Pixel di Adform

Chiudi
Cerca nel sito:

Blockchain per la sostenibilità: 5 progetti che tracciano rifiuti ed energia

Blockchain e sostenibilità: un'ingegnere al computer
Condividi l'articolo

La blockchain permette di creare trasparenza e tracciabilità, supportando pratiche responsabili e sostenibili in diversi ambiti: ecco come funziona.

Negli ultimi anni la tracciabilità ambientale è diventata un tema centrale per aziende, istituzioni e consumatori. Sapere da dove provengono le materie prime, come vengono trattati i rifiuti e se l’energia consumata deriva davvero da fonti rinnovabili non è più un dettaglio, ma una necessità. In questo scenario la blockchain si è imposta come uno strumento chiave: un registro digitale distribuito, trasparente e immutabile che permette di seguire la “storia” di un prodotto o di un’informazione, rendendo impossibili manipolazioni o falsificazioni.

Applicata alla sostenibilità, la blockchain aiuta a combattere il greenwashing, garantendo autenticità e affidabilità dei dati, dall’origine del legno certificato fino al riciclo della plastica o alla certificazione di energia solare ed eolica. Non mancano i progetti innovativi che la utilizzano per premiare chi raccoglie plastica dagli oceani, per certificare i crediti di carbonio ed evitare doppi conteggi o per tracciare il percorso dei rifiuti urbani. La principale sfida resta il consumo energetico di alcune reti blockchain, come Bitcoin, ma sono in rapida crescita soluzioni a basso impatto, basate su meccanismi di validazione come il Proof-of-Stake. Vediamo quindi cos’è la blockchain nel dettaglio, come funziona e i principali progetti che la vedono protagonista.

Cos’è la blockchain (spiegata senza usare parole complicate)

Un paio di occhiali davanti a uno schermo. Blockchain e sostenibilità

Come si legge nel saggio “Building Block(chain)s for a Better Planet” del World Economic Forum, la blockchain nasce nel 2008 con il white paper di Satoshi Nakamoto, che presentava Bitcoin come sistema di pagamento elettronico peer-to-peer. La vera innovazione non fu tanto la moneta digitale, quanto l’architettura sottostante: un registro distribuito e immutabile capace di certificare transazioni sicure e trasparenti senza intermediari. Nel 2015 con Ethereum arrivarono gli smart contracts, programmi che si eseguono automaticamente al verificarsi di determinate condizioni. Da allora la blockchain ha superato i confini finanziari, diventando una piattaforma per applicazioni decentralizzate che spaziano dalla gestione dell’energia al tracciamento dei rifiuti, fino alla certificazione delle filiere produttive. Ma di cosa parliamo veramente?

La blockchain è una tecnologia che permette di salvare informazioni digitali, definite “blocchi”, in un sistema informatico trasparente, sicuro e decentralizzato. Può essere immaginata come un quaderno digitale condiviso. Ogni volta che qualcuno registra un’operazione come un pagamento, un passaggio di proprietà, la certificazione di un lotto di caffè o di energia solare, quella transazione diventa una nuova “pagina” del quaderno. Una volta scritta, la pagina non può essere strappata né modificata, ed è visibile a tutti coloro che hanno accesso alla rete. Ogni blocco infatti crea una sequenza di eventi che non può più essere alterata.

Questa sicurezza è garantita da due elementi:

  • la crittografia, che rende le informazioni inaccessibili a chi non possiede le chiavi giuste,
  • la distribuzione su migliaia di computer (i cosiddetti nodi), che impedisce a chiunque di manipolare i dati centralmente.

Un altro aspetto rivoluzionario, come anticipato, sono gli smart contracts: si tratta di programmi che eseguono automaticamente un’azione quando certe condizioni sono rispettate. In ambito ambientale, ad esempio, uno smart contract green può sbloccare un pagamento al contadino solo se un sensore conferma che l’irrigazione è avvenuta in modo sostenibile. Questo permette di costruire una vera e propria economia circolare digitale, in cui il rispetto di criteri ecologici diventa parte integrante del processo economico, misurabile e certificato senza margini di errore.

Oggi la blockchain può effettivamente avere un peso rilevante nell’affrontare sfide ambientali come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, la scarsità d’acqua e non solo.

5 Progetti concreti in cui la blockchain sta già aiutando il pianeta

Vediamo ora cinque esempi di come la blockchain viene già utilizzata in progetti concreti a supporto della sostenibilità, ciascuno in un settore diverso e con risultati misurabili.

