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Agricoltura rigenerativa: 6 tecniche che possono ridurre le emissioni globali

Agricoltura rigenerativa: un agricoltore saluta le sue piante
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Quando parliamo di agricoltura rigenerativa ci riferiamo a un approccio innovativo alla coltivazione. Facendo impiego di pratiche agricole sostenibili è possibile migliorare la salute del suolo. A differenza dell’agricoltura convenzionale, la quale spesso si concentra sull’uso intensivo di fertilizzanti chimici e pesticidi, quella rigenerativa si basa su principi ecologici. Tale pratica promuove la biodiversità, migliora la struttura del suolo e aumenta la capacità di ritenzione idrica.

Cos’è e perché è diversa dall’agricoltura convenzionale

L’agricoltura rigenerativa rappresenta una concezione nuova dell’intera industria primaria. Essa non si focalizza soltanto sulla conservazione, bensì anche sul miglioramento della salute del suolo. Contrariamente all’agricoltura convenzionale, che in molti casi fa largo uso di fertilizzanti chimici e pesticidi; l’agricoltura rigenerativa adotta principi ecologici che favoriscono la biodiversità, ottimizzano la struttura del suolo e incrementano la capacità di ritenzione idrica.

I principi dell’agricoltura rigenerativa sono tutti legati alla sostenibilità. Si desidera migliorare la salute del suolo aumentandone la materia organica e preservandone la struttura. Si mira a ridurre le emissioni di gas serra e potenziare la capacità del suolo di immagazzinare il carbonio, nonché a favorire la presenza di numerose specie animali e vegetali. Tanto sopra quanto sotto il suolo. Allo scopo di promuovere la biodiversità. Tutti questi fini si vogliono perseguire migliorando la resilienza economica delle aziende e riducendo i costi, sul lungo termine.

Le sei tecniche chiave dell’agricoltura rigenerativa

Approfondiamo ora, nel concreto, quali siano effettivamente le tecniche che differenziano l’agricoltura rigenerativa da quella tradizionale.

Tecnica 1 – no till o minimum tillage

La tecnica del no till o del minimum tillage, che potremmo tradurre in italiano come non lavorazione, è una pratica fondamentale nell’agricoltura rigenerativa. Questo tipo di approccio evita l’aratura e la lavorazione del suolo. Le colture si piantumano infatti direttamente tra i residui delle precedenti. Il metodo potrebbe apparire inconsueto e controproducente. Lo scopo è quello di preservare la struttura del suolo e la sua vita microbica, riducendo erosione ed emissioni di gas serra. In questo modo si favorisce l’aumento della materia organica nel suolo e si potenziano le capacità del terreno di assorbire carbonio.

Tecnica 2 – cover cropping e sovescio

La tecnica della copertura del suolo, definita anche cover cropping, dall’equivalente termine inglese, consiste nella piantumazione di colture di copertura, o cover crops, le quali non vengono raccolte. Al contrario, si lasciano crescere, con il preciso obiettivo di proteggere e arricchire il suolo. Colture così disposte aiutano a prevenire l’erosione, migliorano la struttura del terreno, aumentano la materia organica e sopprimono le erbacce. Esempi comuni di colture di copertura includono legumi, come trifoglio o veccia; cereali, quali segale e avena, e altre piante, ad esempio senape e ravanello da foraggio.

I benefici principali del cover cropping sono i seguenti:

  • miglioramento della ritenzione idrica del terreno;
  • riduzione della compattazione del suolo;
  • aumento di biodiversità e vita microbica;
  • incremento della fertilità. Questo punto è particolarmente accentuato nella coltivazione dei legumi, i quali beneficiano particolarmente della fissazione dell’azoto.

Quella del sovescio è una pratica piuttosto antica, che potrebbe essere vista come antenata del cover cropping. Gli agronomi ne decantano da tempo il potenziale ecologico. Essa consiste nel seminare erbe specifiche da non cogliere, bensì lasciare interrate. Il loro compito, infatti, è quello di rifornire lo strato non visibile di nutrienti e sostanza organica.

Tecnica 3 – rotazione e biodiversità vegetale

La rotazione è una pratica che consiste nell’alternare diverse colture, sullo stesso appezzamento di terreno, in cicli stagionali o annuali. Questa diversificazione aiuta a interrompere l’azione di malattie e parassiti, migliora la struttura del suolo e aumenta sensibilmente la disponibilità di nutrienti.

