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Come prevenire l’erosione del suolo agricolo

Prevenire l'erosione e la desertificazione
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Quello dell’erosione del suolo agricolo è un problema ben noto a ogni agricoltore. I terreni coltivabili, nel nostro Paese, si riducono di anno in anno. Ciò si deve sicuramente alla cementificazione, ma anche all’azione incessante e instancabile di acqua e vento. La questione è simultaneamente naturale e antropica. Per evitare conseguenze sull’ambiente, la fertilità dei terreni e la stabilità geologica, è necessario prevenire l’erosione.

Le cause dell’erosione del suolo

Prima di approfondire come si possa fare per prevenire l’erosione del suolo, vediamo a cosa si debba questo fenomeno. Si è già scritto che si tratta di cause sia naturali, sia dovute all’azione dell’uomo. Quali sono queste cause?

Fattori naturali

Le cause naturali dell’erosione sono principalmente due:

  • il vento, capace di trasportare le particelle di terra anche molto lontano, impoverisce il suolo con la sua azione. I grumi possono semplicemente strisciare, spinti dalle correnti, spostandosi anche di centinaia di metri oppure saltare. Quando ciò avviene, essi sono dapprima sollevati, fino a un’altezza di anche 50 centimetri, e poi trasportati su lunghe distanze, finché un ostacolo più alto li fermi. Ciò può causare un trasferimento lungo anche centinaia di chilometri.
  • L’acqua può dilavare il terreno, soprattutto quando cade in maniera torrenziale. La forza dell’impatto di una goccia d’acqua sulla terra comporta la separazione delle particelle. Esse si disgregano in dimensioni più piccole e ostruiscono i pori del terreno. Per questo motivo, il fluido non riesce a penetrare in profondità e scivola sul suolo, trascinando con sè granuli e molecole di terriccio. Particolarmente suscettibili alla disgregazione sono i terreni sabbiosi e limosi. Per prevenire l’erosione del suolo agricolo è fondamentale limitare i fenomeni alluvionali.

Fattori di origine umana

Accanto alle cause di matrice naturale elencate, troviamo anche fattori che hanno ben poco a che fare con la natura e dipendono pressoché esclusivamente dall’azione antropica:

  • disboscamento eccessivo e mancanza di vegetazione. L’estensione dei suoli dedicati a colture seminative impoverisce il sottobosco protettivo, che trattiene il terreno grazie radici e lo protegge tramite le foglie. Esse infatti, una volta cadute, lo rivestono.
  • Peso e azione delle grandi macchine agricole. I veicoli utilizzati per l’agricoltura compattano il terreno sul quale circolano, rendendolo più robusto e meno permeabile alla pioggia.
  • Colture invasive quali mais, patate o barbabietola da zucchero. Queste specie favoriscono inevitabilmente l’erosione del suolo perché lasciano terreno nudo tra una pianta e l’altra. In quei punti la terra è più debole e vulnerabile all’erosione.

Come si può prevenire l’erosione del suolo?

Il fenomeno erosivo è piuttosto difficile da contrastare. La natura può impiegare diverse centinaia di anni a ripristinare un terreno danneggiato in maniera grave e renderlo nuovamente fertile. L’accento va quindi posto sulla prevenzione, perché senza di essa non si corre soltanto il rischio di devastare il suolo coltivabile, bensì si causano anche danni ingenti all’area immediatamente circostante.

prevenire l'erosione: lo sfruttamento eccessivo del suolo impoverisce il terreno e lo rende secco e desertificato
Quando si gestisce male un suolo lo si rende preda dell’erosione. In questi casi, esso può desertificarsi e perdere la propria fertilità.

Le conseguenze dell’erosione

I rischi connessi all’impoverimento dei suoli e al loro danneggiamento sono di diversa natura. Innanzitutto, diminuisce la fertilità e il terreno non è più in grado di produrre alla stessa maniera di quando era in salute. In secondo luogo, la terra smette di funzionare da filtro. Ciò comporta una netta diminuzione della capacità di immagazzinare acqua. Come se non bastasse, si eliminano completamente i fertilizzanti minerali e si distrugge l’enorme ricchezza del sottosuolo agricolo e il suo ecosistema. Si danneggia quindi anche tutta quella microflora, e microfauna, che permette ai campi coltivati di portare frutto. Questo riduce in maniera considerevole i raccolti.

Oltre a questa distruzione, cui si assiste sul campo in questione, occorre tenere in considerazione anche quanto avvenga intorno a esso. Nelle zone immediatamente limitrofe, infatti, aumenta in maniera esponenziale il rischio di alluvioni e allagamenti. Quando la terra non è più in grado di assorbire grandi quantità di acqua a causa dell’impoverimento subito, il fluido si prende tutto lo spazio che può e causa un’inondazione. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, a emergenza passata permangono alcune criticità, come per esempio l’eutrofizzazione dell’acqua potabile.

Che cosa fare per prevenire l’erosione?

L’uomo deve cambiare il proprio modo di trattare il suolo. Occorre smettere di pensare soltanto alle nostre esigenze e alla massimizzazione del raccolto e iniziare a tutelare i suoli, al fine di instaurare una relazione ottimale, che porti vantaggi ad ambedue le parti: agricoltore e terreno agricolo.

Il terreno non coltivato va ugualmente piantumato, facendo uso di colture miste, capaci di restituire al suolo le sostanze di cui viene privato a causa dell’azione di colture invasive come il mais, la barbabietola o la patata, di cui abbiamo già scritto. È consigliabile anche inserire delle siepi, così da arginare l’azione del vento. Altra saggia decisione è quella di sfruttare la pacciamatura, una particolare tecnica agricola che prevede di non arare immediatamente il terreno, a raccolto concluso, bensì di lasciare agire i residui vegetali sul suolo fino al momento della nuova semina. Ciò rallenterà l’impoverimento della terra sottostante.

Non dimentichiamo poi, ogni volta che sia possibile, di reintrodurre humus nel terreno. Possiamo farlo servendoci di compost o terra preta. Non sottovalutiamo queste misure, poiché viviamo in un Paese nel quale il dissesto idrogeologico avanza instancabile. L’erosione delle coste e dei terreni agricoli va arginata, se vogliamo tutelare la nostra penisola.

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Mattia Mezzetti

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