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Last Minute Market: dal recupero del cibo alla circolarità

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Non solo recupero del cibo. Last Minute Market si occupa anche di recuperare e distribuire oggetti ed elettrodomestici e sviluppare progetti di economia circolare, a sostegno delle comunità

Ogni anno nell’Unione europea vengono buttate 88 milioni di tonnellate di cibo e un terzo circa di tutti gli alimenti prodotti nel mondo va perso nel passaggio fra produttore e consumatore. Lo spreco di cibo genera l’8% delle emissioni globali di gas serra. Un fenomeno che, a fine anni ’90, spinse Andrea Segrè, docente di Politica agraria internazionale presso l’Università di Bologna, ad avviare una sperimentazione per il recupero delle eccedenze alimentari a fini solidali. Dopo vent’anni, Last Minute Market è un’impresa sociale che coinvolge 530 enti no profit e 698 attività produttive o commerciali, che hanno impiegato nel progetto 3.000 persone tra volontari e dipendenti delle imprese. Nel 2020 Last Minute Market ha donato oltre 2.300 quintali di ortofrutta, grazie alla collaborazione del Gruppo cristiano di volontari coordinato da suor Matilde Lego. In sinergia con la multiutility Hera vengono recuperati oggetti, elettrodomestici e farmaci. 

Professor Segrè, lei presiede anche il Centro agroalimentare di Bologna. Quali progetti state sviluppando?

“Al momento stiamo lavorando ad un progetto di biodigestore, un impianto per produrre energia alimentato dal biogas prodotto dagli scarti organici del mercato ortofrutticolo, a complemento della produzione energetica dei pannelli fotovoltaici che abbiamo sul tetto. Abbiamo il primato del tetto fotovoltaico più grande d’Europa. A regime, avremo una produzione energetica pari a 20 kW elettrici e 30 kW termici. In questo modo il Centro agroalimentare (Caab) punta a realizzare un modello di economia circolare, da una parte distribuendo l’ortofrutta invenduta ai consumatori con basso potere di acquisto, dall’altra producendo energia dagli scarti organici, con ritorno al suolo dei nutrienti attraverso il digestato”.

E quali sono i risultati dell’impegno di Caab sul fronte della transizione energetica?

“Nel 2020 abbiamo prodotto quasi 1.500.000 kWh di energia da fonti rinnovabili, risparmiando l’emissione di 743 tonnellate CO2 ed evitando la produzione di 223 Kg di PM10. Con l’energia pulita prodotta si può sostenere la necessità energetica di oltre 700 famiglie per un intero anno. Su queste basi abbiamo avviato nel vicino quartiere del Pilastro il progetto GECo (Green Economy Community) per la costituzione di una comunità energetica di ‘prosumers’ ossia produttori – consumatori di energia da fonti rinnovabili”.

 Tornando a Last Minute Market, qual è l’impatto dell’attività di recupero del cibo?

“Per ciascuna azienda con cui collaboriamo realizziamo una valutazione dell’impronta ecologica. Per un noto produttore di pasta abbiamo calcolato perdite e sprechi lungo l’intero processo di lavorazione, dalla fattoria alla tavola. Alla fine del ciclo di produzione solo il 6% degli scarti è destinato alla discarica, mentre il 94% viene recuperato. Di questa percentuale il 40% è destinato all’alimentazione e la cura degli animali, il 22% alla produzione di energia, il 6 % è compostato, mentre il 25% non viene raccolto e la paglia viene utilizzata come mangime e lettiera per gli animali. Un esempio di vera economia circolare, dove non si perde quasi nulla. Per quanto riguarda la pasta i veri sprechi si registrano nella fase di consumo, con valori tra il 10% e il 40% nel settore domestico e ricettivo”.

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Redazione

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