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Per realizzare la transizione verde ci vogliono le competenze giuste

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Il 2023 è l’anno europeo delle competenze. Perché una forza lavoro con le giuste competenze permette alle imprese di rafforzare competitività e innovazione. E affrontare i cambiamenti della transizione verde senza lasciare indietro nessuno.

Il 2023 è l’anno europeo delle competenze. Molti, probabilmente, ancora non lo sanno, ma lo scopo degli anni europei è quello di sensibilizzare i cittadini e incoraggiare il dialogo, a livello europeo e negli Stati dell’Unione, e l’attuazione di misure sul tema prescelto. Che in questo caso è stato annunciato dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione. Programma e obiettivi sono poi stati declinati nella proposta della Commissione europea al Parlamento e al Consiglio ad ottobre scorso, che sin dall’inizio evidenzia che dotare la forza lavoro europea delle competenze necessarie garantisce che la transizione verde e digitale sia socialmente equa e giusta, permette alle persone di affrontare con successo i cambiamenti del mercato del lavoro e di impegnarsi pienamente nella società e nella democrazia. “In modo che nessuno venga lasciato indietro”, obiettivo guida dell’Agenda 2030. Una forza lavoro con le giuste competenze è un fattore cruciale per la competitività economica: aumentare il livello delle competenze significa creare più posti di lavoro e di migliore qualità, perché una forza lavoro qualificata è il motore fondamentale della crescita, rafforza il potere innovativo e la competitività di tutte le imprese europee, in particolare delle piccole e medie imprese. “Che si tratti di autotrasportatori, camerieri o personale aeroportuale, o ancora di personale sanitario, ingegneri o tecnici informatici – dice Ursula Von der Leyen – l’Europa ha bisogno di tutti, dal personale non qualificato ai laureati. Per questo dobbiamo investire molto di più nella formazione e nello sviluppo delle competenze. E vogliamo farlo lavorando fianco a fianco con le imprese. Nessuno meglio di loro sa di quali professionisti hanno bisogno, adesso e in futuro. Dobbiamo conciliare meglio queste esigenze con gli obiettivi e le aspirazioni di chi cerca un lavoro. Vogliamo inoltre portare sul nostro continente le competenze necessarie per aiutare le imprese e rafforzare la crescita dell’Europa. Un primo passo importante consiste nel migliorare e accelerare il riconoscimento delle loro qualifiche in Europa”.

Piano d’azione europeo per le politiche sociali: quali sono gli obiettivi al 2030

Secondo dati della Commissione europea, oltre tre quarti delle imprese dell’Unione attualmente ha difficoltà a trovare lavoratori qualificati. Già nel 2021 erano 28 i settori occupazionali che risentivano di carenze di personale, tra cui l’assistenza sanitaria, l’ospitalità, l’edilizia, i servizi informatici e di cybersicurezza, e in generale lavoratori con competenze scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. I dati Eurostat più recenti indicano che solo il 37% degli adulti ha l’abitudine di seguire corsi di formazione e che 4 cittadini europei su 10 (un lavoratore su 3) non dispongono di competenze digitali di base. Il piano d’azione europeo per le politiche sociali al 2030 fissa, tra gli obiettivi principali, la partecipazione annuale di almeno il 60% degli adulti a corsi di formazione e il raggiungimento di un tasso di occupazione europeo di almeno il 78%. I dati per l’Italia al 2021 indicano che la partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento si attesta al 10%. Mentre, in base alla cosiddetta bussola per il digitale, entro il 2030 almeno l’80% degli adulti dovrebbe possedere per lo meno le competenze digitali di base e dovrebbero essere impiegati 20 milioni di specialisti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e un numero maggiore di donne dovrebbe essere incoraggiato a svolgere queste attività professionali.

Anno europeo delle competenze: quali sono gli obiettivi

Sono principalmente quattro gli obiettivi che l’Unione europea intende perseguire con l’Anno europeo delle competenze:

  • promuovere investimenti maggiori, più efficaci e inclusivi nella formazione e nel miglioramento del livello delle competenze per sfruttare appieno il potenziale della forza lavoro europea e sostenere le persone nel passaggio da un posto di lavoro a un altro;
  • garantire che le competenze siano adeguate alle esigenze del mercato del lavoro, anche cooperando con le parti sociali e le imprese;
  • abbinare le competenze delle persone alle opportunità offerte dal mercato del lavoro, in particolare per la transizione verde e digitale e la ripresa economica. Particolare attenzione verrà data a donne e giovani che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo;
  • attrarre persone provenienti da paesi terzi con le competenze necessarie al mercato del lavoro dell’Unione europea, anche rafforzando le opportunità di apprendimento e la mobilità e agevolando il riconoscimento delle qualifiche.

Quali sono i finanziamenti europei a sostegno dello sviluppo delle competenze

Per garantire il coordinamento delle attività sarà nominato un coordinatore nazionale per l’Anno europeo delle competenze. E poiché lo sviluppo delle competenze è fondamentale e pertinente per tutti i settori economici, verranno promosse sinergie tra le politiche di formazione e altre pertinenti politiche dell’Unione. Tra i finanziamenti europei di cui è possibile avvalersi a sostegno di progetti per migliorare il livello delle competenze e la riqualificazione, ci sono per esempio il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) con un bilancio di oltre 99 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, il dispositivo di ripresa e resilienza, il programma Digital Europe che prevede un budget di 580 milioni di euro per lo sviluppo di competenze digitali avanzate, il programma Horizon Europe che sostiene le competenze dei ricercatori, degli imprenditori e degli innovatori e Erasmus+ che sostiene attività di mobilità e partenariati per la cooperazione in tutta Europa.

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