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L’importanza strategica di Marghera

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Con la necessità di trovare alternative alle importazioni di gas russo e diversificare le fonti, sempre di più l’area di Marghera assume un ruolo strategico nello scenario energetico nazionale.

La guerra contro l’Ucraina rappresenta, tra gli altri, anche un duro colpo alla transizione ecologica che il nostro Paese e il resto d’Europa stava imboccando. Il gas, che rappresenta la quota parte più importante nel nostro mix energetico – le rinnovabili al momento coprono solo l’11% del fabbisogno italiano – è per il 95% circa importato. E di questa quota oltre il 40% arriva proprio dalla Russia. Inoltre, la produzione nazionale negli ultimi venti anni è passata da 20 miliardi di metri cubi ai 3,5 miliardi di oggi, senza che i consumi siano diminuiti. Ecco perchè le alternative alle importazioni di gas russo prevedono una maggiore flessibilità nell’uso delle fonti di energia. Anche con il ricorso al carbone e all’olio combustibile se necessario.

Il Veneto area di interesse strategico nazionale

In questo scenario il Veneto riveste un interesse strategico di primo piano nella strategia energetica nazionale. Il rigassificatore di Porto Levante (Rovigo) con 8 miliardi di metri cubi all’anno fornisce da solo il 52% della rigassificazione nazionale, grazie alle forniture di gas naturale liquefatto (LNG) che arrivano da Qatar, Egitto, Trinidad e Tobago, Guinea equatoriale e Norvegia. Mentre la centrale a carbone di Fusina (Venezia) una delle 7 ancora attive in Italia – insieme coprono il 5% circa del fabbisogno energetico nazionale – e avviata verso la riconversione a turbogas, vedrà probabilmente prolungata la sua attività ancora per qualche tempo.
Entrerà in marcia commerciale entro il secondo semestre di quest’anno il nuovo ciclo combinato a gas naturale di ultima generazione di Edison che userà la più avanzata tecnologia italiana e renderà l’impianto termoelettrico di Marghera Levante il più efficiente d’Europa con un rendimento energetico pari al 63%.Poche settimane fa è stato annunciato un accordo tra Edison, Eni e Ansaldo Energia per avviare uno studio di fattibilità per la produzione di idrogeno verde (prodotto dall’elettrolisi dell’acqua) o blu (da gas naturale con cattura della CO2 prodotta) da utilizzare nell’impianto di Marghera, in sostituzione di una quota di gas naturale. Il progetto, nato per accelerare la decarbonizzazione del settore elettrico, risponde anche all’emergente bisogno di diversificazione delle fonti di energia.

Nuova spinta all’Hydrogen Park di Porto Marghera

La centrale Edison contribuirà a dare ulteriore slancio a Hydrogen Park, il consorzio nato per realizzare in Veneto una vera e propria hydrogen valley, in cui a inizio 2022 proprio Edison ha fatto il suo ingresso, rilevando il 9,7% delle quote.
“Il polo di Marghera, a differenza di altre aree, offre l’opportunità di integrare il consolidato know-how industriale con l’innovazione e la sperimentazione tecnologica. Insieme ai principali stakeholders abbiamo realizzato dodici progetti nel campo dello stoccaggio, della distribuzione, della mobilità e delle applicazioni stazionarie”, ha raccontato il presidente di Hydrogen Park, Andrea Bos, in occasione della prima edizione di HESE, Hydrogen Energy Summit & Expo, ad ottobre dello scorso anno. “Un modello replicabile e scalabile nei grandi distretti industriali altamente energivori”. Il sito industriale risulta tra i più vocati – grazie agli ampi spazi portuali, ai collegamenti via terra e via mare e alla connessione con la rete energetica – a diventare, grazie al progetto di riconversione industriale, un hub dell’idrogeno. Con decine di ettari coinvolti e importanti ricadute occupazionali.

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Redazione

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