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Guida all’Anti-Black Friday: 5 modi intelligenti per boicottare il consumo sfrenato

Black Friday: un utente di Amazon al cellulare
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Il Black Friday è l’apoteosi del consumo sfrenato. Ormai divenuto un fenomeno globale, segna l’inizio della stagione degli acquisti natalizi. Per i colossi della distribuzione e dell’e-commerce, si tratta di un periodo d’oro. Per il pianeta e il consumatore critico, invece, è un vero e proprio incubo, sia ecologico sia sociale.

La frenesia da offerta, alimentata da sconti che – spesso – nascondono aumenti di prezzo precedenti, ci spinge a comprare oggetti di cui non avevamo un così impellente bisogno. Gli analisti di mercato che si occupano di abitudini di consumo online, mettono in evidenza quanto la percentuale di resi sia elevata e come si mantenga costante. Il Black Friday è, probabilmente, la giornata in cui questo circolo vizioso si alimenta maggiormente.

Non si tratta soltanto di un’iniziativa commerciale. Rappresenta la celebrazione del modello economico usa e getta che genera un enorme impatto ambientale, dalla sovrapproduzione delle merci ai rifiuti di imballaggi i quali, inevitabilmente, finiscono per intasare le città. L’alternativa esiste. Dobbiamo sviluppare un modello di consumo consapevole e rigenerativo, al fine di rispondere a questa marea di shopping compulsivo. Il movimento Block Friday invita a fermarsi e riscoprire il valore duraturo degli oggetti. Le cinque principali filosofie che guidano questo movimento sono: riparare; scambiare; acquistare usato; supportare il locale e compiere l’azione più radicale tra tutte: non comprare nulla.

L’impatto nascosto del Black Friday: perché dire no è un atto di rigenerazione

Faciamo in modo di guardare oltre il prezzo scontato, e sforziamoci di analizzare il ciclo di vita completo di un acquisto compulsivo, dall’uscita dalla fabbrica allo smaltimento in discarica.

Il Black Friday e la sua bulimica proposta di prodotti a prezzo ribassato accelerano il fenomeno dell’obsolescenza percepita. Spingono cioè l’acquirente a scegliere nuovi modelli di dispositivi elettronici quando quelli vecchi sono ancora perfettamente funzionanti, o a procurarsi nuovi abiti anche quando quelli che già possiede sarebbero più che sufficienti a vestirlo, o vestirla, per l’intera stagione. Questo genera inevitabilmente sovrapproduzione. Conseguentemente, causa un massiccio dispendio di risorse quali acqua, energia e materie prime, oltre a stimolare l’emissione di gas serra nell’atmosfera.

I numeri dell’impatto sono quantomeno allarmanti, specialmente se ci concentriamo su quelli legati allo sfruttamento dell’e-commerce.

  • L’impronta di carbonio delle spedizioni è altissima. La logistica rapida, che consente il completamento delle spedizioni in 24/48 ore, è estremamente inefficiente in termini energetici. L’accelerazione delle consegne, durante il Black Friday, intensifica il traffico aereo, così come quello su gomma.
  • Le scatole di cartone, i pluriball e le plastiche monouso inondano i centri di smaltimento, creando un picco di rifiuti difficile da gestire per i comuni e non necessario. Numerosi brand, infatti, esagerano con il packaging considerandolo un elemento di design, più che un veicolo di protezione della merce.
  • I resi, cui abbiamo già accennato, mettono in luce una realtà sconcertante. Un report dedicato, a firma della Ellen MacArthur Foundation, stima che fino al 40% dei prodotti acquistati online, in occasione del Black Friday, venga in seguito restituito. Una parte significativa di questi resi, specialmente in settori quali elettronica; piccola tecnologia e abbigliamento fast fashion non viene mai rimessa in vendita, ma direttamente smaltita o distrutta. I costi di riorganizzazione logistica e stoccaggio superano infatti il valore dell’oggetto stesso.

