Tra le sfide più complesse del nostro tempo vi è quella della gestione dei rifiuti. I sistemi di smart waste management sfruttano la tecnologia per offrire soluzioni efficienti e sostenibili. Per aumentare la sensibilità della popolazione si sono resi i rifiuti intelligenti.
I rifiuti, in quanto scarti inanimati, non divengono intelligenti in autonomia. Quando parliamo di smart waste management ci riferiamo all’utilizzo di tecnologie avanzate, di ultima generazione, per migliorare ogni fase della gestione del rifiuto. Dalla raccolta fino al riciclo, è possibile ottimizzare ogni singolo passaggio. Lo si fa monitorando i cassonetti in tempo reale, studiando percorsi di raccolta agili e veloci e riducendo al minimo gli sprechi di risorse.
Cosa sono i cassonetti intelligenti e quali tecnologie utilizzano
Un esempio concreto di questa innovazione nella gestione dello scarto è rappresentato dai cassonetti intelligenti. Questi sono dotati di appositi sensori, capaci di monitorare il livello di riempimento. Non appena la soglia impostata viene superata, il sensore invia una notifica, allo scopo di segnalare la necessità di svuotare il cassonetto. Un simile approccio consente di ridurre le corse inutili dei mezzi di raccolta, abbattendo significativamente le emissioni di anidride carbonica causate da questi veicoli.
Un secondo aspetto, legato a quanto appena scritto, riguarda le applicazioni digitali dedicate ai cittadini. Adottate in molte grandi città, permettono di segnalare in tempo reale rifiuti abbandonati, ricevere informazioni sul riciclo e partecipare a programmi di sensibilizzazione ambientale. Parallelamente,le piattaforme di analisi dei dati elaborano le informazioni raccolte dai sensori, prevedendo i picchi di produzione dei rifiuti. Queste stime consentono agli operatori ecologici di pianificare con maggiore accuratezza il loro servizio, migliorandone l’efficacia e abbassando il dispendio delle risorse necessarie a portarlo a termine.
Sensori, connessione IoT e monitoraggio in tempo reale
Possiamo parlare di rifiuti intelligenti soltanto laddove siano presenti infrastrutture tecnologiche adeguate. Oltre ad agevolare la gestione della differenziata attraverso app, per coinvolgere l’utente è necessario potenziare il servizio di raccolta e snellire il trattamento. La chiave sono i sensori. Tali dispositivi monitorano il livello di riempimento di cassonetti e cassoni industriali. È la loro azione a fornire tutte le informazioni necessarie a chi si occupa della raccolta. Il processo avviene in tempo reale. Monitorare è fondamentale per agire con tempestività. Questa è oggi una priorità per evitare gli accumuli di rifiuti, così sgradevoli e insalubri, che ancora troppo spesso troviamo nelle nostre città.
La connessione IoT (internet delle cose, in lingua inglese) permette di digitalizzare l’intero processo. La gestione da remoto consente un controllo costante, previene sovraccarichi e migliora il decoro urbano. Il cestino smart comunica con il gestore inviandogli notifiche e aggiornamenti. Grazie alla gestione da remoto, gli operatori possono verificare anche lo stato della batteria ed eventuali anomalie del sensore. In questa maniera, è possibile tenersi costantemente aggiornati sullo stato dei cassonetti nell’area gestita. Questi sensori avanzati e la loro connessione in real time rappresentano un elemento innovativo, oltre che centrale, nel ciclo integrato dei rifiuti.
Lo smart waste management mette in relazione il cittadino, che contribuisce con la raccolta differenziata, gestendo in modo responsabile i propri scarti, e le istituzioni. Queste ultime mettono a disposizione uno strumento operativo accessibile a tutti, potenziando così l’efficacia del sistema integrato di gestione dei rifiuti.
Interazione con gli utenti e feedback
Il focus sull’interazione con la cittadinanza è più rilevante di quanto si potrebbe pensare. Naturalmente, le società che si occupano di gestire e trattare i rifiuti lo fanno in virtù di accordi, piuttosto lucrativi, con i municipi, e sono loro ad avere la responsabilità di mantenere le città salubri e pulite. D’altra parte, però, il cittadino deve fare quanto in suo potere (e in suo dovere, beninteso) per coadiuvare l’attività degli operatori ecologici. Poter richiedere feedback a chi abita le aree che la determinata azienda ripulisce, riuscire a segnalare in quali giorni e orari passi la raccolta porta a porta, oppure a quale indirizzo vadano recapitati i rifiuti ingombranti è davvero fondamentale.
