È possibile procedere con la riqualificazione urbana di una città interrando un’importante arteria autostradale. Quando un’amministrazione prende questa coraggiosa decisione minimizza gli effetti nocivi causati dal traffico, quali inquinamento acustico e atmosferico, e può realizzare parchi, piste ciclabili e/o spazi di aggregazione. Vediamo l’esempio di Madrid Río.
Dal caos e il traffico di un’autostrada al sentiero verde, che sorride all’ambiente. Prendiamo in esame il caso studio di Madrid Río, una vecchia infrastruttura di trasporto diventata ora un’ecologica metropolitana verde nel cuore della capitale spagnola. La pedonalizzazione di questa vecchia arteria viaria ha migliorato enormemente la vivibilità cittadina. Il successo ottenuto da Madrid può servire come stimolo e ispirazione per numerosi altri grandi centri. Possibilmente, anche italiani.
Dall’autostrada al parco lineare, una trasformazione radicale
Chi ha davvero a cuore la transizione ecologica delle nostre città trova il modo di creare uno spazio pubblico resiliente come Madrid Río, che ben testimonia quanta attenzione dia la Spagna alla sostenibilità dei suoi nuclei urbani.
Il concetto di parco lineare può rappresentare un vero e proprio toccasana per metropoli gentrificate e intensamente abitate, come Madrid e la maggior parte delle capitali europee. Trovare il coraggio di intraprendere trasformazioni radicali, sostituendo al grigio dell’asfalto il verde della natura, significa avere davvero a cuore il rispetto dell’ambiente. In un’epoca nella quale sentiamo, a ogni angolo, qualcuno che si riempia la bocca di parole quali ecologia, sostenibilità e transizione, senza però fare nulla di concreto, assistere a un’opera di bonifica e riqualificazione come quella conclusa a Madrid lascia quantomeno ben sperare per il prossimo futuro del pianeta.

Come è stato realizzato Madrid Río
Madrid Rìo è un parco a tutti gli effetti. Nato da un intervento di riqualificazione urbana della capitale spagnola, l’intervento, eseguito tra il 2003 e il 2007, ha previsto l’interramento di parte della M-30. Tale autostrada era un’arteria della circonvallazione cittadina, costruita negli anni ’70, parallelamente al fiume Manzanarre. All’epoca, la città aveva una popolazione minore e le esigenze del regime franchista erano quelle di avere una capitale che fosse motore dello sviluppo nazionale, non certo esempio di rigenerazione urbana in un’ottica di sostenibilità. Il dittatore e i suoi ministri neanche sapevano che cosa fosse l’ecologia, o quasi, come molti dei loro contemporanei.
Il progetto Madrid Río ha completamente cambiato il paradigma della città vivibile. L’intervento ha riguardato una zona della città molto centrale (considerando le proporzioni di una metropoli dove vivono oltre 3 milioni di persone), a pochi passi dal Ponte Segovia, dal Palazzo Reale e dalla Cattedrale Almudena. L’area, altamente inquinata e abbandonata a sé stessa, era quotidianamente attraversata da oltre 250mila vetture. Quelle degli automobilisti che percorrevano giornalmente la M-30.
700.000 persone vivevano a diretto contatto con questa autostrada. Le finestre delle loro abitazioni distavano da essa anche solo 5 metri. Inevitabilmente, i residenti respiravano continuamente fumi e polveri, oltre a cover convivere con un rumore incessante.
Preso atto della situazione, l’amministrazione indisse, nel 2001, un concorso di idee per Madrid Río e un pool di studi di architettura creato per rigenerare l’area, denominato Equipe M–Rìo e costituito dagli associati Burgos&Garrido; Porras&Lacasta; Rubio&Alvarez Sala oltre che dalla realtà olandese, specialista di paesaggismo, West8, elaborarono un master plan costituito da 47 sottoprogetti di giardini, parchi, viali, piazze, ponti, bar, ristoranti e centri culturali.
Interramento del traffico e liberazione di spazio pubblico
Madrid Río è uno spazio destinato soprattutto a bambini, anziani e disabili. Persone che avrebbero avuto interesse limitato a utilizzare l’infrastruttura autostradale. Si tratta di un luogo aperto e accessibile. Non ci sono ostacoli o impedimenti. Gli autobus che vi circolano hanno il pianale ribassato, la segnaletica è tattile, visiva e sonora. Ci sono aree specifiche a seconda dei differenti gradi di disabilità che possono affligere il cittadino. I parcheggi esterni presentano numerosi posti auto per portatori di handicap. Il traffico che circolava sull’autostrada passa ora sottoterra, ove è stata aperta un’apposita arteria. Lo spazio precedentemente cementificato è stato liberato e messo a disposizione della cittadinanza.
Architettura paesaggistica e infrastrutture verdi
Madrid Río è un progetto faraonico e, come sempre accade in questi casi, aveva diversi detrattori. Quando però è stato terminato ed inaugurato, le critiche si sono spente. Dove passava un’autostrada che tagliava la città in due, si trova ora uno splendido parco, ampio e lungo ben 10 km. Si contraddistingue per viali alberati, giardini, pinete, frutteti, piste ciclabili, campi di calcio, tennis, pallamano, piste da pattinaggio, skate park, pump track per il ciclismo estremo, canottaggio, canoa, bar, ristoranti, aree gioco per bambini, spazi per disabili, vasche, giochi d’acqua e perfino la playa, una spiaggia urbana, desiderata fortemente dai bambini madrileni, i quali erano stati invitati a disegnare il loro parco ideale.
