Una situazione allarmante secondo i dati degli Osservatori della siccità europea e globale (EDO e GDO) del Copernicus Emergency Management Service (CEMS), raccolti nel rapporto La Siccità in Europa – Aprile 2025. In Europa e nelle regioni limitrofe, le scarse precipitazioni, l’inaridimento del suolo e la riduzione dei fiumi mettono a dura prova gli ecosistemi, l’agricoltura e le vie di comunicazione.
È già allarme siccità in gran parte d’Europa. Temperature più alte della media e un calo delle precipitazioni dall’inizio dell’anno in una vasta area del continente sono causa di una situazione che preoccupa, con condizioni di peggioramento in corso e la diminuzione dei flussi fluviali. La fotografia della situazione arriva dalle analisi del Centro comune di ricerca (CCR) della Commissione europea raccolte nel rapporto La Siccità in Europa – Aprile 2025. Con previsioni, fino a giugno, che indicano condizioni più secche della media nell’Europa settentrionale e occidentale, e che fanno temere per gli impatti possibili sull’agricoltura, sui trasporti e sugli ecosistemi.
Europa orientale e meridionale, Africa settentrionale e Medio Oriente le aree più colpite
Le regioni più colpite sono l’Europa centrale, orientale e sudorientale e l’area del Mediterraneo orientale, soggette a condizioni di siccità sempre più gravi. Condizioni simili stanno inoltre emergendo nell’Europa nord-occidentale, secondo l’analisi degli scienziati del CCR che utilizza i dati degli Osservatori della siccità europei e globali, componenti del Servizio di gestione delle emergenze Copernicus. La maggior parte del Portogallo, della Spagna e della Francia occidentale e centrale ha vissuto, invece, un inverno piovoso; pioggia anche nell’Italia settentrionale per l’inizio della primavera. In alcune aree, le forti precipitazioni hanno causato vittime, danneggiato la vegetazione e danneggiato le infrastrutture.
Calore e scarse precipitazioni esauriscono le riserve di suolo e acqua
Tra gennaio e marzo 2025, la maggior parte dell’Europa ha registrato condizioni di caldo superiori alla media. Nelle Alpi, nell’Europa orientale e nella Scandinavia settentrionale le temperature medie sono state di oltre 3°C superiori alla norma. Le scarse precipitazioni e il caldo intenso hanno inaridito la terra, lasciando i terreni del Mediterraneo orientale e dell’Africa settentrionale significativamente privi di umidità. Dall’inizio di aprile gli effetti della siccità si sono fatti più evidenti anche rispetto ai fiumi europei. Ampie aree del Nord Europa e parti delle Alpi occidentali sono attualmente le regioni più colpite, ma anche i Paesi del Mediterraneo orientale e la Russia occidentale mostrano segni di stress idrologico. In particolare, un forte calo dei livelli idrici all’inizio di aprile ha interessato il fiume Reno, soprattutto nel bacino superiore; e dopo un inverno e una primavera secchi, la riduzione del deflusso sta già incidendo sulla navigazione fluviale nel medio Reno.
Segnali di allarme per la vegetazione soprattutto nella regione mediterranea
Tra le anomalie che il rapporto mette in evidenza figurano le condizioni molto secche registrate a marzo in Germania settentrionale, nei Paesi del Benelux, in Danimarca, in Scandinavia meridionale e in gran parte del Regno Unito e dell’Irlanda. Modelli simili sono stati osservati nell’Ucraina meridionale e nella Turchia centro-orientale. Queste tendenze destano preoccupazione per l’evoluzione della situazione nel corso della primavera e dell’estate, soprattutto se a ciò si aggiungono le condizioni siccitose dei mesi precedenti.
La vegetazione, che nella maggior parte d’Europa appariva sana alla fine di marzo, mostra già segni di stress in alcune parti dell’Africa settentrionale, della Siria occidentale e della Turchia sud-orientale. “Lo sviluppo precoce delle piante, una crescita anticipata innescata da temperature superiori alla media, potrebbe mascherare le vulnerabilità che potrebbero emergere se le condizioni di siccità dovessero persistere durante la stagione vegetativa”, scrivono gli scienziati del Centro comune di ricerca europeo. È molto probabile che gli impatti sulla vegetazione emergano nei prossimi mesi, se queste condizioni persisteranno.
Previsioni di rischi continui in diverse regioni
Le previsioni fino a giugno 2025 – caratterizzate tuttavia da una certa incertezza dovuta alla variabilità dei sistemi di modellazione utilizzati – indicano condizioni più secche della media nell’Europa settentrionale e occidentale, compresi Regno Unito e Irlanda. Condizioni più umide della media sono previste, invece, nella Penisola iberica, in Italia centrale, nelle Alpi orientali e in Grecia. Si ritiene probabile che i fiumi rimangano insolitamente bassi in tutta l’Europa orientale per tutto il mese di maggio e i livelli d’acqua potrebbero scendere ulteriormente. In molte aree, secondo il rapporto, la scarsa portata dei fiumi sta già avendo ripercussioni sull’agricoltura, sugli ecosistemi, sulla produzione di energia e sui trasporti.