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5 idee di velorail per riattivare i binari dismessi grazie al turismo lento

Velorail: uno snodo ferroviario abbandonato
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Il velorail è una pedalina ferroviaria capace di muoversi su binari dismessi. Di fatto, è una forma di mobilità dolce che crea una dimensione di turismo rigenerativo, capace di restituire vita a tratti ferroviari dismessi non più in funzione. L’idea è di origine francese ma si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Europa. La valorizzazione di tracciati abbandonati, specie in zone rurali, unisce mobilità sostenibile, riuso circolare, e turismo slow.

Cos’è il velorail e perché è perfetto per l’Italia

Accanto al nome di velorail, è possibile trovare anche quelli di ferrociclo, bicirotaia, bicicletta su rotaia, ciclotreno o rail bike. Tutte queste parole indicano un veicolo leggero, che si muove su binario, a propulsione umana. Funziona in maniera similare a una bicicletta, spostandosi in avanti grazie a pedali a trasmissione, ma è pensato per percorrere tratte ferroviarie, piuttosto che strade. I francesi sono stati i primi a ideare questo mezzo, perfetto per attività turistiche e ricreative. Sul territorio del Paese transalpino vi sono oltre 60 itinerari attivi. In fin dei conti, si tratta di una valida soluzione per evitare l’abbandono di ferrovie storiche, continuando a sfruttarle senza elettrificazione.

Il mezzo è sicuro, anche più di una bicicletta data la sua stabilità, e i costi di adozione sono piuttosto bassi. Nel nostro Paese ne esistono già alcuni, ma li si potrebbe sfruttare in maniera ben più massiccia. Secondo Rete Ferroviaria Italiana (RFI), sul nostro territorio, abbiamo 6mila chilometri di ferrovie lasciate al loro destino. Riutilizzandoli grazie a questo espediente potremmo non solo rilanciare infrastrutture storicamente significative, le quali, altrimenti, deturperebbero soltanto il paesaggio, ma anche dare modo al turista di fare un’esperienza nuova, senza spostarsi su gomma, inquinando, ma su rotaia, pedalando.

5 idee di velorail per valorizzare binari dismessi italiani

Allestire un velorail significa dotare immediatamente un dato territorio di una nuova opportunità di turismo. Il veicolo è multistagionale e si configura come asset ideale per vacanze a sfondo enogastronomico o tematico. Di seguito, riportiamo 5 possibili idee per zone che potrebbero immediatamente beneficiare dell’apertura di un tracciato.

Velorail: un binario con foglie e in disuso,
Una tratta ferroviaria abbandonata e colma di foglie, ideale per l’inserimento di un progetto di velorail

1. Langhe e Roero: pedalare tra le vigne in Piemonte

La tratta ferroviaria tra Canale e Asti, nelle Langhe piemontesi, oggi non è più attiva. Era un percorso lungo oltre 24 chilometri dotato di una pendenza che non superava il 35 per mille. L’itinerario ferrato è ideale per essere percorso in velorail, dati i suoi dislivelli mai proibitivi, e potrebbe costituire una proposta nuova di wine tour, enoturismo e cicloturismo. È possibile pensare a una gestione cooperativa della tratta, tra i vari comuni coinvolti e, magari, in sinergia con le numerose aziende vitivinicole locali.

2. Cilento interno: velorail tra borghi e vallate in Campania

La Sicignano-Lagonegro, oggi luogo del cuore FAI, è un tragitto che doveva inizialmente collegare Campania e Lucania con la Calabria, arrivando fino a Reggio. Poi, però, i lavori si interruppero dopo la stazione di Lagonegro. Nel marzo del 2012 è già stata portata avanti una sperimentazione cicloferroviaria, nel solo tratto compreso tra Galdo e Castelluccio. L’esperimento durò un solo mese, ma diede già modo di verificare le potenzialità del progetto: valorizzazione di paesaggi selvaggi e possibile freno allo spopolamento dei piccoli paesi collocati lungo il tracciato. Si potrebbe anche pensare a un velorail tematico, magari legato al cibo della tradizione mediterranea e incentrato sulla biodiversità che la garantisce.

3. Val di Non, pedalare nel cuore della valle delle mele, in Trentino

La ferrovia Dermulo-Malè, o Lokalbahn Dermulo-Mendel in tedesco, era lunga 24 chilometri e superava un dislivello di 800 metri, punteggiando il paesaggio trentino e quello tirolese alla stessa maniera dei trenini che percorrono le alpi svizzere. Negli anni ’60, quando la motorizzazione su gomma si diffuse a macchia d’olio, la ferrovia venne smantellata quasi del tutto, ma oggi ne restano ancora delle porzioni percorribili, non troppo ripide, ideali per un velorail. Da queste parti, la raccolta dei frutti e le fioriture alpine sono attraenti per il turista, e una possibile intermodalità treno e ferrociclo potrebbe dare modo al villeggiante di visitare un’area più ampia, senza doversi spostare in auto.

