Giunta di Roma Capitale e a fine ottobre scadranno i termini per presentare le eventuali osservazioni e poi verrà approvato in via definitiva dall’Assemblea Capitolina.

Il Piano strategico e operativo (PSO)

Una progettualità che, come spiega la stessa amministrazione, “sviluppa e porta in attuazione quanto previsto nel Piano regolatore generale, rappresenta uno strumento operativo di natura strategica e programmatica che ha come obiettivo quello di conferire al Tevere il ruolo di protagonista della trasformazione sostenibile della città”. L’idea è dar vita a una vera e propria “infrastruttura ambientale, sociale e culturale che si snoda lungo 75 km di paesaggi naturali, urbani e periurbani da Settebagni a Ostia che – attraversando l’Agro romano a nord, la città ‘moderna’ del Flaminio, il Centro storico dentro le mura, l’ex città industriale di Ostiense-Marconi fino ai paesaggi agrari della duplice foce del Tevere – diventa il catalizzatore di nuove connessioni ecologiche e la leva per una rigenerazione capillare dei territori attraversati”. Un ecosistema urbano e un ecosistema fluviale che si fondano.

In breve, tre sono gli obiettivi strategici che guidano il PSO, che si articoleranno, ovviamente, in azioni progettuali: un fiume di spazi verdi e blu per una transizione ecologica di valore paesaggistico e sociale; una rete di mobilità sostenibile per un’accessibilità diffusa e per tutti alla scala urbana e di prossimità; un arcipelago di centralità urbane e locali da qualificare nel quadro di una rinnovata coesione sociale nei luoghi dell’abitare.

Un mosaico di progetti di rigenerazione urbana

Non un progetto isolato, quindi, ma una visione d’insieme del territorio fluviale che, spiegano dal Campidoglio, “coinvolge attivamente istituzioni, cittadini e attori pubblici e privati in un processo dinamico e aperto, orientato alla qualità paesaggistica, alla resilienza ambientale e all’equità urbana”. Uno sforzo non da poco. Per governare un piano di centinaia di cantieri è stato previsto anche una sorta di regìa per la selezione e la programmazione degli interventi nel tempo, attraverso una struttura di Roma Capitale specificamente dedicata, “capace di creare le necessarie relazioni inter e intra-istituzionali tra le competenze dei diversi uffici comunali per garantire un’efficace interlocuzione con enti e istituzioni sovraordinati e una stringente finalizzazione delle azioni per il raggiungimento degli obiettivi strategici”. Coordinamento necessario per non perdere i pezzi durante il lungo cammino, che non sarà certo privo di incognite.

Il traguardo finale, insomma, è quello di trasformare il Tevere da luogo di confine e di marginalità nella “spina dorsale di valore strategico, laboratorio di innovazione urbana e sociale, paesaggio vivo da attraversare, abitare e custodire. Un fiume che torna a connettere, generare valore e ispirare futuro”.

Un percorso, peraltro, che ha visto la partecipazione dei cittadini. Secondo l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, nel piano sono inclusi anche progetti segnalati dai cittadini attraverso il contratto di fiume presso la Città Metropolitana di Roma.

Il supporto dell’informatica per progetti digitalizzati

Come ogni progetto che pensa in grance ci sarà spazio anche per l’informatica e la tecnologia satellitare. Tutti i progetti, infatti, saranno tradotti secondo la tecnologia del Geographic information system (GIS), un sistema informativo computerizzato per acquisizione/analisi di dati geografici (usato nelle cartografie digitali), in modo che tutto sia tracciabile e monitorabile in tempo reale.

Rigenerazione non solo a Roma

Il tema della rigenerazione urbana rimane uno dei temi caldi nell’agenda politica nazionale. Nel 2022 il Ministero dell’Interno aveva stanziato 300 milioni di euro per progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale. Un altro fondo per investimenti di rigenerazione urbana a favore dei comuni con popolazione inferiore a 15 mila abitanti è stato previsto sempre dal Ministero dell’Interno, con una dotazione complessiva per il biennio 2025-2026 pari a 235 milioni di euro. Soldi di fatto andati finora ai comuni di Emilia Romagna, Toscana e Marche colpiti dall’alluvione del maggio 2023.

Altri sei miliardi di euro di risorse pubbliche sono stati assegnati dallo stesso ministero (per le annualità 2023, 2024 e 2025) per investimenti relativi a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio (cd. medie opere) in ossequio al rispetto dei target previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Il fondo per il contrasti del consumo del suolo

Inoltre, al fine di consentire la programmazione e il finanziamento di interventi per la rinaturalizzazione di suoli degradati o in via di degrado in ambito urbano e periurbano, è stato istituito dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) il Fondo per il contrasto del consumo di suolo, con la dotazione di 10 milioni per l’anno 2023, di 20 milioni di euro per l’anno 2024, di 30 milioni di euro per l’anno 2025 e di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027.

Infine, si prevede che un Commissario straordinario del Governo approvi, anche per stralci o parti funzionali, un programma di rigenerazione urbana per determinate aree di rilevante interesse nazionale e la possibilità per la società Arexpo S.p.A. di stipulare accordi quadro con le amministrazioni pubbliche, e con le relative società in house, per interventi di rigenerazione urbana, di contenimento del consumo del suolo, recupero sociale e urbano dell’insediamento, favorendo al contempo lo sviluppo di iniziative economiche, sociali, culturali o di recupero ambientale.

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