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Per ora è no a gas e nucleare nella Tassonomia verde

tassonomia verde
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Le commissioni Ambiente e Economia dell’Europarlamento hanno bocciato la proposta della Commissione di inserire gas e nucleare nell’elenco delle attività economiche sostenibili. Il voto definitivo il 4-7 luglio in plenaria.

È no, per il momento, all’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia verde dell’Unione europea. Martedì 14 giugno i deputati delle commissioni Ambiente ed Economia dell’Europarlamento, con 76 voti favorevoli, 62 contrari e 4 astenuti, hanno adottato una risoluzione contraria alla proposta della Commissione di includere il gas e l’energia nucleare nell’elenco delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale e quindi atte a ricevere agevolazioni finanziarie e amministrative come fonti energetiche di transizione.

Che cos’è la tassonomia dell’Unione europea

La tassonomia dell’Unione europea è un sistema di classificazione che stabilisce un elenco di attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale. Per indirizzare gli investimenti in modo da poter raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici al 2030 e quelli del Green Deal europeo, è infatti necessario un linguaggio comune e una chiara definizione di ciò che è “sostenibile”. Per questo motivo il piano d’azione sul finanziamento della crescita sostenibile ha chiesto la creazione di un sistema di classificazione comune. Uno strumento per guidare l’economia europea nella transizione ecologica; che non comporta un divieto per le attività che non rientrano nell’elenco, ma le esclude dai sussidi europei. “Il regolamento sulla tassonomia – precisa l’Europarlamento – fa parte del piano d’azione della Commissione europea sul finanziamento della crescita sostenibile e mira a prevenire il greenwashing e promuovere gli investimenti verdi. L’atto delegato complementare sulla tassonomia è stato presentato dalla Commissione il 9 marzo e propone di includere, a determinate condizioni, specifiche attività nucleari e del gas nell’elenco delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale coperte dalla tassonomia dell’Unione europea. Il nuovo atto delegato classifica alcune attività legate al gas fossile e al nucleare come attività che contribuiscono alla mitigazione dei cambiamenti climatici ai sensi dell’articolo 10, paragrafo 2, del regolamento sulla tassonomia. L’inclusione di queste attività sarebbe limitata nel tempo e dipendente da condizioni specifiche e requisiti di trasparenza”.

Entro l’11 luglio la decisione sulla proposta della Commissione

La bocciatura della proposta di Ursula von der Leyen era tutt’altro che prevedibile e cambia l’assetto di una partita delicata e scivolosa, legata oggi a doppio filo con la guerra in Ucraina e le sue ripercussioni sul fronte energetico. Una partita di cui si dovrebbe conoscere l’esito definitivo tra qualche settimana, con il voto in plenaria del 4 – 7 luglio, che fisserà la posizione dell’Europarlamento ai negoziati finali con il Consiglio. Tutto dipenderà dalla tenuta o meno della maggioranza trasversale che ha espresso il voto di martedì; il provvedimento contrario è frutto del lavoro dei rappresentanti di cinque gruppi parlamentari: Verdi, Socialdemocratici, Renew, Sinistra e Partito popolare europeo. In parte, però, spaccati sul tema al loro interno. Parlamento e Consiglio hanno tempo fino all’11 luglio per decidere se porre il veto alla proposta della Commissione. Se la maggioranza assoluta dei deputati (353) si opporrà alla proposta, la Commissione dovrà ritirarla o modificarla. Attori decisivi nella partita, Francia e Germania: la prima favorevole all’inclusione dell’atomo nella tassonomia, la seconda contraria ma sostenitrice del gas. A dicembre i due Paesi avevano trovato un compromesso per far cadere i loro veti incrociati e dare il via libera all’atto delegato della Commissione. Un atto prodotto, tuttavia, prima della guerra russa all’Ucraina. “Pur riconoscendo il ruolo del nucleare e del gas nel garantire una fornitura stabile di energia durante la transizione verso un’economia sostenibile – spiega la nota dell’Europarlamento relativa al voto del 14 giugno – i deputati ritengono che le norme tecniche di controllo proposte dalla Commissione nel suo atto delegato per sostenere tale inclusione non soddisfino i criteri delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale, come stabilito dall’articolo 3 del regolamento sulla tassonomia. La risoluzione odierna richiede inoltre che qualsiasi atto delegato nuovo o modificato sia sottoposto a consultazione pubblica e a valutazione d’impatto, poiché potrebbe avere conseguenze socio-economiche e ambientali significative. Gli Stati membri restano liberi di decidere il proprio mix energetico e gli investitori potranno continuare a investire come desiderano, non essendo obbligati a investire solo in attività economiche che soddisfano criteri specifici”.

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