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Acque reflue: possibile la depurazione con i rifiuti da biomassa

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Un team di ricercatori in Canada sta studiando la possibilità di impiegare rifiuti organici, come fondi di caffè esausti, paglia d’orzo e segatura, per assorbire le sostanze inquinanti presenti nelle acque di scarico.

L’ultimo a lanciare l’allarme è stato l’osservatorio Copernico che in un recente rapporto ha parlato della siccità come di una delle grandi emergenze che incombono sull’Europa. Una problematica che sta interessando nel nostro Paese soprattutto il Nord Italia, messo a dura prova negli ultimi mesi da un mix di inquinamento, scarse precipitazioni, temperature elevate rispetto alla media stagionale, e che potrebbe aggravarsi in vista dell’estate. Il tutto con pesanti effetti sull’economia nazionale e in particolare su determinati settori, come l’agricoltura. Di qui la spinta a mettere in atto una serie di iniziative che passano anche dal riutilizzo delle acque reflue. Queste ultime sono le acque utilizzate nelle attività umane (domestiche, industriali o agricole) che contengono sostanze organiche e inorganiche potenzialmente dannose per la salute e l’ambiente in quanto presentano caratteristiche mutagene, cancerogene, e un’elevata tossicità per l’uomo e per gli animali. Se trattate tramite appositi impianti di depurazione possono però rappresentare un tesoro prezioso ed essere rimesse in circolazione per sopperire, almeno in parte, alla scarsità di acqua. 

Trattamento delle acque reflue: l’Italia è ancora indietro 

L’ultima relazione annuale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) evidenzia che l’Italia, dal punto di vista del trattamento delle acque reflue, potrebbe fare molto di più. I reflui potenzialmente destinabili al riuso ammontano infatti al 23% del totale, peccato che ne venga effettivamente riutilizzato solo il 4%, perlopiù nelle regioni del Nord. Non a caso, il Decreto Siccità approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri punta proprio a favorire il riutilizzo delle acque reflue trattate tramite gli impianti di depurazione, per l’irrigazione necessaria all’agricoltura. 

I rifiuti da biomassa possono essere utilizzati per il trattamento delle acque reflue 

Un aiuto potrebbe arrivare dalla ricerca scientifica e in particolare dal Canada, dove un gruppo di ricercatori sta lavorando al riutilizzo dei rifiuti da biomassa per il trattamento delle acque reflue. In che modo? “Stiamo lavorando con i rifiuti organici, come fondi di caffè esausti, paglia d’orzo e segatura, per trasformarli in qualcosa di utile”, spiega la dottoressa Sophie He, che guida il team di ricercatori. “Se questi rifiuti organici non vengono gestiti correttamente e inviati alle discariche, rilasciano gas serra come il metano, che è estremamente dannoso per il nostro ambiente”, aggiunge. L’obiettivo è invece trattarli tramite appositi procedimenti, in modo che possano essere utilizzati per assorbire gli elementi inquinanti presenti nelle acque reflue. Una possibilità confermata anche da uno studio realizzato dal Politecnico di Torino secondo cui, partendo dalla biomassa di origine urbana e utilizzando un particolare metodo, si può arrivare alla produzione di nanoparticelle in grado di rimuovere le sostanze contaminanti dalle acque reflue, favorendo così la reimmissione nel ciclo economico di un elemento ormai sempre più prezioso.

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