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Nature-positive landscape: territorio, città ed ecosistemi in connessione

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Integrare la natura nel tessuto urbano, valorizzando i servizi ecosistemici forniti dagli spazi verdi, accresce la resilienza dei sistemi ambientali e delle comunità, migliorando la qualità di vita delle persone. Il caso della città tedesca di Essen.

Il concetto di Nature-positive è entrato nelle politiche globali tre anni fa, quando in occasione del meeting G7 nel Regno Unito fu siglato il 2030 Nature Compact, l’accordo che impegnava i Paesi firmatari a raggiungere il target di zero emissioni entro il 2050, introducendo un approccio inedito alla sostenibilità e all’ambiente: “il nostro mondo non deve soltanto raggiungere il net zero, ma deve anche diventare nature-positive, a vantaggio sia delle persone che del pianeta, con un’attenzione volta a promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo”. Una missione su scala globale finalizzata ad arricchire la biodiversità, a ridurre il rischio di nuove pandemie e a consolidare la resilienza del pianeta e delle società umane.

Dall’economia all’urbanistica, dai consumi all’agricoltura, tale concetto si è poi diffuso capillarmente in ogni contesto sociale, in linea con il global goal di un ripristino della natura ai livelli pre-2020 entro il 2030, in vista di un completo recupero degli ecosistemi entro il 2050. I segnali sempre più allarmanti della crisi climatica in atto dimostrano quanto sia urgente agire in tal senso. Basti pensare al dibattito sorto di recente sul livello di inquinamento dell’aria nelle principali metropoli europee, che vede l’Italia tra i Paesi con le concentrazioni più alte di particolato atmosferico, secondo i dati 2023 della European Environment Agency.

Portare il territorio dentro la città: nasce il nature-positive landscape

I centri urbani sono la chiave per la sostenibilità globale: rappresentano nodi cruciali per i flussi di risorse digitali, culturali, economiche e umane del pianeta. Per proteggerli e migliorarli serve una transizione radicale verso nature-positive cities resilienti e sostenibili, che punti sulla collaborazione tra pubblico e privato, mettendo al centro il benessere e la qualità di vita delle persone, coinvolgendole in progetti collaborativi improntati all’inclusione. Secondo il World Economic Forum, implementare nature-based solutions all’interno delle città è una scelta strategica per affrontare la sfida climatica e sociale; tanto che ha dato vita ad una task force globale di esperti con l’obiettivo di concepire e promuovere una visione di città del futuro che integri natura e biodiversità nei piani di governance cittadini.

Tra le nature-based solutions progettate per supportare la fornitura di servizi ecosistemici e misurare le performance della natura nel tessuto urbano, figurano tecniche e dinamiche volte a portare le peculiarità del territorio nelle città e nei paesaggi, attraverso risorse locally adapted, basate sull’analisi del collegamento che unisce ogni città con il territorio circostante. Il paesaggio diventa un elemento in grado di connettere gli spazi, abilitando una rigenerazione basata sull’identità naturale dei luoghi e abbracciando la dimensione ambientale ed ecosistemica dei paesaggi urbani e rurali. Includendo ecosistemi, città, territori e habitat in una sola grande unità, il nature-positive landscape (LAND, 2024) si pone come un sistema iperconnesso e osmotico, che si alimenta costantemente delle interdipendenze tra città e campagna e dal coinvolgimento diretto delle persone.

Riconnettersi con la natura permette ai cittadini di sperimentarne i benefici, non ultimo un generale miglioramento della salute fisica e mentale. L’approccio collaborativo insito nel nature-positive landscape mira a promuovere processi comportamentali concreti ed ecologici, in grado di introdurre nuovi modelli estetici inclusivi per un paesaggio sempre più visibile, misurabile e people-oriented, in linea con i principi dello European Bauhaus.

La rigenerazione di Essen: il paradigma di nature-positive landscape

Ogni agenda urbana dovrebbe sostenere questa transizione da nature-positive cities a nature-positive landscapes, attuando strategie operative che facciano leva sulle caratteristiche naturali, storiche, geografiche e umane dei paesaggi urbani e rurali nelle fasi di progetto. Integrando la natura in città e valorizzando i servizi ecosistemici forniti dagli spazi verdi, i confini si assottigliano, creando opportunità per la biodiversità, la connettività ecologica e l’uso sostenibile del territorio.