  • Plastic Bank, attiva nella gestione dei rifiuti, affronta il problema della plastica priva di valore economico nei paesi in via di sviluppo: grazie a un registro decentralizzato, ogni raccolta viene certificata e ricompensata con token digitali, permettendo di recuperare oltre 100 milioni di chili di plastica e migliorare le condizioni di vita dei raccoglitori.
  • Powerledger opera invece nel campo dell’energia rinnovabile, creando mercati peer-to-peer dove i cittadini possono scambiare in modo diretto l’energia prodotta dai pannelli solari, garantendo al tempo stesso l’origine rinnovabile e aumentando l’efficienza delle reti locali.
  • Nel settore alimentare, Provenance rende trasparente la filiera del pesce registrando ogni passaggio su blockchain: il consumatore può così verificare metodo, zona e data di pesca, contrastando la pesca illegale e premiando i produttori etici.
  • Con Verra, il tema centrale sono i crediti di carbonio: la digitalizzazione di ogni credito come token unico permette di evitare frodi e doppie vendite, aumentando la trasparenza e l’affidabilità del mercato volontario.
  • Infine, Circularise si concentra sulla moda e sull’industria, introducendo passaporti digitali anonimi che rivelano ai riciclatori la composizione dei prodotti complessi senza compromettere i segreti industriali, favorendo così il riciclo e un design orientato all’economia circolare.
Nome Progetto (Settore)Problematica RisoltaMeccanismo Blockchain (Semplificato)Impatto Misurabile
Plastic Bank (Gestione Rifiuti)La plastica raccolta nei paesi in via di sviluppo è priva di valore economico e difficilmente tracciabile, scoraggiandone il recupero.Viene istituito un registro decentralizzato che certifica la raccolta della plastica. I raccoglitori vengono remunerati con token digitali (criptovaluta), convertibili in beni di prima necessità, incentivando così la raccolta.Oltre 100 milioni di kg di plastica recuperati. Incremento del reddito per i raccoglitori. Garanzia per le aziende acquirenti di “Social Plastic”.
Powerledger (Energia Rinnovabile)La gestione e lo scambio di energia tra piccoli produttori (prosumer) all’interno di una comunità energetica sono complessi e inefficienti.Viene creato un mercato energetico peer-to-peer che consente ai cittadini di vendere l’eccesso di energia generato dai propri pannelli solari direttamente ai vicini, automatizzando e tracciando le transazioni sulla blockchain.Aumento dell’efficienza delle reti energetiche locali. Possibilità di monetizzazione diretta per i prosumer. Certificazione dell’origine 100% rinnovabile dell’energia scambiata.
Provenance (Filiera Alimentare)La mancanza di trasparenza sull’origine e la sostenibilità dei prodotti ittici impedisce ai consumatori di fare scelte consapevoli e favorisce pratiche illegali.Ogni fase della filiera del pesce, dal pescatore al punto vendita, viene registrata su blockchain, includendo dettagli come zona e metodo di pesca, e data. Un QR code permette ai consumatori di accedere alla storia completa del prodotto.Lotta alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU). Incremento della fiducia dei consumatori. Valorizzazione dei pescatori che operano in modo etico.
Verra (Crediti di Carbonio)Il mercato volontario dei crediti di carbonio soffre di opacità e del rischio di “doppia vendita” (double counting) dei crediti.Ogni credito di carbonio è digitalizzato come un “token” unico su blockchain. Ogni transazione (acquisto, ritiro) è pubblicamente visibile e tracciabile, prevenendo l’uso multiplo del medesimo credito.Miglioramento della trasparenza e dell’integrità del mercato volontario dei crediti di carbonio.
Circularise (Moda e Industria)L’incapacità di risalire alla composizione esatta di prodotti complessi a fine vita ne ostacola il riciclo e la promozione dell’economia circolare.Viene generato un “passaporto digitale” anonimo per ogni prodotto che, senza rivelare segreti industriali, fornisce informazioni sui materiali ai soggetti pertinenti (es. riciclatori) al momento opportuno.Semplificazione dei processi di riciclo per prodotti complessi. Promozione attiva del design circolare nell’industria.

Le ombre della blockchain: la questione del consumo energetico

Accanto al grande potenziale della blockchain per la trasparenza delle filiere e per la tracciabilità ambientale, rimane aperta una questione cruciale: il consumo energetico. Non tutte le blockchain, infatti, funzionano allo stesso modo. Le prime reti nate, come quella di Bitcoin, si basano sul meccanismo del Proof-of-Work (PoW). Questo sistema richiede che migliaia di computer in tutto il mondo eseguano calcoli complessi per convalidare le transazioni, per la risoluzione dei “blocchi”, la raccolta dei “blocchi” già risolti e per creare algoritmi più complessi. Più i calcoli sono difficili, più energia elettrica serve, con un impatto ambientale enorme. È proprio questo il motivo per cui Bitcoin è spesso al centro delle critiche: pur essendo sicuro e decentralizzato, il suo funzionamento comporta un consumo paragonabile a quello di interi Paesi di medie dimensioni.

Per risolvere questo problema nel 2011 sono nate nuove blockchain basate su Proof-of-Stake (PoS). A differenza del PoW, che mette i computer in competizione per risolvere calcoli, il PoS seleziona i validatori in base alla quantità di token che possiedono e che decidono di “mettere in gioco” come garanzia. Questo elimina la necessità di un’enorme potenza di calcolo e riduce drasticamente i consumi energetici. La differenza è sostanziale: se con il PoW ogni nuova transazione “costa” energia elettrica in termini di mining, con il PoS la convalida è quasi immediata e a basso impatto ambientale.

