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La crisi climatica è qui: in Italia un terzo di eventi meteo estremi in più rispetto al 2021

fenomeni meteo estremi
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Secondo i dati dell’Osservatorio CittàClima 2022 di Legambiente, in Italia i fenomeni meteorologici estremi sono in aumento del 27% rispetto al 2021, colpendo soprattutto le città. Nonostante questo, manca una strategia nazionale di prevenzione del rischio e di adattamento.

I drammatici fatti di Ischia sono una miscela esplosiva di eventi meteorologici estremi, resi sempre più frequenti e intensi dalla crisi climatica, e incuria del territorio. Ma Ischia è solo il caso più recente della gravissima accelerazione dei fenomeni climatici di intensità eccezionale che colpiscono il nostro Paese. Da gennaio a ottobre di quest’anno, infatti, secondo il report “Il clima è già cambiato” dell’Osservatorio CittàClima 2022 realizzato da Legambiente, si è registrato un aumento di questi fenomeni (inondazioni, bombe d’acqua, temperature elevate, siccità estrema) del 27% rispetto al numero registrato nell’intero anno precedente.

Le Regioni italiane più colpite dagli eventi meteorologici estremi

La crisi climatica accelera sempre di più la sua corsa, insieme agli eventi estremi, con impatti crescenti sui Paesi di tutto il mondo, compresa l’Italia. Nei primi dieci mesi di quest’anno, i fenomeni meteorologici estremi registrati nel nostro Paese sono stati 254: quasi un terzo un più (+27%) rispetto a quelli avvenuti nel 2021. E non si tratta di un caso isolato. Legambiente ha fatto un bilancio degli ultimi 13 anni: “dal 2010 al 31 ottobre 2022 sono stati registrati 1.503 fenomeni estremi, 780 i Comuni colpiti e 279 le vittime”. Tra le Regioni più colpite: Sicilia (175 eventi estremi), Lombardia (166), Lazio (136), Puglia (112), Emilia-Romagna (111), Toscana (107) e Veneto (101). I dati raccolti sono stati organizzati in una mappa del rischio climatico.

mappa rischio climatico

In Campania, sotto la lente di ingrandimento dell’associazione ambientalista dopo la tragedia di Ischia, si sono registrati nel corso dell’anno 18 eventi climatici estremi, 6 solo nel mese di novembre. Sono 100 i fenomeni estremi monitorati nella Regione dal 2010 fino ai primi giorni di novembre; tra questi 38 casi di allagamenti e alluvioni e 4 frane da piogge intense. Gli effetti dei fenomeni climatici sono sempre più severi e si sommano all’incuria del territorio e all’abusivismo edilizio. In particolare, ad Ischia sono circa 600 le case abusive colpite da ordinanza definitiva di abbattimento. Arriva a 27mila invece, il numero delle pratiche di condono presentate in occasione delle tre leggi nazionali. E dopo il Decreto Genova del 2018, contenente un condono per la ricostruzione post terremoto di Ischia, il numero di fabbricati danneggiati che hanno fatto richiesta di sanatoria sono circa 1.000.

Le città sono le più colpite dagli eventi meteo estremi

Ad andare in sofferenza a causa della magnitudine crescente dei fenomeni climatici sono soprattutto le grandi città. A cominciare da Roma, dove – sempre tra 2010 e inizio novembre 2022 – si sono verificati 66 eventi estremi, di cui 39 allagamenti a seguito di piogge intense; poi Bari con 42 eventi, tra allagamenti da piogge intense (20) e danni da trombe d’aria (17); Agrigento, con 32 casi di cui 15 allagamenti e Milano, con 30 eventi totali, di cui 20 esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro. Uno degli eventi più tragici dell’anno, avvenuto il 3 luglio, conseguenza delle temperature elevate, è stato il distacco di una grossa porzione dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, che ha provocato 11 vittime e 8 feriti. Poi l’evento alluvionale che ha colpito le Marche il 15 e 16 settembre, causando 13 morti. Facendo una carrellata degli episodi maggiori, Legambiente ricorda il nubifragio del 12 agosto sull’area tirrenica del Reggino; a Scilla, il litorale è stato investito da un’imponente massa d’acqua che dal costone che sovrasta la marina ha invaso le strade, trascinando nel fango auto e detriti. La siccità estiva ha inasprito la scarsa capacità di ritenzione delle acque piovane da parte dei terreni. Nella notte tra il 27 e il 28 luglio, ad esempio, in Val Camonica è caduta in poche ore la stessa quantità di pioggia caduta sulla provincia di Brescia nei sette mesi precedenti.

L’Italia è in forte ritardo nell’adottare le misure di adattamento al cambiamento climatico

“Nella lotta alla crisi climatica – spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – da troppi anni l’Italia sta dimostrando di essere in ritardo. Continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse economiche spese per i danni provocati dagli eventi estremi, alluvioni, piogge e frane, e non approva il Piano nazionale di adattamento al clima, dal 2018 fermo in un cassetto del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica”. Ad oggi sono 24 i Paesi europei che hanno adottato un piano nazionale o settoriale di adattamento al clima. “Grande assente l’Italia – aggiunge Ciafani – che per altro in questi ultimi 9 anni ha speso 13,3 miliardi di euro in fondi assegnati per le emergenze meteoclimatiche. Si tratta di una media di 1,48 miliardi/anno per la gestione delle emergenze, in un rapporto di quasi 1 a 4, tra spese per la prevenzione e quelle per riparare i danni”.

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