Il Consiglio dei Ministri ha definitivamente adottato il Piano di Azione Nazionale, che consente al nostro paese di investire nei settori più impattanti, dall’agricolture alla mobilità, fino al riscaldamento domestico, prevedendo anche campagne di comunicazione mirate verso i cittadini
Il 20 giugno scorso il Consiglio dei Ministri ha adottato il “Piano di Azione Nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria”, strumento ritenuto strategico per il contrasto all’inquinamento atmosferico e per l’adeguamento dell’Italia agli obblighi ambientali previsti dalla normativa europea.
Il Piano, spiega la nota ufficiale di Palazzo Chigi, è frutto del lavoro della Cabina di Regia istituita presso la Presidenza del Consiglio e di un percorso condiviso con Regioni e Ministeri competenti. Per renderlo operativo, il governo ha messo sul tavolo circa 2,4 miliardi di euro, di cui 1,7 miliardi stanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), soldi che saranno destinati per interventi previsti in quattro ambiti principali: dalla promozione di tecniche a minore impatto emissivo in agricoltura agli investimenti per la mobilità sostenibile; dalla promozione di impianti più efficienti nel riscaldamento civile fino a campagne di comunicazione mirate rivolte ai cittadini.
Le norme anti inquinamento del Piano di Azione Nazionale
Dal punto di vista normativo, in particolare il D.Lgs. 155/2010, (art. 9, comma 1) che recepisce la direttiva comunitaria 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa, affida alle Regioni e alle province autonome (già introdotto con il D.Lgs. 351/1999) l’obbligo di predisporre un piano per la qualità dell’aria nel caso in cui i livelli di uno o più inquinanti fra quelli normati (biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo, materiale particolato PM10 e PM2.5) superino un corrispondente valore limite o valore obiettivo. Il Piano di Azione Nazionale, quindi, offre una cornice unitaria più coerente, quanto meno rispetto alle iniziative nei settori di cui si è detto.
Come precisa Ispra, la predisposizione di tali piani regionali, che coinvolge diversi soggetti pubblici e privati, è molto complessa in ogni sua fase (programmazione, valutazione, applicazione, verifica) e comprende: l’analisi del quadro normativo, delle caratteristiche del territorio, delle fonti di emissione degli inquinanti in aria (inventari delle emissioni), delle condizioni climatiche e meteorologiche tipiche del territorio, la valutazione della qualità dell’aria, la definizione modellistica degli scenari emissivi e di qualità dell’aria, ed infine l’individuazione e la messa in opera degli interventi di risanamento.
Le misure del Piano di Azione Nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria
Tra le misure più significative del nuovo Piano di Azione nazionale sono previsti due programmi del MASE, per 800 milioni di euro destinati ai Comuni per progetti su casa-scuola, casa-lavoro, trasporto pubblico locale e sharing mobility, e uno sconto sugli oneri di sistema elettrici per incentivare il cold ironing nei porti, riducendo le emissioni delle navi in sosta e il rafforzamento dei controlli sull’utilizzo di impianti domestici obsoleti a biomassa.
Lo stesso Piano, precisa sempre la nota del Governo, stabilisce responsabilità precise per ogni misura e prevede anche un sistema strutturato di monitoraggio con una cooperazione tra amministrazioni centrali, regionali e locali per una nuova governance della qualità dell’aria, fondata su integrazione, responsabilità e partecipazione.
Per il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), Gilberto Pichetto Fratin, si tratta di un “piano ambizioso ma realistico, che punta a conciliare tutela della salute, sostenibilità ambientale e compatibilità economico-finanziaria. Una risposta concreta alle sfide europee e un segnale chiaro ai cittadini e alle imprese: migliorare la qualità dell’aria è un impegno comune e non più rinviabile”.
Le regole Ue per l’accesso alle informazioni sulla qualità dell’aria
Si ricordi che dal 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la Decisione 2011/850/UE secondo cui gli Stati membri rendono disponibili le informazioni relative ai piani per la qualità dell’aria secondo regole precise, come previsto dalla stessa Direttiva 2008/50/CE. Gli strumenti che consentiranno la trasmissione delle informazioni sui piani per la qualità dell’aria, secondo le modalità definite dalla suddetta decisione, sono ancora in fase di realizzazione, sia a livello europeo che nazionale.
Al fine di poter gestire in maniera facile e veloce le informazioni relative ai piani inviate annualmente da regioni e province autonome, e di renderle disponibili al pubblico, l’Ispra ha predisposto la banca dati “Misure di risanamento della qualità dell’aria” (elaborata e gestita dal settore Piani di risanamento e Impatti) che costituisce un archivio di tali dati a partire dal 2005.
Di particolare importanza la banca dati elativi al trasporto stradale, che prevede delle stime effettuate ai fini della redazione dell’inventario nazionale delle emissioni in atmosfera realizzato annualmente da Ispra come strumento di verifica degli impegni assunti a livello internazionale sulla protezione dell’ambiente atmosferico, quali la Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), il Protocollo di Kyoto, la Convenzione di Ginevra sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero (UNECE-CLRTAP), le Direttive europee sulla limitazione delle emissioni.