4. Colli Berici: velorail panoramico su viadotti e curve lente in Veneto

Il percorso tra Treviso e Ostiglia è già stato recuperato, grazie all’apertura di una pista ciclabile lunga ben 118 chilometri, che si snoda tra paesaggi rurali e testimonianze storiche, offrendo un’invidiabile testimonianza didattica al visitatore. Sul vecchio tracciato ferroviario sarebbe possibile inserire un velorail, così da attirare più turisti e aprirsi anche ai non ciclisti, dando modo a chiunque di perdersi in un suggestivo quadretto di vigneti e castelli.

5. Salento interno: pedalate lente tra muretti a secco e ulivi in Puglia

La ex tratta pugliese compresa tra Maglie e Gagliano del Capo si lega ottimamente a percorsi di ispirazione religiosa e al turismo fuori stagione. Il tragitto, ufficialmente, è chiuso soltanto momentaneamente e sarà riaperto al traffico ferroviario da parte del gestore locale, Ferrovie del Sud-Est, sottosezione di RFI, in futuro. Non è però dato sapere quando e chi risiede da queste parti dà già per scontata la dismissione del braccio. Espropriando Rete Ferroviaria Italiana, sarebbe possibile attivare una cooperazione con enti culturali locali che si occupino di gestire un velorail per valorizzare il loro territorio e le proposte turistiche di questo suggestivo quadrante di Italia.

Le tratte ferroviarie dismesse che abbiamo candidato a progetti di velorail

TRATTA DISMESSAREGIONELUNGHEZZAPENDENZACONTESTO PAESAGGISTICO
Canale – AstiPiemonte24 kmbassaColline vitate e vigneti
Sicignano – LagonegroCampania37 kmmediaBorghi e valli interne
Dermulo – MalèTrentino Alto-Adige11 kmbassaFrutteti e montagne
Treviso – Ostiglia (parziale)Veneto17 kmmedia Colli panoramici
Maglie – GaglianoPuglia32 kmbassaCampagna mediterranea

Perché il velorail è una strategia di rigenerazione sostenibile

Strategicamente, inserire un velorail rappresenta un piano di rigenerazione sostenibile. Il veicolo è infatti un’alternativa di mobilità ecologica, che non impatta. Consente il riuso circolare di infrastrutture in disuso le quali, altrimenti, sarebbero abbandonate a loro stesse e diverrebbero dimora di rovi, spine e fauna selvatica. Il ferrociclo è una modalità di trasporto inclusiva, capace di garantire a chiunque un’esperienza turistica piena e godibile, che promuove uno stile di vita più sano. Non a caso, è incluso nei suggerimenti di turismo lento inclusi nell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ed è finanziabile con i fondi del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (PNRR).

Accanto a questi benefici, occorre considerare l’importanza di un valore – principalmente simbolico ma anche pratico, in chiave turistica – come quello della riattivazione di binari abbandonati. Riaprire un’infrastruttura chiusa da tempo crea un precedente e innesca una metafora che si può estendere sull’intero territorio. Se si ripristina un’opera che fungeva da collegamento sarà possibile far ripartire anche le località che collegava, riattivando servizi per turisti e per quei residenti che decidono di rientrare in borghi ormai spopolati per lavorare con i nuovi flussi di villeggianti. Il velorail può rappresentare un vero e proprio stimolo di ripartenza.

Come progettare un itinerario di velorail efficace

Per avviare un’opera di velorail che funzioni è necessario partire da elementi tecnici imprescindibili, quali la presenza di binari, la loro sicurezza e manutenzione, nonché la disponibilità di moduli velorail da attivare. Le fonti di finanziamento possono essere svariate: fondi europei; bandi per il turismo; partenariati territoriali che vedano il coinvolgimento attivo di pubblico, privato e terzo settore; partecipazione delle comunità locali. Il pentalogo degli elementi necessari per avviare un velorail, generalmente, è il seguente:

  • analisi di fattibilità e sicurezza della linea;
  • acquisto o noleggio (soluzione sempre più praticabile) di veicoli velorail;
  • creazione di esperienze parallele e correlate, come visite e degustazioni;
  • marketing territoriale e rete locale con associazioni, attività e amministrazioni;
  • storytelling territoriale a tutto tondo, incentrato su sostenibilità e slow tourism.

Il velorail è uno strumento di rigenerazione lenta e creativa, un dispositivo narrativo su ruote che rimette in circolo la memoria e il paesaggio di un territorio. Non limitiamoci a pensarlo soltanto come mezzo di trasporto alternativo.

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Mattia Mezzetti

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