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Piante mangia smog da interno, quali sono e come possono migliorare la qualità dell’aria

Piante mangia smog da interno: svariate piante posizionate lungo una mensola
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Molte città italiane stanno vivendo una vera e propria emergenza smog. I dati relativi all’ultimo inverno, e in particolare al mese di gennaio, attestano che in Pianura Padana si sono superati, in più occasioni, i valori critici di concentrazioni di particolato fine, e grossolano, presenti in aria. La natura, però, può darci una mano. Lo afferma uno studio condotto da Coldiretti e presentato in occasione dell’ultima edizione della fiera Myplant&Garden di Milano. Secondo l’analisi, una pianta mangia smog da interno adulta è in grado di assorbire dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili dall’aria.

Pensiamo a quanti e quali benefici potrebbero derivare dalla disposizione di un ettaro di piante. Sarebbero in grado di aspirare ben 20mila chili di anidride carbonica, ogni anno. Le piante sono un vero e proprio toccasana e si dimostrano importantissime anche in questo ambito, capaci di affiancarci, instancabili, nella lotta all’inquinamento ambientale e allo smog che avvelena l’aria.

Quali sono le piante mangia smog da interno

Piante mangia smog da interno: alcune piante, in vaso, su una scrivania
Le piante anti smog da interno ripuliscono l’aria negli ambienti di lavoro

Alcune piante sono particolarmente efficaci a questo riguardo. Essenze come leccio, fotinia, pitosforo, lauro o eleagno ci aiutano dunque a rendere le case, e, di conseguenza, le città, più vivibili. Anche l’acero riccio ha un ruolo importante. Si stima che dodici esemplari di questa specie possono assorbire l’equivalente della CO2 emessa da un’auto, di media cilindrata, la quale percorre 10 mila chilometri all’anno. Tra le piante anti-smog troviamo poi betulla, cerro, ginkgo biloba, tiglio, bagolaro, olmo campestre, frassino comune e ontano nero.

Piante anti-smog da appartamento

Se decidiamo di posizionarle in casa, anche all’interno del nostro piccolo appartamento, le piante possono contribuire a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo indoor. L’inquinamento negli ambienti chiusi non va sottovalutato. Gli esperti parlano, non a caso, della cosiddetta sindrome dell’edificio malato. Una cattiva qualità dell’aria introdotta nel nostro corpo può portare a mal di testa e problemi respiratori. Secondo lo studio Coldiretti già citato, le piante abbassano fino al 20% i livelli di anidride carbonica all’interno di case, scuole, uffici e ospedali nonché del 15% le polveri sottili PM 2,5 negli stessi ambienti.

Tra le specie consigliate per una collocazione interna troviamo la Sansevieria, la Yucca, la Camadorrea, la Schefflera, il Pothos, la Diffenbacchia, lo Spatifillo e l’Anturium. Sono tutte specie che sopravvivono bene al chiuso e nobilitano i nostri spazi di vita, ripulendo l’aria e l’ambiente all’interno del quale sono sistemate.

Quanto è importante la diffusione del verde in case e città?

Il verde pubblico e privato, nelle città e nelle case, deve essere ripensato e favorito. A oggi, in Italia, ogni cittadino dispone di 32,5 metri quadrati di verde urbano, secondo le stime effettuate da Coldiretti a partire da dati e rilevazioni Istat. Nelle grandi città, la media si abbassa. A Milano si contano 18,5 metri quadrati pro capite; a Roma sono 16,9; a Napoli 13,5; 12 a Palermo e soltanto 9,4 a Bari. Le aree verdi sono importanti per mitigare l’effetto isola di calore. Un parco di grandi dimensioni può abbassare la temperatura, da 1 a 3 gradi. Questo è possibile grazie all’ombreggiatura, e anche per merito della traspirazione e della fotosintesi del fogliame.

In media, un’area verde urbana di 1500 metri quadrati raffredda la temperatura circostante di 1,5 gradi e gli effetti sono percepiti a decine di metri di distanza. Il verde deve essere valorizzato in tutte le sue forme. Un sostegno ai cittadini arriva dal Bonus Verde, una misura che permette di detrarre ai fini Irpef il 36% delle spese sostenute per la sistemazione, in chiave ecologica, di aree private e condominiali. La misura è in scadenza a fine anno, il prossimo 31 dicembre 2024. In essa rientrano i lavori effettuati anche in pertinenze o recinzioni, come giardini e terrazze, così come quelli per realizzare impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili.

Come le piante mangia smog da interno ripuliscono l’aria

L’ozono contenuto negli strati più alti, e rarefatti, dell’atmosfera è responsabile di importanti benefici. Lo strato contenuto nella stratosfera scherma le radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole, consentendo la vita sulla Terra. Altrove, però, l’ozono può rivelarsi pericoloso. Nella bassa atmosfera, o troposfera, seppur in concentrazioni bassissime, non più di qualche decina di parti per milione, ovvero tre volte meno dell’anidride carbonica, danneggia sia l’apparato respiratorio degli esseri umani sia quello fotosintetico delle piante. Le piante mangia smog da interno – e quelle da esterno – attraverso la fotosintesi, possiedono un’elevata capacità di sottrarre ozono dall’aria che respiriamo.

Ecco perché spesso si parla dell’importanza di piantare più alberi e incrementare l’estensione delle cosiddette foreste urbane. Scegliamo con accuratezza specie vegetali adatte al luogo d’impianto e concediamo loro un’ampia area fogliare, in grado di massimizzare l’assorbimento. Pianificando in anticipo gli interventi selvicolturali post-piantumazione, al fine di favorire il raggiungimento della piena maturità degli alberi e garantire la sicurezza dei cittadini, potremo programmare la pronta sostituzione degli alberi giunti alla fine del proprio ciclo vitale. In tal maniera, ci garantiremmo sempre la presenza di piante mangia smog.

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Mattia Mezzetti

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