I principali esempi di rotazione, nel nostro Paese, includono l’alternanza tra colture a radice superficiale e profonda. È prassi comune inserire legumi nelle colture di cereali, al fine di arricchire il suolo di azoto, nonché combinare piantumazioni a ciclo lungo e breve. In questo modo, si massimizza lo sfruttamento dello stesso appezzamento. Curando i cicli di rotazione si tutela la biodiversità, aumentando resa e fertilità.

Tecnica 4 – compost agro-ecologico e riduzione fertilizzanti

Il compostaggio è il processo di decomposizione controllata di materiali organici, come per esempio residui di colture, scarti di cibo e/o letame, al fine di creare compost, ovvero un ammendante ricco di nutrienti. Il suo impiego migliora la struttura del suolo, aumenta la capacità di ritenzione idrica e fornisce nutrienti essenziali alle piante. È un concime naturale utile e benefico per il suolo adibito a coltivazione.

Il compostaggio non si limita ad arricchire considerevolmente il suolo con materia organica, ben più salutare di un qualsiasi fertilizzante chimico per tutti gli organismi viventi negli strati del terreno sottostanti alla superficie coltivata, ma fornisce anche nutrimento alle piante e aumenta la capacità del suolo di trattenere acqua.

Tecnica 5 – Agroforestazione

L’agroforestazione è una tecnica di agricoltura rigenerativa che integra alberi e arbusti con colture o pascoli, direttamente nello stesso sistema agricolo. Di fatto, si piantano fusti medio-alti sugli stessi appezzamenti dove sono state piantumate colture basse. In tal maniera, si crea un ecosistema diversificato che migliora salute del suolo, gestione dell’acqua e resilienza climatica. In aggiunta, può fornire prodotti e flussi di reddito ulteriori,aumentando i potenziali ritorni dell’agricoltore che scelga di farsi anche boscaiolo, e allargare il proprio business a quello vivaistico o della cessione di legna per riscaldamento, qualora lo desideri.

Tecnica 6 – Gestione del pascolo rigenerativo

Integrare un pascolo rigenerativo significa portare animali nell’ecosistema agricolo e lasciarli liberi sull’appezzamento, allo scopo di dare loro modo di migliorare naturalmente le condizioni di salute del suolo. I quadrupedi avranno facoltà di pascolare su parcelle assegnate, per brevi periodi. Al termine del tempo assegnato loro saranno spostati e si concederà alla vegetazione un intervallo di recupero, prima di ridestinarla a coltivazione.

Questo metodo, che si basa sul pascolamento razionale, detto anche olistico, previene il sovrapascolamento, aumenta il sequestro di carbonio del suolo e migliora la qualità del pascolo, oltre che la salute degli animali. In tal maniera, genera un sistema sul quale il raccolto sarà copioso, se si avrà la pazienza di consentire al suolo tutto il tempo necessario ad assorbire l’operato degli animali.

TECNICABENEFICIO CHIAVEEMISSIONI E/O SEQUESTRO DI CARBONIOEFFETTI SULA PRODUTTIVITÀ AGRICOLA
NO TILLPreserva la struttura del suolo e ne riduce l’erosione.Aumenta il sequestro di carbonio nel suolo, riducendo l’ossidazione della materia organica dovuta ad aratura. Diminuisce le emissioni di combustibili fossili derivanti da macchine agricole.Migliora la ritenzione idrica e la salute del suolo, portandolo a rese stabili o aumentate nel tempo.
COVER CROPPINGProtegge il suolo durante i periodi di riposo. Previene l’erosione.Sequestra carbonio nel suolo attraverso la biomassa delle radici e delle piante. Riduce la necessità di fertilizzanti sintetici.Aumenta la fertilità, sopprime le erbe infestanti e migliora la disponibilità di nutrienti per le colture successive.
ROTAZIONE DELLE COLTUREInterrompe i cicli nocivi di parassiti e malattie, migliorando la salute delle piante.Mantiene la diversità microbica del suolo, ottimizzando la fissazione dell’azoto e dei nutrienti.Riduce la necessità di pesticidi e fertilizzanti. Aumenta la resa e la stabilizza sul lungo termine.
COMPOSTAGGIORinforza il suolo grazie all’apporto di materia organica e nutrienti essenziali.Trasforma i rifiuti organici in ammendante del suolo stabile, riducendo le emissioni di metano generate in discarica. Aumenta la capacità di sequestro del carbonio.Aumenta la fertilità e la vitalità del terreno, migliorando la crescita delle piante e la loro resistenza allo stress.
AGROFORESTAZIONEIntegra alberi e arbusti nelle aree coltivate o di pascolo.Aumenta considerevolmente il sequestro di carbonio, sia nel suolo sia nella biomassa degli alberi. Fornisce habitat e migliora il microclima.Aumenta la resa complessiva del sistema agricolo, fornendo prodotti aggiuntivi quali frutta, noci e legname.
PASCOLO RIGENERATIVOUtilizza la movimentazione controllata degli animali da pascolo, imitando i modelli naturali.Stimola la crescita delle radici delle piante e migliora l’accumulo di materia organica nel suolo. Migliora il ciclo dei nutrienti.Aumenta la produttività dei pascoli e la salute degli animali, riducendo i costi di gestione.

