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Architettura vegetale e tetti verdi: il risveglio sostenibile delle città

Tetti verdi in città. L'architettura vegetale trasforma le città, portando sostenibilità con tetti verdi e giardini verticali.
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L’architettura vegetale sta ridisegnando le città, portando natura e sostenibilità nei contesti urbani con tetti verdi, pareti vegetali e giardini verticali.

Negli ultimi anni, l’architettura vegetale ha assunto un ruolo centrale nella trasformazione sostenibile delle aree urbane. L’integrazione di elementi naturali come tetti verdi, giardini verticali e pareti vegetali negli edifici non solo migliora l’estetica delle città, ma offre anche significativi benefici ambientali ed economici. Entriamo nel dettaglio degli elementi chiave dell’architettura vegetale, analizzando il funzionamento dei tetti verdi, le principali tipologie, l’importanza dei giardini verticali e gli incentivi disponibili in Italia per promuovere queste soluzioni sostenibili.​

Cosa si intende per architettura vegetale

Esempio di architettura vegetale.

L’architettura vegetale si riferisce all’integrazione di elementi naturali e vegetali nella progettazione e costruzione degli edifici. Questa pratica comprende l’uso di coperture vegetali, pareti verdi e giardini pensili per creare spazi che favoriscono la biodiversità, migliorano la qualità dell’aria e contribuiscono all’efficienza energetica degli edifici.

Le coperture vegetali, in particolare, sono superfici ricoperte da strati di vegetazione che trasformano i tetti tradizionali in aree verdi funzionali. Questo approccio non solo valorizza esteticamente gli edifici, ma contribuisce anche alla sostenibilità ambientale delle aree urbane.​

Secondo l’Enea, l’isolamento  verde dato da piante e pareti verdi sulle pareti e i tetti degli edifici riduce la temperatura interna fino a 3°C e il flusso di calore di quasi il 50% attraverso l’ombreggiatura e la traspirazione delle piante, e in più i green roof assorbono fino al 50% dell’acqua piovane e ne regolano il deflusso.

Come funzionano i tetti verdi e cosa li compone

I tetti verdi, detti anche green roof o tetto giardino, sono sistemi complessi che si basano su una specifica stratificazione di vegetazione per garantire funzionalità ed efficienza. Sono una tipologia di copertura vegetale per edifici che si può realizzare sia su superfici piane che su falde inclinate. In Italia la normativa UNI 11235 regolamenta le coperture verdi continue, specificando come devono essere progettate, realizzate e mantenute. Il contenuto varia in base al clima della zona, al tipo di edificio su cui si interviene e alla destinazione d’uso della copertura. La stratificazione dei tetti verdi tipicamente include:​

  1. Strato impermeabilizzante: impedisce all’acqua di penetrare nella struttura dell’edificio.​
  2. Barriera anti-radice: protegge la copertura dall’intrusione delle radici delle piante.​
  3. Strato di drenaggio: favorisce il deflusso dell’acqua in eccesso, evitando ristagni.​
  4. Tessuto filtrante: impedisce al substrato di migrare nello strato di drenaggio.​
  5. Substrato colturale: terreno leggero che supporta la crescita delle piante.​
  6. Strato vegetale: composto dalle piante selezionate in base al tipo di tetto verde.​

Questa stratificazione permette ai tetti verdi di offrire numerosi vantaggi, tra cui l’isolamento acustico e termico e la mitigazione microclimatica con riduzione dell’effetto “isola di calore“, la gestione delle acque piovane e l’incremento della biodiversità urbana.​ Inoltre, grazie ai loro benefici, le coperture vegetali fanno aumentare il valore degli immobili su cui si trovano.

Le principali tipologie: tetti verdi estensivi e intensivi

Esistono due principali categorie di tetti verdi: i tetti verdi estensivi e i tetti verdi intensivi.​

  • Tetti verdi estensivi: caratterizzati da uno strato di substrato sottile (generalmente tra 5 e 15 cm) e da una vegetazione a bassa manutenzione, come muschi, sedum e graminacee. Questi tetti sono leggeri, non calpestabili e richiedono poca cura, ideali per edifici con limitata capacità di carico.​
  • Tetti verdi intensivi: noti anche come giardini pensili, presentano uno strato di substrato più profondo (oltre 15 cm) che può ospitare una varietà più ampia di piante, inclusi arbusti e piccoli alberi. Questi tetti sono accessibili e possono essere utilizzati come veri e propri spazi verdi, ma richiedono una struttura portante adeguata e una manutenzione regolare.​

La scelta tra tetto verde estensivo o intensivo dipende da vari fattori, tra cui le esigenze progettuali, la capacità strutturale dell’edificio e le risorse disponibili per la manutenzione.​

Giardini verticali e pareti verdi

Giardini in città. Tetti verdi e giardini verticali per una città più sostenibile.

Oltre ai tetti verdi, l’architettura vegetale include anche i giardini verticali e le pareti verdi. Queste soluzioni prevedono l’installazione di vegetazione sulle facciate degli edifici, contribuendo a migliorare l’isolamento termico e acustico, a ridurre l’effetto isola di calore urbano e a incrementare la biodiversità. I giardini verticali possono essere realizzati mediante diverse tecniche, come l’uso di pannelli modulari o sistemi idroponici, e richiedono una progettazione accurata per garantire la salute delle piante e la durabilità della struttura.​ Esistono invece due principali categorie di pareti verdi:

  • Pareti verdi modulari: composte da pannelli prefabbricati contenenti il substrato di crescita e l’irrigazione integrata. Questi sistemi sono ideali per progetti architettonici di grandi dimensioni e garantiscono una manutenzione più controllata.
  • Pareti rampicanti o a verde pensile: utilizzano strutture di supporto, come reti o cavi in acciaio inox, su cui si sviluppano piante rampicanti radicate a terra o in vasche. Sono più semplici e adatte per la riqualificazione di superfici preesistenti.

Entrambe le soluzioni possono essere dotate di sistemi di irrigazione automatica a goccia, sensori per il controllo dell’umidità e del fabbisogno idrico, e illuminazione a LED per stimolare la crescita in ambienti interni o poco soleggiati.

Incentivi per promuovere l’architettura vegetale in Italia

Fino al 31 dicembre 2024, in Italia era possibile usufruire del Bonus Verde, una detrazione fiscale del 36% sulle spese sostenute per interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, inclusa la realizzazione di tetti verdi e giardini pensili, fino a un massimo di 5.000 euro per unità immobiliare. ​

Tuttavia, la Legge di Bilancio 2025 non ha prorogato questa misura, rendendo il Bonus Verde non più disponibile per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2025

Per quanto riguarda l’Ecobonus, nel 2025 la detrazione per interventi di efficientamento energetico, che potrebbe includere la realizzazione di tetti verdi se finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio, è pari al 36%. Per le prime abitazioni, l’aliquota è maggiorata al 50%. Se l’installazione di un tetto verde comporta un miglioramento significativo dell’efficienza energetica di un edificio, si può prendere in considerazione l’accesso all’Ecobonus del 65%, previsto per gli interventi sulle coperture che contribuiscono al risparmio energetico, indipendentemente dalla tipologia di tecnologia impiegata.

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Rosaria De Benedictis

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