Il costo sociale: sfruttamento del lavoro e crisi del commercio locale

L’impatto del Black Friday non è solo economico, bensì anche sociale. L’enorme pressione logistica si traduce in una intensificazione dello sfruttamento del lavoro, nei magazzini come in fase di consegna. L’aggressività del pricing delle multinazionali, inoltre, mette in ginocchio il commercio locale, privando le città della loro vitalità economica, oltre che della possibilità di sostenere filiere etiche e chilometro zero. Prima di acquistare un prodotto, domandiamoci se siamo parte di questo circolo vizioso.

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5 modi pratici per contrastare il Black Friday

È possibile boicottare il Black Friday, senza rinunciare a ciò che serve. È anche meno complesso di quanto si potrebbe pensare. Basta modificare il modo in cui si soddisfano i propri bisogni, abbracciando un’economia circolare e di prossimità.

1. Il movimento di riparazione: aggiusta ciò che hai

Il gesto più potente per fronteggiare l’obsolescenza è riparare. Invece di sostituire un oggetto rotto, impariamo ad aggiustarlo, o rivolgiamoci a chi sappia farlo. Questa filosofia è perfettamente incarnata dai Repair Café: eventi gratuiti dove volontari esperti aiutano i visitatori a riparare oggetti rotti. Sul sito ufficiale è possibile mappare i caffè attivi, in Italia e nel resto del mondo. Questa pratica è una vera e propria forma di resistenza culturale, la quale sostiene il diritto alla riparazione, ovvero quel principio secondo il quale le aziende dovrebbero fornire pezzi di ricambio, e manuali, al fine di consentire ai consumatori la riparazione dei propri prodotti danneggiati ma non inservibili.

2. Il tuo rifiuto è la mia risorsa: lo scambio (o swapping)

Ciò che non serve più a qualcuno può divenire una risorsa preziosa per qualcun altro. Lo swapping, o scambio, in italiano, consente il rinnovo del proprio guardaroba, o della propria casa se si barattano elementi di arredo, a impatto zero.

I cosiddetti swap party di capi di abbigliamento sono incontri sociali, presso i quali le persone portano quel che non indossano più, scambiandolo gratuitamente con quanto proposto dagli altri partecipanti. Esistono anche piattaforme di scambio online, tipicamente dedicate a libri, giocattoli e piccoli oggetti. Su esse ci si può organizzare per scambio a mano o spedizione. Naturalmente, la prima strada è quella consigliata. L’economia non ha necessariamente bisogno di denaro per funzionare. Spesso, basta un’efficiente redistribuzione.

3. Il potere del second-hand: dare una seconda vita agli oggetti

Acquistare merce già utilizzata, di seconda mano, come si suol dire (second-hand, in lingua inglese), è un’alternativa diretta al nuovo in offerta. Invece di finanziare nuova produzione, si estende la vita di un oggetto già esistente. In questa maniera, si riduce la necessità di materie prime.

Il mercato dell’usato, oggi, è più accessibile che mai e virtuoso come sempre. Si può optare per numerosi prodotti:

  • abbigliamento. App e negozi second-hand offrono abiti usati a prezzi accessibili, talvolta anche di buona qualità;
  • arredamento. Negozi dell’usato e mercatini offrono pezzi unici a chi sa cercare, tipicamente di maggiore qualità e design più pregevole rispetto al prodotto di massa;
  • elettronica. Il settore del ricondizionato (o refurbished, nell’espressione anglosassone) permette di acquistare smartphone, computer e tablet perfettamente funzionanti. Il costo sarà notevolmente inferiore e il dispositivo corredato di garanzia.

4. L’acquisto locale e artigianale: votare con il portafoglio

Invece di gonfiare i conti delle grandi multinazionali globali, si può scegliere di supportare l’economia della propria comunità. L’acquisto locale e artigianale ha diversi vantaggi: riduce le distanze di trasporto diminuendo l’impronta di carbonio dell’operazione; garantisce maggiore trasparenza sulla filiera; sposta il valore economico all’interno della città ove si risiede e sostiene posti di lavoro etici, oltre che mestieri tradizionali. Preferire il locale e fare spesa in un piccolo negozio di quartiere, anziché in un grande e-commerce, rappresenta un chiaro atto politico. Significa sostenere e stimolare la resilienza economica locale.