Impatti e benefici per produttività, suolo e resilienza climatica

L’agricoltura rigenerativa è ancora un’alternativa alla tradizionale, e anche alla biologica in senso stretto, la quale sta prendendo sempre più piede. Ciononostante, c’è grande curiosità attorno ai suoi precetti. Questo si deve principalmente agli svariati benefici che può apportare.

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Riduzione delle emissioni fino al 40-60% a livello globale

Evitando l’uso intensivo di fertilizzanti chimici e pesticidi, l’agricoltura rigenerativa riduce le emissioni di gas serra e altri inquinanti. Secondo ricerche di Re Soil Foundation, un terreno sfruttato come quello italiano avrebbe bisogno di un’agricoltura a ridotto impatto ambientale. Uno studio dell’Alleanza Europea per l’Agricoltura Rigenerativa (EARA) ha indicato che tale approccio fornisce una resa stabile e una drastica diminuzione degli input. Le rese sono risultate inferiori soltanto del 2 per cento, a fronte di una riduzione media del 61% di fertilizzanti azotati sintetici e del 76% di pesticidi per ettaro.

INDICATOREAGRICOLTURA TRADIZIONALEAGRICOLTURA RIGENERATIVA
RIDUZIONE EMISSIONI DI GAS SERRA(baseline, nessuna riduzione)fino a 30–40% rispetto al convenzionale
SEQUESTRO DI CARBONIO NEL SUOLO (tonnellate/ettaro/anno)0 – 0,2 t/ha1 – 3 t/ha (in alcuni casi anche >4 t/ha)
AUMENTO DELLA SOSTANZA ORGANICA NEL SUOLOtendenziale riduzione -0,1% annuoincremento medio +0,3 – 0,5% annuo

La tabella compara i valori degli intervalli medi pubblicati da FAO e Rodale Institute. I dati possono cambiare in base al tipo di coltura, al clima e alle pratiche adottate. L’agricoltura rigenerativa è in espansione e l’infografica rappresenta una fotografia del momento in cui si scrive questo approfondimento.

Aumento della materia organica nel suolo e sequestro di anidride carbonica

Le pratiche rigenerative descritte in precedenza, come il compostaggio e la copertura del suolo, aiutano a sequestrare il carbonio nel terreno, contribuendo alla mitigazione del cambiamento climatico. La terra sotto i nostri piedi, se lasciata esposta e non ingabbiata da cemento e materiali impermeabilizzanti, ha un potenziale di sequestro non sottovalutabile. Secondo alcune stime, terreni destinati ad agricoltura rigenerativa possono catturare fino a 10 tonnellate di anidride carbonica per ettaro, ogni 12 mesi.

Aumento della produzione e biodiversità

La rotazione delle colture e l’uso di piante di copertura favoriscono la presenza di diverse specie vegetali e animali, creando un ecosistema agricolo sano e resiliente. L’agricoltura rigenerativa promuove la biodiversità sia sopra che sotto il suolo. Ciò crea ecosistemi più stabili e resilienti, riducendo la necessità di pesticidi e fertilizzanti chimici. I benefici per la biodiversità legati all’agricoltura rigenerativa includono:

  • incremento di flora e fauna nel suolo: un terreno ricco di materia organica supporta una vasta gamma di microrganismi, così come di insetti e altre forme di vita assimilabili;
  • impatti positivi sulla catena alimentare: una maggiore biodiversità, nel suolo e nelle colture, stimola una catena alimentare robusta e resiliente. Quando gli organismi animali sono in salute, riescono a preservare e mantenere al meglio il proprio habitat.

Migliore ritenzione idrica e salute del suolo

No-till farming e compostaggio aiutano a mantenere la struttura del suolo, migliorando la sua capacità di trattenere l’acqua e prevenendo l’erosione. L’agricoltura rigenerativa ha un impatto significativo sul terreno che la subisce, ne migliora la struttura e ne aumenta la capacità di trattenere l’acqua. Un suolo sano è meno soggetto a erosione e può sostenere una maggiore biodiversità microbica, essenziale per la crescita delle piante. Ne guadagnerà anche la fertilità.

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Mattia Mezzetti

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