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Azzerare le emissioni globali al 2050 è ancora possibile

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Per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi servono più investimenti. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia per raggiungere l’obiettivo emissioni zero al 2050 è necessario un investimento globale di 4,5 trilioni di dollari all’anno nella transizione energetica. Molto più di quanto si stia facendo adesso.

Limitare il riscaldamento globale a 1,5 C° rispetto alla media preindustriale, azzerando le emissioni di gas serra del settore energetico mondiale entro il 2050 è ancora possibile. Ma servono investimenti ingenti e la volontà di far prevalere la sfida climatica sulla geopolitica. Il mondo dovrà investire quasi 4,5 trilioni di dollari all’anno nella transizione verso l’energia pulita a partire dall’inizio del 2030, rispetto alla spesa di 1,8 trilioni di dollari prevista per il 2023. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) – che ha presentato l’aggiornamento della sua Net Zero Roadmap, scenari per raggiungere le emissioni nette zero entro la metà del secolo – la crescita record delle tecnologie energetiche pulite, solare e auto elettriche in testa, dimostra che la strada è ancora percorribile. Anche se sempre più stretta. Quest’anno le temperature hanno raggiunto livelli record e le medie globali sono più alte di circa 1,1°C rispetto alla media preindustriale.

Obiettivo emissioni zero: cosa fare per raggiungerlo al 2050

L’aggiornamento 2023 Net Zero Roadmap dell’AIE tiene conto dei cambiamenti significativi avvenuti nel panorama energetico negli ultimi due anni, tra cui la ripresa economica post-pandemia e la straordinaria crescita di alcune tecnologie verdi, ma anche l’aumento degli investimenti nei combustibili fossili e i livelli sempre altissimi di emissioni di gas serra.

L’AIE dichiara che la crescita della capacità di energia solare e delle vendite di veicoli elettrici registrata dal 2021 è in linea con gli obiettivi, così come i piani infrastrutturali in entrambi i campi. Un dato significativo, poiché queste due tecnologie garantiscono da sole un terzo delle riduzioni di emissioni previste dal percorso tra oggi e il 2030. Tuttavia, sono ancora necessari molti sforzi: entro il 2030, secondo l’Agenzia è necessario triplicare la capacità rinnovabile globale, raddoppiare le infrastrutture efficienti dal punto di vista energetico, aumentare le vendite di pompe di calore e incrementare ulteriormente l’uso dei veicoli elettrici. L’AIE chiede, inoltre, di ridurre del 75% le emissioni prodotte dal metano del settore energetico entro il 2030, con un costo stimato di 75 miliardi di dollari, pari a circa il 2% degli utili dell’industria dell’oil and gas nel 2022.

“La buona notizia è che sappiamo cosa dobbiamo fare e come farlo. La nostra tabella di marcia Net Zero 2023, basata sui dati e sulle analisi più recenti, mostra un percorso da seguire” ha dichiarato il direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol. Per mantenere vivo l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C è necessaria una forte cooperazione internazionale: i governi devono separare il clima dalla geopolitica, data la portata della sfida in atto. La Roadmap riconosce l’importanza di promuovere una transizione equa, che tenga conto delle diverse situazioni nazionali. Ad esempio riconoscendo che le economie avanzate dovrebbero raggiungere l’obiettivo emissioni zero prima di quelle emergenti. Il percorso tracciato dall’AIE consentirebbe a tutti di accedere a forme moderne di energia entro il 2030, grazie a un investimento mondiale annuo di circa 45 miliardi di dollari, poco più dell’1% degli investimenti realizzati nel settore energetico. Ma per rimanere sulla buona strada, quasi tutti i Paesi dovrebbero anticipare le date previste per lo scenario Net Zero.

Obiettivo emissioni zero: 5 miliardi t CO2 rimosse ogni anno per raggiungerlo

La Roadmap raccomanda un incremento della capacità di energia pulita in grado di far scendere la domanda di combustibili fossili del 25% entro il 2030 e ridurre le emissioni del 35% rispetto al massimo storico registrato nel 2022. Secondo queste previsioni, entro il 2050 la domanda di combustibili fossili si ridurrebbe dell’80%. Di conseguenza, secondo l’AIE, non sarebbero necessari nuovi progetti di esplorazione e produzione di petrolio e gas, né nuove miniere centrali a carbone. Tuttavia, è necessario continuare a investire in alcuni asset petroliferi e di gas esistenti e in progetti già approvati per evitare impennate dei prezzi o carenze di approvvigionamento. L’aumento degli investimenti nelle energie pulite deve essere coordinato con la diminuzione degli investimenti nelle forniture di combustibili fossili.

Se non svilupperemo le rinnovabili a sufficienza entro il 2030 il prezzo, secondo le previsioni AIE, sarà altissimo. Dalla metà del secolo, quasi 5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica dovrebbero essere rimosse dall’atmosfera ogni anno. E se le tecnologie di carbon capture e sequestration – costose e non ancora provate su grande scala – non riuscissero a coprire queste quantità, l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi non sarebbe più raggiungibile.

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