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Nella Ue arrivano i prodotti deforestation-free

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Il nuovo regolamento proposto dalla Commissione europea introduce l’obbligo per le aziende di verificare che i loro prodotti non arrivino da terreni deforestati o degradati e siano realizzati nel rispetto dei diritti umani. Per arrestare cambiamento climatico e perdita di biodiversità.

Nuove regole per le aziende per fermare la deforestazione globale provocata dall’Unione europea attraverso la promozione di prodotti deforestation-free. Gli eurodeputati della Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare hanno votato a favore del nuovo regolamento proposto dalla Commissione per frenare la deforestazione e il degrado forestale e combattere il cambiamento climatico. I consumi dell’Unione europea comportano, da soli, circa il 10% della deforestazione globale, in un quadro mondiale sempre più compromesso. Secondo le stime dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) dal 1990 al 2020 il mondo ha perso 420 milioni di ettari di foreste, più della superficie dell’Unione europea. Per questo la Commissione Ambiente ha adottato la proposta della Commissione, con 60 voti favorevoli, 2 contrari e 13 astensioni. La plenaria dovrebbe svolgersi a settembre, dopodiché potranno iniziare i negoziati con gli Stati membri sulla legge definitiva.

Obbligatorio verificare che i prodotti non arrivino da terreni deforestati o degradati

La nuova legge – spiega un comunicato del Parlamento europeo – renderebbe obbligatorio per le aziende verificare che i beni venduti nell’Unione non siano stati prodotti su terreni deforestati o degradati, comprese le insostituibili foreste tropicali, riducendo così il contributo dell’Europa al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità a livello globale. Per la Commissione, il principale motore di questi processi è l’espansione agricola legata ai prodotti di base soia, manzo, olio di palma, legno, cacao e caffè e ad alcuni dei loro prodotti derivati. Ma i deputati – oltre a volere che le aziende verifichino anche che i prodotti siano realizzati nel rispetto dei diritti umani tutelati dal diritto internazionale e dei diritti delle popolazioni indigene, e in conformità alle leggi e agli standard del Paese in cui vengono realizzati – chiedono un allargamento del campo di applicazione della norma, estendendo le regole alle carni suine, ovine e caprine, il pollame, il mais, la gomma, il carbone e i prodotti di carta stampata. Non solo. La Commissione dovrà valutare, entro due anni dall’entrata in vigore, se sia necessario estendere le norme ad altri prodotti come la canna da zucchero, l’etanolo e i prodotti minerari, e quanto ciò sia fattibile. Gli eurodeputati chiedono inoltre che, entro un anno dall’entrata in vigore, le norme si estendano ad altri ecosistemi naturali come le praterie, le torbiere e le zone umide. Infine, chiedono che le istituzioni finanziarie siano soggette a requisiti aggiuntivi per garantire che le loro attività non contribuiscano alla deforestazione.

Nessun divieto sulle importazioni, ma valutazione dei rischi obbligatoria

“Questo nuovo strumento ha il potenziale per aprire la strada a filiere che non provocano deforestazione” ha dichiarato dopo il voto il relatore Christophe Hansen del Partito popolare europeo. La Commissione utilizzerà un sistema di benchmarking per valutare i Paesi e il loro livello di rischio di deforestazione e degrado forestale causato dai prodotti che rientrano nel campo di applicazione del regolamento. Le importazioni da Paesi a basso rischio saranno soggette a obblighi minori. Anche se nessun Paese o merce saranno vietati, le aziende che immettono prodotti sul mercato dell’Ue saranno, con la due diligence, obbligate a una attenta valutazione dei rischi nella loro filiera.

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