Le modifiche riguardano 34 misure, che spaziano dalla “Transizione 5.0” e “Net zero Technologies” alle comunità energetiche, dal biometano agli impianti per la gestione di rifiuti e a quelle relative al settore del turismo, del lavoro e dell’inclusione sociale
Venerdì 26 settembre 2025, la Cabina di regia per il PNRR presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri ha trasmesso alle Camere la proposta di revisione del PNRR, che vale circa 14 miliardi di euro, circa il 7,3% delle risorse totali, e riguarda 34 misure. Le modifiche e le integrazioni sono finalizzate a consentire la realizzazione degli obiettivi secondo modalità più efficaci ed alternative rispetto a quelle originariamente ipotizzate.
Le esigenze di rimodulazione, si legge nelle conclusioni del documento, derivano dalla accertata impossibilita di conseguire gli obiettivi del PNRR nei tempi previsti, considerato che a giugno scorso la Commissione – con la comunicazione NextGenerationEU – The road to 2026 – aveva tracciato la rotta finale per l’attuazione “dei Piani nazionali finanziati dal Dispositivo di ripresa e resilienza, fissando i termini ultimi per il completamento delle riforme e degli investimenti del PNRR”. Consapevole delle difficoltà, la Commissione europea ha così incoraggiato gli Stati membri a rivedere complessivamente e modificare i Piani nazionali entro la fine del 2025 “per assicurare, nel rispetto dei tempi delineati, il massimo assorbimento delle risorse del Dispositivo di ripresa e resilienza”. Ciò richiede, quindi, di “mantenere nei Piani nazionali solo le misure delle quali si può prevedere il pieno conseguimento di obiettivi e traguardi entro il termine del 31 agosto 2026”.
Stato di avanzamento dell’attuazione del PNRR
Il PNRR italiano ha un valore complessivo di 194,4 miliardi di euro. Ad oggi, sostiene la Cabina di regia, l’Italia ha rendicontato con successo sette rate del Piano, avendo raggiunto 334 tra obiettivi e traguardi, pari al 54,4% del totale previsto (614). Si tratta di “un avanzamento nettamente superiore alla media europea, che si attesta al 382%. Con il pagamento della settima rata, l’Italia ha ricevuto il 72% delle risorse complessive del PNRR, pari a 140 miliardi di euro.
Anche per questo profilo il nostro Paese supera ampiamente la media UE, pari al 57% dei fondi effettivamente trasferiti”. Questo posizionamento è particolarmente rilevante alla luce del fatto che il Piano italiano è quello di maggiori dimensioni e con il maggior numero di obiettivi e traguardi. Anche negli approfondimenti delle istituzioni europee (Parlamento europeo, Corte dei conti europea), l’Italia è indicata come un front runner nell’attuazione del Dispositivo di ripresa e resilienza.
Conti alla mano, hanno scritto dalla Cabina di Regia, “dei 447.065 progetti attualmente finanziati, 428.939 – pari al 96% del totale – risultano conclusi, in via di conclusione e in corso di esecuzione, per un valore complessivo di circa 148 miliardi di euro”. In particolare:
- 294.597 progetti sono conclusi (a breve si aggiungeranno circa 80.000 progetti di Transizione 4.0 conclusi ma non ancora censiti nella piattaforma);
- 28.128 progetti sono in via di conclusione;
- 106.214 progetti sono in corso di esecuzione.
Al 31 agosto 2025 (ultimo dato disponibile), sono stati validati 86 miliardi di euro di spesa attraverso il sistema di monitoraggio ReGiS, a cui si aggiungono 8,6 miliardi di risorse relative agli strumenti finanziari, che hanno come target non la realizzazione degli investimenti ma il loro finanziamento.
Rafforzamento di misure del Piano e nuovi strumenti di investimento
Nei margini d’azione della revisione consentiti, dunque, alcuni degli interventi di ridimensionamento di alcune linee di finanziamento per sopraggiunte esigenze sono state compensante con il rafforzamento di altre misure e con l’introduzione ex novo di interventi “a sostegno delle imprese, dell’agricoltura e della filiera agroalimentare, delle infrastrutture idriche”. È stata inoltre messa in sicurezza, attraverso l’introduzione di appositi strumenti finanziari, “la dotazione del PNRR destinata ad assicurare la connettività digitale a 1 Giga sul territorio nazionale e l’impegno alla promozione degli studentati”.
Tra le misure potenziate vi sono:
- Transizione 4.0: nonostante siano già stati stanziati oltre 13 miliardi di euro, questa misura ha registrato una maggiore capacita di assorbimento rispetto allo stanziamento del PNRR;
- Progetti Importanti di Interesse Comune Europeo (IPCEI): per il sostegno dell’intero potenziale industriale e tecnologico, soprattutto in settori ad alta intensità di innovazione e rilevanza strategica europea, si chiedono maggiori risorse soprattutto nei settori della produzione di idrogeno, nella microelettronica, nelle infrastrutture digitali e nei servizi cloud;
- Fondo Rotativo Contratti di Filiera (FCF) per il sostegno dei contratti di filiera dei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo;
- Servizio civile universale;
- Potenziamento del parco autobus regionale per il trasporto pubblico con autobus a zero emissioni;
- Cold ironing: si sta valutando anche la possibilità di rafforzare la dotazione finanziaria relativa alla realizzazione di una rete per la fornitura di energia elettrica nelle aree portuali (banchine) e per la relativa infrastruttura di connessione alla rete nazionale di trasmissione;
- Programma innovativo della qualità dell’abitare (PINQuA), per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica;
- Porti verdi per migliorare l’accessibilità marittima attraverso interventi sulle infrastrutture portuali (dighe, moli, banchine), anche in chiave di adattamento climatico;
- Borse di studio per l’accesso all’Università;
- Credito di imposta per il Mezzogiorno e la ZES unica con l’obiettivo di stimolare gli investimenti produttivi nelle regioni meridionali;
- Infine, recita il documento, è in valutazione la possibilità di utilizzare parte delle risorse derivanti dalla rimodulazione per la creazione di un soggetto pubblico con la funzione di Rolling Stock Company (ROSCO). “L’obiettivo è quello di acquisire e mettere a disposizione in modo efficiente il materiale rotabile per i servizi di trasporto pubblico, facilitando la partecipazione alle gare e favorendo la sostenibilità ambientale e la qualità del servizio per i pendolari. La misura sarebbe collegata alle riforme PNRR relative al settore ferroviario”.
Nuovi strumenti finanziari
Rispetto agli strumenti finanziari volti a incentivare gli investimenti privati è previsto un Fondo per le infrastrutture di approvvigionamento idrico, veicolo finanziario per realizzare gli investimenti in questo settore, un Fondo Nazionale Connettività per supportare la connettività digitale, uno Strumento finanziario per l’housing universitario per rafforzare l’offerta di alloggi universitari a condizioni calmierate e un Fondo Agrisolare a beneficio della transizione verde delle imprese agricole.
Toccherà adesso alla Commissione approvare in via preliminare il documento entro il 23 ottobre, mentre entro il 13 novembre si attende l’approvazione definitiva da parte del Consiglio Economia e Finanza dell’Ue (Ecofin).