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Al via il crowdfunding per il docu-inchiesta di Rosy Battaglia

Ferriera Servola
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È stato presentato in occasione dell’abbattimento della Ferriera di Servola (Trieste) il nuovo progetto di documentario inchiesta dell’associazione Cittadini Reattivi, che racconterà i problemi della comunità di Taranto, alle prese con i problemi collegati all’inquinamento del polo siderurgico.

Un viaggio da Trieste a Taranto. È partito all’indomani dell’abbattimento della Ferriera di Servola (Trieste), il crowdfunding per il nuovo documentario-inchiesta di Rosy Battaglia, “Taranto chiama”, una produzione dell’associazione Cittadini Reattivi. Che cosa è davvero sostenibile per la vita umana? si chiede la giornalista civica ideatrice di questo progetto di giornalismo d’inchiesta. A Trieste, nel 2020, i cittadini e le cittadine sono riusciti a ottenere la chiusura dell’area a caldo della Ferriera, definitivamente sancita con l’abbattimento avvenuto domenica 18 settembre. A Taranto le stesse lotte sono in corso da almeno dieci anni, intorno all’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, il polo siderurgico più grande d’Europa. Due comunità che sono entrate in contatto tra loro, solidali e unite contro l’ingiustizia ambientale, da cui parte la storia raccontata nel docu-film.

Il documentario inchiesta “Taranto chiama” uscirà nel 2023

“Taranto chiama” è il terzo progetto di inchiesta indipendente di Rosy Battaglia, dopo “La rivincita di Casale Monferrato” (2018) e “Io non faccio finta di niente” (2020) che racconta le annose battaglie civiche di Brescia contro l’inquinamento del suolo. Lo scorso gennaio l’Onu nel rapporto del Relatore speciale sulla questione del diritto umano al godimento di un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile, ha definito Taranto una “zona di sacrificio”, una della più inquinate della Terra. E lo scorso 5 maggio, la Corte europea per i diritti umani ha condannato lo Stato italiano per ben quattro volte, dopo la sentenza del 24 gennaio 2019, in quanto “continua ancora oggi a non tutelare la salute dei cittadini dagli effetti delle emissioni nocive del siderurgico e non procede alle bonifiche di tutta la zona coinvolta dall’inquinamento”. Mamme e padri, attivisti, medici e scienziati non hanno mai smesso di denunciare la gravità dell’inquinamento che ricade sui lavoratori e sulla popolazione, a cominciare dai bambini. Sono loro a pagare il prezzo più alto dell’inquinamento provocato dall’insediamento produttivo: nei giorni di vento, i wind days, quando le polveri contenenti minerali coprono di rosso ogni cosa, i bambini non possono andare regolarmente a scuola né tantomeno giocare all’aperto. “Taranto chiama – spiega Battaglia – sarà il racconto di un presente e di un futuro possibile. Per dare voce anche alle persone che vivono nelle zone più inquinate e pericolose per la salute umana, i cosiddetti Siti di interesse nazionale, la cui bonifica spetta sempre allo Stato italiano”. I fondi raccolti col crowdfunding andranno a sostenere la produzione vera e propria, con il completamento delle interviste e delle riprese, la promozione e la distribuzione del documentario che verrà presentato nel 2023.

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