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La Carta Geologica d’Italia è a rischio

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La Carta Geologica d’Italia è uno strumento fondamentale di conoscenza del suolo e del sottosuolo nazionale, indispensabile per la prevenzione del rischio idrogeologico e la pianificazione urbanistica. Eppure c’è il rischio che non venga completata, se non vengono inserite le risorse nella nuova Legge di bilancio.

La Carta Geologica d’Italia potrebbe non essere completata. Il finanziamento destinato al progetto si esaurirà infatti con le risorse destinate al 2022 e la sua realizzazione è nuovamente a rischio di interruzione quando manca ancora il 45% dei fogli. La Carta Geologica nazionale è realizzata da Ispra in collaborazione con le Regioni, le Province autonome, le Università e il CNR ed è uno strumento fondamentale di conoscenza del suolo e del sottosuolo nazionale, indispensabile per riuscire a mettere in sicurezza i territori, contenere le emergenze, procedere a un’idonea pianificazione urbanistica. Ispra ha perciò richiamato l’attenzione sulla necessità di attivare nella Legge di bilancio un capitolo di spesa dedicato al progetto della Carta Geologica (progetto CARG) per consentirne il completamento. Un’esigenza che non può essere procrastinata, in considerazione della vulnerabilità del territorio italiano, sottoposto di continuo a eventi estremi derivanti dal dissesto idrogeologico e dal cambiamento climatico.

La Carta Geologica d’Italia come strumento di prevenzione del rischio idrogeologico

“La Carta – ha detto Stefano Laporta, presidente Ispra – è uno strumento fondamentale per la conoscenza del territorio e per la salvaguardia del nostro Paese; non solo conoscenza e memoria ma anche garanzia per il futuro. Lavorare alla prevenzione, tutela e sostenibilità ambientale è la ragione profonda di questo progetto”. “Sappiamo – ha aggiunto Claudio Barbaro, sottosegretario al Ministero dell’Ambiente – quanto il dissesto idrogeologico sia una problematica rilevante nel nostro Paese e il progetto CARG è sicuramente un passaggio importante per la risoluzione di questo problema. Proprio per questo è nostro obiettivo che la realizzazione della Carta Geologica possa diventare una priorità tecnico-scientifica per il Paese. Il nostro Ministero, nell’attuare la transizione ecologica e nel garantire la sicurezza energetica, non può non tenere conto della messa in sicurezza del territorio e della possibilità di prevenire i rischi di natura geologica, anche attraverso l’utilizzo di questa infrastruttura di altissimo livello scientifico e le sue ricadute applicative”. È importante, quindi, che il progetto possa continuare. “Dobbiamo consolidare uno strumento che potrà contribuire alla prevenzione di eventi catastrofici – ha proseguito Barbaro – e consentire di allineare l’Italia agli altri Paesi europei, come Francia o Germania, che hanno già da molto tempo completato la copertura geologica del loro territorio e avviato la fase di ulteriore aggiornamento. In un momento difficilissimo, non solo per il nostro Paese, ci affrettiamo a presentare una Legge di bilancio delicatissima, nella quale però non potremo prescindere dall’individuare le soluzioni migliori per la prosecuzione di progetti funzionali e imprescindibili come questo”.

La Carta Geologica d’Italia ad oggi copre il 55% del territorio nazionale

Avviato alla fine degli anni Ottanta, il progetto CARG prevede la realizzazione di 636 fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000 che compongono l’intero territorio nazionale. Finanziato con una certa regolarità fino al 2000, ha poi subito una battuta d’arresto di circa 20 anni per assenza di finanziamenti. Grazie alle risorse economiche rese disponibili dalle tre ultime Leggi di Bilancio, è stato possibile riprendere il lavoro. Con la conclusione dei fogli avviati nel triennio 2020-2022 si arriverà però solo al 55% della copertura del territorio nazionale. Per completare il lavoro mancano ancora 300 fogli geologici e quasi tutti i fogli geotematici. Sapremo a breve quale futuro riserva al progetto la Manovra economica 2023.

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