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Cosa sono i RAEE e perché riciclarli

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Con l’utilizzo di apparecchiature elettriche ed elettroniche sempre più pervasivo, è in crescita anche la produzione di questa categoria di rifiuti. La raccolta differenziata è il primo passo per far funzionare il sistema del riciclo e del recupero delle materie prime critiche, per cui l’Italia ha ancora pochi impianti.

Le apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) sono tutti quegli oggetti che per funzionare dipendono dalla corrente elettrica, che si tratti di essere collegati alla rete oppure alimentati da pile e batterie. Quando questi apparecchi smettono di funzionare o decidiamo di liberarcene perché non ci servono più diventano Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Visto il ruolo sempre crescente dell’elettronica, questa categoria è molto ampia: computer e schede elettroniche, telefoni e telefonini, videogames, tv e tutti gli oggetti dotati di monitor. E poi stufette elettriche, ventilatori, elettrodomestici grandi e piccoli, impianti stereo, lampadari, apparecchi musicali elettrici, giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport che contengano circuiti; dispositivi medici, spazzoline elettrici e forni a microonde, condizionatori, deumidificatori, pompe di calore, cornici digitali, stampanti, fotocopiatrici, pannelli fotovoltaici, aspirapolvere, tostapane, bollitori elettrici, sveglie e orologi digitali, rasoi elettrici e bilance, calcolatrici, videocamere, videoregistratori, rivelatori di fumo, termostati.

RAEE: rifiuti elettrici ed elettronici

La legge prevede che i responsabili del fine vita degli AEE siano i produttori e gli importatori di questi prodotti, chiamati a finanziare il sistema di gestione dei RAEE. In Italia il sistema è organizzato attorno ad un Centro di coordinamento RAEE e a 12 Consorzi dei produttori e da un Sistema collettivo di produttori di AEE professionali. Cosa facciamo del frullatore rotto o del telefonino vecchio? Regola numero uno: la raccolta differenziata. Questi rifiuti vanno conferiti nei sistemi di raccolta dedicati e non gettati nell’indifferenziato o nella plastica. Per disfarsene correttamente si possono consegnare gratuitamente al centro di raccolta del proprio Comune (le piazzole ecologiche), oppure affidarli ai negozi che vendono AEE. La legge infatti prevede che si possa affidare il RAEE al negoziante al momento dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente: il cosiddetto “1 contro 1”, che riguarda anche gli acquisti online. Se l’apparecchio guasto è più piccolo di 25 centimetri, può essere consegnato anche senza un corrispondente acquisto nei punti vendita con superfici dedicate alla vendita di AEE superiori ai 400 mq; il servizio è facoltativo per i punti vendita con superfici inferiori. I Consorzi si occupano del recupero dei RAEE dai centri di raccolta comunali e dai luoghi di raggruppamento e del loro trasporto agli impianti di trattamento specializzati e certificati dal Centro di coordinamento.

Smaltimento schede elettroniche

La media nazionale di raccolta dei RAEE è di 6,5 kg per abitante, mentre gli obiettivi europei fissano un target pro capite di 11 kg l’anno. I chilogrammi che ancora mancano sono un problema non solo italiano. Nello studio “I sistemi di Responsabilità estesa del produttore e il loro ruolo strategico per i produttori” Sofies ed Erion spiegano che su scala europea, esiste ancora un divario importante tra la quantità di AEE immesse sul mercato (oltre 10 milioni di tonnellate) e la quantità di RAEE raccolti (quasi 5 milioni) e riciclati (quasi 4 milioni). Non tutti i Paesi hanno le stesse performance. Il tasso medio di raccolta dei RAEE nell’Unione europea (dati Eurostat 2018) è stato del 47% (volume dei RAEE raccolti rispetto alla quantità media di apparecchiature elettroniche immesse sul mercato nei tre anni precedenti): la Germania è al 37%, al 43% Italia e Francia, la Spagna al 45% e la Gran Bretagna al 53%. Sul totale di quasi 9 milioni di RAEE raccolti nel 2018, quelli riciclati o preparati per il riutilizzo sono stati più di 3 milioni di tonnellate (+26%).

Come riciclare i rifiuti elettrici ed elettronici

La raccolta è solo il primo passo. L’obiettivo è avviare i rifiuti differenziati a riutilizzo o, se questo non è possibile, a riciclo, per recuperare i metalli rari e preziosi che vi sono contenuti. Che fine fanno i RAEE raccolti in Italia? Secondo The European House-Ambrosetti, in un position paper realizzato per Erion, spiega che alcune frazioni delle raccolte differenziate vengono esportate in altri Paesi europei per carenza sia dimensionale che tecnologica di impianti. “Abbiamo veramente pochi impianti e poco significativi per recuperare terre rare e altri metalli di valore – racconta Danilo Bonato, direttore generale Erion Compliance Organization – Per farlo servono processi di trattamento di secondo livello (il primo livello è quello dei trattamenti meccanici, di frantumazione ndr.) processi chimici, possibilmente idrometallurgici. E in Italia non abbiamo questo tipo di tecnologia”. Sono ben 49 gli elementi chimici presenti nei RAEE, 18 dei quali classificati dall’Europa come materie prime critiche, cioè importanti per l’ecosistema produttivo, ma dalle catene di fornitura incerte. Secondo “Gli scenari evolutivi delle materie prime critiche” di Ambrosetti, 26 materie prime critiche su 30 sono indispensabili per l’industria aerospaziale, 24 per l’industria ad alta intensità energetica, 21 per l’elettronica e l’automotive e 18 per il settore delle energie rinnovabili. Inoltre, quasi un terzo del PIL nazionale è legato all’approvvigionamento di questi materiali. Tema sempre più complesso, anche per la volatilità dei mercati, come hanno mostrato la crisi dei chip e la guerra in Ucraina; ecco che il riciclo diventa una scelta strategica prioritaria, come anche indicato dalla Commissione europea. Se l’Italia fosse in grado di raggiungere livelli di riciclo pari a quelli dei best performer europei “si potrebbero recuperare dai RAEE circa 7,6 mila tonnellate di materie prime critiche” ricorda lo studio Ambrosetti. Riducendo il costo delle importazioni per quasi 14 milioni di euro.

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Redazione

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