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Negazionisti climatici: le 4 tesi infondate che supportano

Una manifestazione di ambientalisti
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Che al momento ci sia un cambiamento climatico in atto, con un impatto terrificante sugli ecosistemi e ovviamente sulle nostre stesse vite, è un dato di fatto. La comunità scientifica è ormai unanime rispetto ai rischi rappresentati dal riscaldamento globale e ai suoi potenziali effetti sulla vita sul nostro pianeta. Le nuove generazioni sono in serio pericolo e proprio per questo motivo dovremmo agire a partire da ora per assicurare un futuro ai nostri figli e ai figli dei nostri figli. Purtroppo, grazie anche al contributo spesso deleterio dei social, sono sempre più numerosi i cosiddetti negazionisti climatici, personaggi che per non si sa bene quale motivo negano le scoperte scientifiche e le innumerevoli prove che abbiamo a nostra disposizione, sostenendo che in realtà il fenomeno per cui Greta Thunberg e gli ambientalisti si battono nemmeno esiste. Vediamo insieme le loro idee più strampalate.

Indice

“Il clima è sempre cambiato”

I negazionisti dei cambiamenti climatici sono purtroppo una piaga sempre più diffusa: ecco quali sono le loro teorie più assurde al momento.
Manifestazione di un gruppo di attivisti climatici

In apparenza questa tesi potrebbe anche sembrare sensata: è innegabile che il clima stia mutando. Nel corso della storia, il genere umano ha assistito a diversi periodi di glaciazione alternati a periodi molto più caldi, durante i quali i ghiacci si sono sciolti. Pensiamo per esempio al caso della Groenlandia, che in inglese significa “terra verde”, anche se oggi la vediamo prevalentemente coperta di bianco dalle immagini satellitari. Ma sappiamo anche, grazie alle testimonianze degli storici, che in passato è stato possibile coltivare vitigni in quella che oggi è l’Inghilterra.

Le primissime misurazioni precise della temperatura media del pianeta risalgono al 1880, quindi purtroppo non siamo in possesso di dati diretti più antichi. Tuttavia, anche negli ultimi 140 anni, sono evidenti i cambiamenti climatici, come hanno dimostrato i dati pubblicati dal NOAA, l’agenzia governativa statunitense responsabile della monitoraggio degli oceani e dell’atmosfera. Si osserva infatti un aumento rapido delle temperature medie, soprattutto negli ultimi 40 anni.

Per sintetizzare, se è pur vero che abbiamo assistito a cambiamenti del clima in passato, la portata e soprattutto la velocità di queste modifiche sono elementi estremamente allarmanti che ci dovrebbero portare a fare delle serie riflessioni.

2. “La concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera non sta crescendo”

Anche questa è un’affermazione del tutto infondata. Le evidenze scientifiche, infatti, puntano ad una verità ben diversa da quella raccontata dai negazionisti climatici. Gli studiosi sono infatti riusciti, analizzando alcuni campioni di ghiaccio che si sono depositati nelle diverse epoche, a determinare l’andamento della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera negli ultimi 800.000 anni: anche in questo caso, purtroppo, i risultati sono a dir poco inquietanti.

La concentrazione di CO2 in atmosfera si è sempre attestata tra i 185 ppm (parti per milione) nel corso delle ere glaciali, circa 800-600.000 anni fa, e poco meno di 300 ppm. Anche se questa concentrazione è cambiata molto con il passare dei secoli, raggiungendo anche valori molto più elevati, è comunque riuscita sempre a riequilibrarsi. Un aumento repentino, per esempio, è stato registrato in occasione di devastanti eruzioni vulcaniche (pensiamo al caso del Pinatubo delle Filippine nel 1991).

Con la Rivoluzione Industriale, tuttavia, tutto è cambiato in modo molto rapido: all’inizio di quel periodo, caratterizzato dall’ampio uso di fonti non rinnovabili come il carbone, la concentrazione di CO2 in atmosfera schizzò fino a oltre le 400 ppm con un incremento talmente rapido (come evidenzia il diagramma del NOAA riferito agli ultimi 800.000 anni) da apparire verticale.

3. “Ad agosto fa freddo, quindi il riscaldamento climatico non esiste”

Si tratta di una delle teorie più diffuse in assoluto e supportata, purtroppo, anche da alcuni esponenti della politica italiana. Sicuramente è capitato che nel mese di agosto o in altri mesi di estate piena le temperature fossero di gran lunga inferiori alla media, o che in questo periodo si registrassero forti precipitazioni e maltempo. Ma questo, al contrario, è in realtà un chiaro segno del cambiamento climatico in atto.

Esiste infatti una differenza sostanziale tra quello che è il meteo, che fa riferimento a condizioni atmosferiche temporanee, e il clima, che è un fenomeno molto più complesso che si sviluppa su un arco temporale più ampio.

4. L’impatto dell’uomo sul riscaldamento globale è minimo

Ecco che tipo di danni stanno facendo i negazionisti ambientali e quali sono le teorie più strampalate che fanno circolare.
Pianta in un luogo arido

Secondo i negazionisti del clima i cambiamenti climatici sono legati in grandissima parte a fenomeni naturali, e soltanto in misura minima all’impatto dell’uomo. Per quanto, come abbiamo visto in precedenza, sul nostro Pianeta possano avvenire dei fenomeni che contribuiscono all’aumento repentino di gas serra nell’atmosfera (come le eruzioni vulcaniche) è indubbio che i livelli di CO2 generati a partire dalla Rivoluzione Industriale siano ormai fuori controllo. Basti pensare che, secondo le più recenti analisi degli scienziati, risulta che il genere umano sia stato in grado di generare ogni anno fino a oltre 35 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, con concentrazioni che hanno ormai ampiamente superato le 420 ppm.

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Alberto Muraro

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