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Bilbao: il sogno post-industriale diventato realtà

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Negli ultimi 30 anni la città basca, da centro siderurgico e industriale, è diventata una meta turistica e culturale, sviluppando una vocazione ecologica e moderna.

Meta tra le più ambite per gli amanti dell’architettura contemporanea, Bilbao deve la sua fama al museo Guggenheim di Frank O. Gehry e alle opere delle più conosciute archistar internazionali come Santiago Calatrava che ha firmato il terminal dell’aeroporto e l’eccentrico ponte Zubizuri. Poi c’è la metropolitana firmata da Norman Foster, il centro culturale e sportivo Azkuna Zentroa, ricavato dall’ex magazzino vinicolo ridisegnato dal designer Philippe Starck, il Palazzo dei Congressi e della Musica Euskalduna di Federico Soriano e Dolores Palacio, le grandi torri di Arata Isozaki e César Pelli. Senza dimenticare Zorrotzaure, la penisola artificiale dove Zaha Hadid ha progettato per le case che avrebbero accolto i nuovi cittadini di Bilbao. La nuova identità architettonica ed economica della città è il frutto di un’ampia opera di riqualificazione urbana, iniziata ufficialmente nel 1992, con la creazione dell’associazione Bilbao Metropoli 30 promossa dall’allora Sindaco della città, dalla Provincia e dal Governo basco per realizzare progetti di pianificazione, studio e promozione, volti al recupero industriale e alla rivitalizzazione della città, in vista di una collaborazione sempre più proficua tra settore pubblico e settore privato. L’associazione riunisce un centinaio di soci tra centri produttivi, Università, organizzazioni no profit, enti pubblici locali, banche e fondazioni, camere di commercio.

Da città siderurgica e industriale a meta turistica e culturale

Nel 1850 fu inaugurato il primo altoforno che segnò l’ascesa di Bilbao a grande centro siderurgico e dell’industria navale. Approdo commerciale di rotte internazionali grazie anche alla sua posizione, affacciata sull’Oceano Atlantico. La crisi industriale del 1975 portò la disoccupazione per il 30% della popolazione attiva e, negli anni successivi, il moltiplicarsi di siti industriali dismessi, il degrado urbano per alcune zone della città e problemi di inquinamento per acque e terreni che avevano ospitato gli impianti industriali. “La crisi può essere anche un’opportunità. E per Bilbao lo è stata” racconta Juan Alayo, direttore della divisione Pianificazione e Sviluppo della società pubblica Bilbao Ria 2000. “Ma nella costruzione della Città metropolitana il fattore fondamentale è stato avere un progetto strategico di lungo periodo. A Bilbao abbiamo dato vita a un piano con una prospettiva di 25 anni e un finanziamento pubblico di 10 miliardi”. Da città siderurgica e industriale, Bilbao si è trasformata in una città ecologica, moderna e tecnologica, destinazione turistica e culturale. Il fiume Nerviòn, che attraversa la città, è stato bonificato e valorizzato con locali per l’intrattenimento, la ristorazione e investimenti residenziali. Sono state create infrastrutture come il sistema tramviario, la metro che collega l’intera valle e l’aeroporto. È stato ridotto l’inquinamento, bonificati i siti produttivi dismessi, ampliati i parchi e le zone verdi, delocalizzate le attività industriali dal centro cittadino e realizzati investimenti nel settore terziario. Non solo: si è imboccata la strada della transizione energetica con la scelta di una mobilità a basse emissioni. E soluzioni innovative come l’uso di mattonelle ecologiche che assorbono CO2 nella via pedonalizzata Lutxana, o Zubiarte, il primo mega complesso commerciale spagnolo dove si riciclano tutti i rifiuti generati. Oltre che sull’arte, il terziario e il turismo, a Bilbao si punta sulla transizione ecologica.

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Redazione

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