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Libro Bianco dei Raee: proposte per lo sviluppo del settore

Raee
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Gli attori della filiera dei Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche hanno presentato 32 proposte per sviluppare il settore e farlo diventare traino della transizione ecologica e della ripresa economica.

“Non abbiamo bisogno di soldi, abbiamo bisogno di regole certe e, soprattutto, tempi certi”. È questo l’appello lanciato dai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, che l’ordinamento italiano considera responsabili anche del loro post consumo, quando diventeranno rifiuti (Raee). L’appello arriva con il Libro Bianco dei Raee, curato da Erion, il principale sistema italiano di Responsabilità Estesa del Produttore per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici. Presentato nell’ambito della tavola rotonda “Economia circolare: l’importanza strategica dei Raee, 32 proposte per favorire un’evoluzione del settore”, che ha messo insieme tutti gli attori della filiera per presentare ai decisori politici un elenco di proposte concrete, condivise e a costo zero per le casse pubbliche. Un vero e proprio programma politico a disposizione del Parlamento, per rivoluzionare il settore e farlo diventare traino della transizione ecologica e volano di ripresa economica, attingendo a risorse ed energie finora disperse nei rivoli dell’illegalità o delle cattive gestioni. Non servono investimenti pubblici: il settore privato è perfettamente in grado di farcela da solo. A patto, però, che le regole non diventino un cappio al collo per chi vuole operare e investire.

Raccolta Raee: come siamo messi

Sebbene i progressi nella raccolta e gestione dei Raee siano costanti, con una crescita nel 2021 stimabile intorno al 5% (pari a 385mila tonnellate, 19mila in più rispetto all’anno precedente), rimangono ancora molti nodi da sciogliere. In particolare, quello di intercettare i flussi fantasma, che sfuggono alla raccolta ufficiale. Tra questi, almeno 2 milioni di pezzi tra lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie, i cosiddetti grandi bianchi (R2 secondo la classificazione di settore) di cui non si conosce la destinazione reale. Giorgio Arienti, Direttore generale Erion Weee, consorzio dedicato a questa tipologia di Raee, sottolinea che per colmare il gap tra i target di raccolta fissati dall’Unione europea pari a 11 kg di Raee pro capite all’anno (il 65% dell’immesso sul mercato) e i 6,5 kg che si raccolgono in Italia “serve sicuramente aumentare le isole ecologiche e gli altri punti di raccolta, ma serve parimenti contrastare con forza i flussi illegali. Non giova certamente all’efficienza del settore il fatto che il Comitato di vigilanza e controllo dei Raee istituito presso il Ministero della Transizione Ecologica non sia attivo da circa tre anni”. Il Comitato di vigilanza ha infatti tenuto il suo ultimo incontro il 7 giugno del 2018.

Le proposte, dalla semplificazione al contrasto dei free riders

Riduzione della burocrazia e semplificazione dei procedimenti autorizzativi e di gestione dei rifiuti sono il primo asse di proposte contenute nel Libro bianco. Si tratta, ad esempio, di “favorire l’uso di autocertificazioni e assicurare un’interlocuzione preventiva ed effettiva tra i soggetti coinvolti”. Oppure si propone che il Ministero della Transizione ecologica adotti un format minimo per le istanze di autorizzazione, valido su tutto il territorio nazionale. E misure per l’adeguamento della disciplina in materia di raccolta, movimentazione e tracciabilità dei rifiuti. Al fine di rendere più efficace l’applicazione concreta del principio della Responsabilità estesa del produttore previsto della normativa nazionale, secondo il quale il produttore di un bene è responsabile anche della fase post-consumo, si suggeriscono alcune misure. Tra queste, maggiore chiarezza e trasparenza nel comunicare ai consumatori il contributo ambientale pagato nel momento dell’acquisto del singolo bene, anche attraverso strumenti digitali (QR code o codice a barre). Decisamente da rafforzare il contrasto al fenomeno dei free riders, coloro che non provvedono a pagare il contributo ambientale ma beneficiano dei sistemi collettivi di raccolta. Fondamentale, infine, il ruolo della comunicazione e dell’informazione. Tra le proposte, campagne di comunicazione su larga scala per cittadini e consumatori, soprattutto sui temi del ritiro “uno contro uno” e “uno contro zero” dei Raee da parte dei distributori, o sulla necessità di separare le batterie dai Raee, in particolare quelle al litio, facilmente infiammabili e preziose per il recupero. Adesso la parola passa al Mite e alla politica, che hanno l’occasione di trasformare le proposte in norme cogenti, senza oneri aggiuntivi per le finanze dello Stato. Con un lavoro di squadra che sarebbe il modo migliore per aiutare il settore, e il Paese intero.

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