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Regolamento UE sulla deforestazione: è ancora rinvio

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Rinvio di un anno per tutte le imprese, semplificazione e modifiche ai requisiti di dovuta diligenza. A pochi giorni dalla data di applicazione delle norme per le grandi imprese, passa la richiesta di modifiche del regolamento relativo ai prodotti a deforestazione zero. Come un anno fa. Entrata in vigore nel giugno 2023, la legge doveva inizialmente applicarsi alle grandi imprese da dicembre 2024, con l’obiettivo di garantire che determinate materie prime, come i bovini, il cacao, il caffè, la palma da olio, la gomma, la soia e il legno, e i loro prodotti derivati immessi sul mercato dell’UE o esportati da tale mercato, non causino deforestazione o degrado forestale.

Non c’è pace per la legge europea sulla deforestazione. Decisamente non piace. Dal 30 dicembre 2025 le sue disposizioni avrebbero dovuto applicarsi alle grandi imprese. Ma, di nuovo, l’attuazione va rimandata e il testo modificato. Su questo sono quasi tutti (non proprio tutti) d’accordo.

Lo ha proposto la Commissione a ottobre, l’Europarlamento ha espresso voto favorevole a novembre e, all’inizio di dicembre, ha trovato un accordo politico provvisorio con la presidenza del Consiglio dell’Unione europea su una revisione puntuale del regolamento. Semplificare l’attuazione delle norme vigenti e rinviarne l’applicazione sono i due termini della questione.

Applicazione del regolamento EUDR già rinviata un anno fa

Per l’applicazione del regolamento Ue sui prodotti a deforestazione zero, nome in codice EUDR (European Union Deforestation Regulation), è il secondo rinvio. Le sue disposizioni principali dovevano inizialmente applicarsi a decorrere dal 30 dicembre 2024.

Era stato adottato dal Parlamento ad aprile 2023 ed entrato in vigore due mesi dopo, con l’obiettivo di combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità prevenendo la deforestazione legata al consumo di cacao, caffè, olio di palma, soia, legno, gomma, carbone vegetale, carta stampata e bovini. Ma in seguito a preoccupazioni sollevate dagli Stati membri, da paesi terzi, commercianti e operatori in merito alla preparazione, nel dicembre 2024 è stato adottato un rinvio di un anno. Fissando, appunto, l’applicazione della legge alle grandi imprese per fine 2025 e alle piccole e micro imprese dal 30 giugno 2026.

Ora, però, le nuove modifiche, richieste, pattuite e annunciate (l’accordo provvisorio dovrà ora essere approvato e adottato formalmente da Parlamento europeo e Stati membri al fine di sostituire l’attuale regolamento), sempre per facilitare l’attuazione della legge da parte di imprese, attori globali, paesi non UE e Stati membri.

Rinforzare le capacità del sistema informatico e semplificare i requisiti di due diligence

Il motivo del rinvio sarebbe legato all’inadeguatezza del sistema informatico sviluppato dall’UE. “La nuova modifica, proposta dalla Commissione nell’ottobre 2025, risponde alle continue difficoltà di attuazione, in particolare alla necessità di garantire l’efficace funzionamento del sistema di informazione dell’UE e di alleviare gli oneri amministrativi per gli operatori più piccoli”, recita la nota del Consiglio dell’Unione Europea del 4 dicembre, che spiega l’accordo raggiunto sulle correzioni da apportare.

“A seguito delle preoccupazioni espresse dagli Stati membri e dai portatori di interessi in merito alla preparazione delle imprese e delle amministrazioni come anche alle questioni tecniche relative al nuovo sistema di informazione, i colegislatori hanno espresso sostegno alla semplificazione puntuale del processo di dovuta diligenza da parte della Commissione. Hanno inoltre soppresso il ‘periodo di grazia’ inizialmente proposto dalla Commissione per le grandi e medie imprese, optando invece per una chiara proroga della data di applicazione per tutti gli operatori fino al 30 dicembre 2026, con un ulteriore periodo di riserva di sei mesi per i micro e i piccoli operatori”.

Entro il 30 aprile 2026 valutare l’impatto e gli oneri amministrativi dell’EUDR

Rinvio di un anno dell’entrata in vigore delle norme per tutte le imprese, requisiti di trasparenza ridotti per alcuni operatori e commercianti, revisione della legge entro il 30 aprile 2026 sono gli elementi principali dell’accordo. L’obbligo e la responsabilità di presentare la dichiarazione di dovuta diligenza riguarderanno solo le imprese che immettono per prime il prodotto sul mercato dell’Unione, e non gli operatori o commercianti che lo commercializzano successivamente.

Per ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi, è stato inoltre convenuto di eliminare alcuni prodotti stampati (come libri, giornali, immagini stampate) dall’ambito di applicazione del regolamento, “rispecchiando il limitato rischio di deforestazione associato a tali articoli”. E la Commissione europea è stata incaricata da Consiglio e Parlamento di effettuare un riesame a scopo di semplificazione e di presentare una relazione entro il 30 aprile 2026.

La relazione dovrebbe valutare l’impatto e gli oneri amministrativi dell’EUDR, in particolare per gli operatori più piccoli, e indicare le modalità per affrontare i problemi individuati, anche attraverso orientamenti e miglioramenti del sistema di informazione.

Contrari i socialdemocratici: così si mina una legge fondamentale per la nature e per il Green Deal

Il consenso non è stato unanime in occasione del voto in parlamento sulle modifiche al regolamento. No dei socialdemocratici che hanno sottolineato come “la richiesta di una revisione anticipata sia semplicemente un tentativo mascherato di ritardare ancora una volta la legge in una fase successiva”.

Secondo l’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici al Parlamento europeo, “non si tratta di una correzione tecnica, ma di un passo indietro politico”, PPE ed estrema destra hanno “fatto passare una posizione che mina l’integrità fondamentale della legge”. “Ogni minuto, circa 100 alberi vengono tagliati o bruciati per soddisfare la domanda europea di caffè, cacao, carne bovina e altri prodotti. Vogliamo porre fine alla deforestazione nascosta nei nostri cestini della spesa.

Per questo il Regolamento UE sulla deforestazione deve entrare in vigore rapidamente e senza scappatoie, soprattutto per le grandi aziende internazionali ad alto rischio di deforestazione”, aveva dichiarato Delara Burkhardt, capo negoziatore S&D sul Regolamento UE sulla deforestazione. Proponendo una rapida applicazione delle norme anti-deforestazione per le grandi aziende e più tempo per le piccole, per le quali, parallelamente, sarebbero state riesaminate in dettaglio le sfide del regolamento. L’ EUDR è, secondo i socialdemocratici, una pietra miliare del Green Deal europeo e un passo fondamentale per la protezione della natura e della biodiversità a livello mondiale.

La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) stima che 420 milioni di ettari di foresta – un’area più grande dell’UE – siano stati persi a causa della deforestazione tra il 1990 e il 2020. E il consumo dell’UE, sempre secondo l’Organizzazione, sarebbe responsabile di circa il 10% della deforestazione globale, con l’olio di palma e la soia che rappresentano oltre due terzi di questa quota. Numeri ricordati dalla stessa Bruxelles.

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