5. L’opzione radicale: celebrare il Buy Nothing Day

L’azione più diretta contro il sistema Black Friday è l’astensione totale da ogni spesa. Il Buy Nothing Day, la Giornata del Non Acquisto, è una ricorrenza annuale indetta da un movimento internazionale nato negli anni ’90 in Nord America. Per tradizione, essa coincide provocatoriamente con il Black Friday.

L’obiettivo del Buy Nothing Day è criticare, in maniera radicale, il consumismo sfrenato, e invitare a una riflessione sul significato e sulle conseguenze legate agli acquisti quotidiani. Partecipare significa dedicare l’intera giornata ad attività che non implichino alcun utilizzo di denaro: leggere, passeggiare, cucinare con ciò che si ha, o, meglio ancora, recarsi presso un Repair Café a riparare oggetti.

Guida alla scelta: qual è il modello di consumo che fa per te?

MODELLO DI CONSUMOIMPATTO AMBIENTALEIMPATTO SOCIALE/ECONOMICOESEMPIO PRATICO E BENEFICI
BLACK FRIDAY (ACQUISTO DA NUOVO)Altissimo: Produrre nuovi beni comporta un’ingente emissione di CO2; l’esaurimento di risorse naturali; l’uso di sostanze chimiche inquinanti e la generazione di enormi quantità di rifiuti tra imballaggi, prodotti invenduti e/o rapidamente dismessi. Il trasporto globale aggrava ulteriormente l’impronta carbonica.
Negativo: Questo modello favorisce lo sfruttamento della manodopera in paesi con scarsi diritti sociali; crea una pressione insostenibile sui piccoli commercianti locali, che non possono competere con i prezzi stracciati dei giganti della distribuzione; alimenta una cultura dell’usa e getta che disincentiva durabilità e riparazione. A lungo termine, può portare a crisi economiche locali e perdita di posti di lavoro qualificati.
Acquistare uno smartphone nuovo in offerta: Sebbene l’offerta possa sembrare vantaggiosa nell’immediato, l’acquisto contribuisce a un ciclo di produzione e smaltimento che ha un costo elevato, per ambiente e società. L’obsolescenza programmata spinge a sostituire dispositivi ancora funzionanti.
SECOND HAND (USATO O RICONDIZIONATO)Molto basso: Scegliere prodotti di seconda mano estende significativamente la vita utile degli oggetti, riducendo la necessità di produrre nuovi beni. Questo si traduce in un risparmio notevole di materie prime, energia, acqua e nella minimizzazione dei rifiuti destinati alle discariche. È un approccio circolare.Neutro/Positivo: Dal punto di vista sociale, offre opportunità di risparmio significative per l’acquirente. Rende accessibili beni che, altrimenti, sarebbero troppo costosi. Supporta attività come i mercatini dell’usato; i negozi di seconda mano; le piattaforme online dedicate. Spesso crea posti di lavoro locali e stimola un’economia più resiliente.Acquistare uno smartphone ricondizionato: Non solo si ottiene un prodotto di qualità a costo inferiore, ma si contribuisce attivamente a ridurre i rifiuti elettronici. Si rompe il ciclo dell’obsolescenza e si valorizzano risorse già estratte e lavorate.
RIPARAZIONEIl più basso in assoluto: Riparare un oggetto evita completamente un nuovo acquisto. Annulla completamente l’impatto ambientale della produzione di un sostituto. Riduce drasticamente i rifiuti e massimizza l’efficienza nell’uso delle risorse già impiegate per il prodotto originale. È l’emblema dell’economia circolare.
Positivo: La riparazione supporta e valorizza le competenze dei riparatori locali, creando posti di lavoro qualificati e mantenendo vive le botteghe artigiane oggi in forte difficoltà. Aumenta la consapevolezza del valore degli oggetti e insegna l’importanza di prendersi cura di ciò che si possiede, contrastando la cultura del tutto e subito e quella dell’usa e getta, ambedue ambientalmente deleterie.