Il Salòn de Pinos è un viale creato in seguito alla realizzazione del progetto. Vi sono stati piantati 8.000 alberi di pino. Il ciliegio, invece, è alle fondamenta dell’Avenida de Portugal. L’Huerta de la Partida è una reinterpretazione del frutteto. Sono stati qui collocati alberi di fico, mandorlo e melograno. Il Matadero è un vecchio mattatoio, restaurato per diventare centro culturale. I Ponti de Segovia, de Toledo e De La Reina sono stati recuperati. Altri, che prima non esistevano, si sono realizzati in fase esecutiva, come i Ponti Gemelli, il Ponte a Y e l’Arganzuela Bridge, dalla struttura elicoidale in acciaio, progettato da Dominique Perrault.
Le infrastrutture verdi, nel senso che comprendono davvero il verde, come nei casi dei frutteti e dei giardini, caratterizzano Madrid Río e hanno dotato lo spazio di un’identità propria, peculiare e piuttosto inusuale a pochi passi dal centro storico di una capitale europea.
Impatti ambientali, sociali ed economici di Madrid Río
Il progetto ha spostato le automobili sotto terra, lasciando la superficie ai pedoni. Il parcheggio sotterraneo, capace di custodire 1000 auto, contribuirà all’assorbimento di 60.000 tonnellate di CO2 nei prossimi 20 anni, coadiuvando l’opera dei vegetali piantumati. Non è poco se consideriamo che Madrid, a partire dagli anni ’80, ha subito un aumento della temperatura media di 2,2°C.
Le emissioni di gas, particolati e polveri sottili possono essere aspirate e filtrate nei sotterranei, impedendo loro di raggiungere l’atmosfera. La trovata è comunque vista di cattivo occhio dagli ambientalisti. Non stimola infatti a rinunciare all’automobile. In altre città europee che hanno optato per il sottopasso, come ad esempio Oslo o Marsiglia, questo può essere percorso solamente pagando un pedaggio. Tale scelta permette di regolare il flusso veicolare ma, soprattutto, ripaga l’elevatissimo investimento iniziale e copre i costi di gestione. Rinunciando a chiedere denaro, il Comune di Madrid ha rischiato di non poter ripagare i costi del finanziamento richiesto. Ora è indebitato fino al 2040.
Cosa insegna il progetto Madrid Río a città italiane ed europee
L’insegnamento principale del progetto è il coraggio. In Italia (e talvolta anche in Europa) manca frequentemente la voglia di osare, di cambiare e ripensare gli spazi. Sebbene vi siano ormai numerosi esempi di parchi lineari che hanno completamente cambiato il panorama e lo stile di vita delle città ove sono stati collocati, resta ancora molto difficile trovare la forza di portare avanti questi progetti. Forse si temono le conseguenze politiche o i costi realizzativi, ma bisognerebbe cambiare prospettiva e ragionare in termini di benessere acquisito per la cittadinanza.

Pianificazione integrata e mobilità dolce
Una pianificazione integrata e orientata apertamente alla mobilità dolce ha portato a una rinnovata sinergia tra spazi costruiti e naturali. La capitale spagnola ha perseguito, con successo, l’obiettivo di rafforzare la biodiversità grazie al parco. In questo modo, ha reso più abitabile il centro città. Paradossalmente, Madrid Río ha ripristinato il legame tra Madrid e i suoi dintorni meglio di quanto la M-30 abbia mai fatto in precedenza. Quando l’autostrada era in superficie, infatti, non esisteva una continuità, fisica né tantomeno concettuale, tra il centro città e la campagna che lo circonda. Ora c’è ed è indicata dal corso del Manzanarre, cuore pulsante di un rinnovato collegamento.
Rigenerazione come investimento pubblico
La rigenerazione urbana è un investimento per la comunità. Madrid Río ha regalato alla comunità locale nuovi spazi vivibili, specialmente dalle fasce più deboli, dando loro luoghi di aggregazione e condivisione di tempo reale, non virtuale. Il parco ha valorizzato l’intera capitale, rendendola un luogo dove ognuno ha il suo posto e denaturando quell’immagine austera di città dedita soltanto agli affari e alla politica che i capoluoghi spesso hanno. Replicare su scala il modello Río potrebbe donare un nuovo volto a ogni nucleo urbano, dalla città al paesino. Gli urbanisti dovrebbero sempre inserire un parco proporzionato alle dimensioni del centro che stanno progettando o ristrutturando.
Opere del genere sono molto care, economicamente e in termini di tempo. Portano però un risultato concreto, come quelli che abbiamo descritto, e intangibile, ovvero avvicinano la città al cuore delle persone che la vivono. Questa sensazione non è quantificabile in denaro, ma è fondamentale per aumentare il benessere e la felicità dei residenti, obiettivo che dovrebbe accomunare tutti coloro i quali si occupano di welfare.