Un esempio concreto è la blockchain di Ethereum, che nel 2022 ha completato la sua transizione dal PoW al PoS con l’aggiornamento chiamato The Merge. Secondo la Ethereum Foundation, questo passaggio ha ridotto il consumo energetico della rete di oltre il 99,9%, trasformando una delle blockchain più utilizzate al mondo in un sistema molto più sostenibile. È un dato che mostra come la tecnologia sia in grado di evolvere per rispondere alle critiche e come le nuove architetture possano garantire gli stessi livelli di sicurezza e affidabilità con un’impronta ecologica minima.

Oggi, quando si parla di blockchain e sostenibilità, è fondamentale distinguere tra i diversi meccanismi di validazione. Bitcoin rimane un esempio di quanto il PoW possa essere energivoro, ma progetti innovativi – dagli scambi di energia rinnovabile ai sistemi di certificazione dei crediti di carbonio – si stanno sviluppando sempre più su reti Proof-of-Stake o su soluzioni ibride a basso consumo. In questo modo, la blockchain può continuare a offrire strumenti di tracciabilità e garanzia ambientale senza diventare un peso insostenibile per il pianeta.

Tracciare per non dimenticare

La tecnologia blockchain sta emergendo come strumento fondamentale per garantire la sostenibilità sociale nel settore della moda, offrendo trasparenza e tracciabilità lungo l’intera filiera produttiva. Questo approccio non solo tutela i diritti dei lavoratori, ma consente anche ai consumatori di compiere scelte più informate e responsabili.

Come ricorda la MIA Fondation ITS, la blockchain permette di registrare in modo immutabile ogni fase del ciclo di vita di un prodotto, dalla materia prima alla distribuzione finale. Questa registrazione digitale garantisce che le informazioni relative ai materiali, ai processi di produzione e alla distribuzione siano disponibili e verificate, riducendo il rischio di sfruttamento del lavoro e violazioni dei diritti umani.

All’intero del Green Deal l’Unione Europea ha introdotto nuove normative per contrastare il greenwashing nel settore moda, promuovendo la tracciabilità tramite blockchain. Dal 2024, le aziende sono obbligate a fornire prove verificabili delle loro dichiarazioni ambientali, utilizzando strumenti come il passaporto digitale di prodotto, che integra la tracciabilità della filiera e consente ai consumatori di accedere a informazioni dettagliate e verificate. Inoltre l’Unione Europea sta creando la propria infrastruttura blockchain, chiamata European Blockchain Services Infrastructure (EBSI), per rendere più sicuri e trasparenti i servizi pubblici. L’iniziativa coinvolge tutti i 27 Paesi dell’UE, più Norvegia, Liechtenstein e la Commissione Europea, e col tempo aumenterà le sue funzionalità, inclusa la possibilità di funzionare insieme ad altre piattaforme.

Progetti come TRICK, finanziato dall’UE, mirano a sviluppare piattaforme digitali che utilizzano la blockchain per raccogliere e condividere dati verificati sulla filiera produttiva, migliorando la trasparenza e la sostenibilità del settore tessile. In Italia, il progetto TRAME si concentra sulla tracciabilità in blockchain per la sostenibilità ambientale, energetica ed economica, puntando alla totale trasparenza dei dati per combattere l’insostenibilità del settore tessile su più fronti.

Lo sapevi? La blockchain sta rivoluzionando anche il settore del vino di lusso. Tecnologie come i token digitali (NFT) e i QR code consentono ai consumatori di verificare l’autenticità e la provenienza di ogni bottiglia, garantendo che non siano contraffatte. Ad esempio, come reso noto alla London Blockchain Conference, piattaforme come dVIN utilizzano la blockchain per tracciare ogni fase della produzione e distribuzione, offrendo trasparenza e sicurezza ai collezionisti e agli appassionati di vino

In sintesi

La blockchain rappresenta una risposta efficace alle sfide della sostenibilità sociale in diversi settori, infatti offre strumenti concreti per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e promuovere pratiche etiche. Attraverso iniziative europee e progetti concreti, è possibile costruire una filiera più trasparente e responsabile, in cui ogni attore è chiamato a rendere conto delle proprie azioni.

VIDEO: La Blockchain spiegata e illustrata a chi non ne sa nulla

Il video spiega cos’è la blockchain, un registro digitale condiviso e immodificabile, organizzato a “catena di blocchi”.

È necessario accettare le seguenti tipologie di cookie per guardare questo video: statistiche, marketing

TI È PIACIUTO QUESTO ARTICOLO?
Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere aggiornamenti sulle novità e sulle storie di rigenerazione territoriale:

Condividi l'articolo
Rosaria De Benedictis

Ultime Notizie

Cerca nel sito