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In Lombardia si guarda alle senseable city

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La capacità di raccogliere e sistematizzare i dati è cruciale per ripensare le città, affinché siano davvero al servizio dei cittadini e dell’ambiente. A partire dalla sviluppo di una mobilità sostenibile, integrata e multimodale. 

Il concetto di smart city potrebbe presto diventare desueto, soppiantato da quello ben più ambizioso di senseable city, che indica un ambiente urbano in grado di migliorare la qualità di vita degli abitanti grazie alla digitalizzazione dei processi di lavoro e l’organizzazione dei dati riguardanti il territorio. Il riferimento internazionale è rappresentato dal Senseable City Lab, fondato dall’italiano Carlo Ratti presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston, che mette insieme esperti di vari ambiti: architettura, arte, fisica, ingegneria, arte, pianificazione urbana e sociologia. Come a Rio de Janeiro, dove il laboratorio ha impiegato tecnologia, sensibilità e urbanistica per realizzare un piano che punti a includere le favelas, invertendo il processo di marginalizzazione che le caratterizza. Si è partiti dal censimento delle strutture esistenti tramite scansione 3D, nella consapevolezza che capire cosa si trova, e dove, è precondizione per l’allaccio alle infrastrutture urbane di base, dall’elettricità all’acqua potabile, alle fogne. Un approccio estendibile ad altri quartieri in giro per il mondo – come gli slums e barrios pobres – caratterizzati da architettura spontanea, senza piani regolatori, né infrastrutture adeguate. 

Città del futuro, a partire dalla mobilità integrata e multimodale 

La città costituisce un bacino enorme di raccolta di dati provenienti dai cittadini, dalle interazioni tra di loro e con lo spazio nel quale si muovono. Imparare a leggerli può consentire di mettere a punto strategie mirate per migliorare la vita nei centri urbani. Non a caso, “Dalle Smart City alla Senseable City” è il titolo dell’analisi curata da Fnm (gruppo attivo nella mobilità integrata in Lombardia, l’ex-Ferrovie Nord), che analizza gli scenari di evoluzione del territorio nella prima regione italiana per abitanti, con 700mila persone che ogni giorno si spostano in treno. Il piano dei trasporti regionale punta a sviluppare una mobilità integrata multimodale di ultima generazione, pur mantenendo il focus su rotaia e gomma. Con l’obiettivo a lungo termine di rendere la Lombardia una megacity, ovvero un’unica città diffusa sul territorio, secondo un principio di equipotenzialità. “L’elemento chiave che consente alle persone, ai traffici commerciali, alla società in generale, di mantenere e migliorare gli standard di vita è la capacità di spostarsi nei territori. Ecco perché – ha sottolineato presentando lo studio Andrea Gibelli, presidente di Fnm – la mobilità costituisce un sistema cardine all’interno della società, del territorio italiano e della sua economia, dal quale dipende il livello di produttività industriale, lo scambio delle merci, la qualità di vita degli abitanti, il tessuto connettivo in grado di creare valore aggiunto”.

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