Sostituire la batteria del proprio smartphone: Invece di acquistare un nuovo telefono, magari per un problema di batteria, la sostituzione prolungherà la vita del dispositivo, potenzialmente di anni, risparmiando denaro e riducendo il proprio impatto ambientale in modo significativo. In aggiunta, l’operazione supporterà i tecnici locali.
ACQUISTO LOCALE O ARTIGIANALEBasso: La filiera corta riduce notevolmente le emissioni di carbonio legate al trasporto. La produzione su piccola scala, con metodi tradizionali e materiali locali, ha un impatto ambientale minore rispetto alla produzione industriale di massa. Vi è anche maggiore tracciabilità e trasparenza sull’origine delle materie prime.
Altissimo: Supportando direttamente l’economia locale, si mantiene il denaro all’interno della comunità e si rafforza il tessuto sociale. Acquistare locale genera occupazione qualificata; valorizza l’artigianato e le tradizioni locali; promuove la diversità culturale e la resilienza economica. La bottega artigiana favorisce relazioni più dirette tra produttore e consumatore, basate su fiducia e qualità.
Acquistare un oggetto fatto a mano da un artigiano del quartiere: Si acquista un prodotto unico e di qualità, spesso realizzato con cura e materiali sostenibili. Si contribuisce a sostenere la creatività e l’imprenditorialità locale, evitando che i profitti vadano a multinazionali estere e reinvestendo nella propria comunità.
La tabella mette a confronto i diversi modelli di consumo di cui abbiamo parlato nell’articolo.

Repair Café contro il Black Friday

Un Repair Café è molto più di un semplice laboratorio di riparazione. Durante questo evento completamente gratuito, tenuto a cadenza regolare, ove le persone si incontrano con i loro oggetti rotti, volontari con competenze specifiche in elettronica, sartoria, falegnameria, meccanica di biciclette e altro ancora, mettono a disposizione il loro tempo allo scopo di aiutare i visitatori nella riparazione dei loro oggetti.

L’obiettivo fondamentale non è solo evitare che un oggetto finisca in discarica. Si vuole anche trasmettere conoscenza e abilità. I visitatori sono incoraggiati a sporcarsi le mani e a imparare le tecniche di riparazione. In questo modo, si combatte l’impotenza che, molto spesso, ci spinge a buttare via quanto può ancora funzionare, magari a lungo. I Repair Café sono luoghi che creano legami sociali e rafforzano la cultura della durevolezza, in contrapposizione a quella dell’usa e getta favorita dal Black Friday.

Il valore della tua scelta

Alternativa Anti-Black FridayAzione PraticaBeneficio Principale
1. RiparazionePartecipa a un Repair CaféEstensione della vita utile dell’oggetto.
2. ScambioOrganizza uno Swap PartyRitiro a costo zero, senza produzione di rifiuti.
3. UsatoAcquista un prodotto ricondizionatoRisparmio e riduzione dell’impatto di produzione.
4. LocaleSupporta l’artigiano di quartiereSostegno all’economia etica e di prossimità.
5. Buy NothingScegli di non comprare nullaCritica radicale al consumismo senza freni e riflessione.

Movimenti come il Block Friday o il Buy Nothing Day non sono una rinuncia forzata. Semmai, si tratta di scelte consapevoli, capaci di ripagare chi le intraprenda in termini di qualità, sostenibilità e valore etico. Ti invitiamo a non subire l’assalto commerciale del Black Friday e a scegliere, attivamente, di rinunciare alla spirale di consumismo eccessivo che favorisce. Condividi la tua scelta sui social, parlane con i tuoi amici e/o la tua famiglia, dai il via a un passaparola virtuoso. Il venerdì nero potrà così trasformarsi in una giornata di consapevolezza, e tingersi di verde.

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Mattia Mezzetti

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