Ad incarnare tale paradigma è la città tedesca di Essen, teatro di un progetto di rigenerazione innovativo che ha connesso persone, territori, ecosistemi ed habitat su scala regionale. Nel decennio 1989-1999 l’IBA Emscher Park ha introdotto una nuova identità per i paesaggi post industriali del bacino della Ruhr, attuando una trasformazione ad ampio spettro plasmata su tre livelli: ecologico, economico e sociale. Qui il paesaggio ha svolto la funzione di connettore fluido, in grado di accorpare funzioni e flussi su un’area di 800 kmq, abitata da 2 milioni e mezzo di persone e costellata da 17 città. Attraverso le green-blue infrastructures, il masterplan “Freiraum Schafft Stadtraum” (“Lo spazio aperto crea spazio urbano”) ha dato vita nel 2005 a un network capillare, fondato sul collegamento dei sistemi verdi e dei corpi idrici urbani preesistenti, secondo il modello dei Raggi Verdi appena introdotto a Milano. Il fiume Emscher, i suoi affluenti e le aree verdi adiacenti hanno così assunto la forma di corridoi ecologici che per 150 km collegano e mettono in rete zone un tempo isolate, dando vita a un sistema denso e osmotico in grado di unire i quartieri residenziali e l’aperta campagna all’insegna degli elementi naturali e garantire così un’accessibilità rapida al verde a circa 250 mila cittadini.

Nel 2006, il piano regolatore urbano “ESSEN. Neue Wege zum Wasser” (“ESSEN. nuovi percorsi verso l’acqua”) ha ampliato ulteriormente il raggio d’azione potenziando la rete dei percorsi verdi, promuovendo la mobilità dolce e collegando parchi e risorse idriche rinaturalizzate alle aree residenziali, in modo da migliorare la qualità della vita degli abitanti, insieme ad iniziative di reinserimento sociale e misure contro la disoccupazione. Una pianificazione urbana innovativa ed efficiente, volta a promuovere la salute, l’inclusione sociale e professionale, la biodiversità e la mobilità sostenibile, che ha ridato importanza allo spazio aperto rispetto al costruito.

Il progetto ha scardinato la staticità degli interventi precedenti, sviluppandosi dinamicamente nel tempo secondo le esigenze della città, anche grazie ai costanti impulsi scaturiti dalla collaborazione pubblico-privato. Una vera e propria rivoluzione culturale, che nel 2010 ha portato l’area metropolitana comprendente Essen ad aggiudicarsi il titolo di Capitale europea della Cultura. Una prima volta in assoluto per un’ex area industriale riconvertita. Il profondo legame tra natura urbana ed economia locale ha poi contribuito alla nomina di Essen a European Green Capital nel 2017.

Essen: laboratorio di sperimentazione sociale, economica e culturale

Da allora, la città si è dimostrata un fervido laboratorio di sperimentazione anche nell’ambito dell’adattamento strategico al cambiamento climatico: lo testimoniano l’adesione alla Gründach Initiative, che invita la comunità cittadina all’utilizzo di tetti e facciate verdi in ottica di water management e l’attuazione della Strategia regionale per la biodiversità della regione della Ruhr. In vista della partecipazione alla Internationale Gartenausstellung, il garden show in programma nel 2027, Essen punta inoltre alla creazione di nuove strutture verdi resilienti in grado di adattarsi in modo flessibile alle mutevoli esigenze del futuro, combinando natura e cultura, paesaggio e architettura, lavoro e tempo libero.

Il radicamento di concrete azioni di paesaggio sul territorio ha permesso di ampliare la visione strategica di rigenerazione basata sulla realizzazione di corridoi di biodiversità: sorgendo lungo i percorsi che si irradiano attraverso la città, contribuiranno alla tutela della diversità biologica delle specie. Al contempo, sistemi sotterranei dotati di elementi di drenaggio, stoccaggio e infiltrazione per l’acqua piovana aiuteranno la comunità in occasione di eventi meteorologici estremi, attuando il concetto di città spugna che, favorendo la porosità, asseconda il ciclo naturale dell’acqua.

Essen rappresenta un caso esemplare in cui la rigenerazione territoriale diventa fattore cruciale per lo sviluppo sostenibile e il benessere delle comunità, non solo in ambito urbano ma anche su una scala più ampia. Promuovendo format partecipativi trasparenti e condivisi tra stakeholder, amministrazione pubblica e società civile, il paesaggio funge da piattaforma unica e “positiva” e da catalizzatore di tale processo, finalizzato alla riappropriazione consapevole dei luoghi. Una riqualificazione che si accompagna alla valorizzazione delle risorse locali, alla promozione dell’innovazione e alla creazione di opportunità economiche e sociali per le persone, in modo da garantire a tutti un futuro migliore.

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