In un’epoca nella quale la comunicazione è molto semplice e immediata, occorre sfruttarla. L’interazione e la collaborazione tra cittadino e operatore ecologico sono le chiavi per una serena gestione dei rifiuti. Dobbiamo uscire da una dinamica vetusta e obsoleta secondo la quale ripulire è il lavoro di chi viene pagato per farlo e il privato può limitarsi a gettare i propri rifiuti in un cassonetto generico, delegando agli addetti la suddivisione e gestione dello scarto. Il cosiddetto primo miglio, ovvero la separazione e il trattamento iniziale del rifiuto (ad esempio, il lavaggio della plastica sporca), dovrebbe sempre essere portato a termine in casa.

Vantaggi per la gestione dei rifiuti urbani
Il mondo in cui viviamo è sempre più orientato alla sostenibilità, sebbene questo non sia sempre così evidente. In questa ottica, la gestione dei rifiuti rappresenta una sfida chiave. La tecnologia, con le sue infinite potenzialità (si pensi, per esempio, all’intelligenza artificiale) è una risorsa strategica per trasformare questo settore. Essa può infatti renderlo più efficiente, nonché in linea con i principi dell’economia circolare. Attraverso una sinergia tra tecnologia, cittadinanza e professionisti, si può trasformare la gestione dei rifiuti, contribuendo allo sviluppo di un futuro più verde.
La maggior parte dei sistemi di raccolta in uso oggi, nel nostro Paese e non solo, sono manuali e mal gestiti. Molto spesso, si eseguono ritiri tardivi, se non proprio inutili o non necessari. Soltanto questo fenomeno aumenta le spese annuali di raccolta fino 70%. In aggiunta, le frequenti congestioni dei percorsi, spesso dovute a una pianificazione inefficace degli itinerari, aumentano il volume di benzina consumato dai veicoli appositi. Si è calcolato che l’intero processo contribuisce ad aumentare l’impronta di carbonio del 50%. L’implementazione della tecnologia può ridimensionare, o auspicabilmente azzerare, questi dati.
La gestione intelligente dei rifiuti rappresenta un aspetto importante dello sviluppo delle smart cities. Accanto alla gestione delle risorse idriche, a quella energetica e del traffico, il management degli scarti di ultima generazione mira a migliorare la qualità della vita nelle aree urbane. Il numero crescente di città smart, in tutte le regioni, può sostenere la crescita del mercato della gestione dei rifiuti intelligenti. I costi operativi non risentono della crescita del volume dei rifiuti prodotti. Lo smart waste management è ammortabile nel tempo e consentirà, sul medio e lungo termine, un considerevole risparmio economico oltre a un notevole miglioramento dell’efficienza della gestione operativa.
Ottimizzazione dei percorsi di raccolta
Sono allo studio itinerari ottimizzati per i percorsi di raccolta. Nei centri più piccoli può mancarne la percezione ma, in realtà, un tragitto mal tracciato impatta moltissimo sull’ambiente. Tempi di percorrenza, carburante utilizzato ed emissioni per chilometro percorso sono enormemente nocivi. Ponendo i sensori inseriti nei cassonetti in comunicazione con un sistema di tracciamento in tempo reale è possibile comunicare a ogni veicolo quale sia il percorso più breve da percorrere.
I software più avanzati, che sono al momento a disposizione solo delle aziende più accessoriate, operanti nelle principali città europee e nordamericane, monitorano costantemente le condizioni stradali e i livelli di produzione dei rifiuti per segnalare in real time dove sia meglio transitare.
Riduzione dei costi e dell’impatto ambientale
Sfruttando percorsi ottimizzati e impiegando un minor numero di viaggi per gestire gli scarti, si riducono le emissioni di gas serra. Una rete di smaltimento rifiuti più efficace contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria e previene la proliferazione di discariche illegali, non controllate né monitorate. Sversamenti di questo tipo sono deleteri e pericolosi, poiché possono contaminare suolo e acque. Tutto ciò si traduce in due voci non trascurabili: abbassamento dei costi e riduzione dell’impatto ambientale. I vantaggi secondari di questo modo di operare sono svariati.
Una maggiore efficienza del sistema integrato porta a costi operativi più bassi. Ciò significa, sicuramente, un utile più elevato per il gestore, ma anche una disponibilità maggiore di fondi da reinvestire nel programma di smart waste management. I veicoli e le infrastrutture potranno godere di un ciclo di vita più lungo, una volta inseriti all’interno di un segmento ottimizzato, e anche questo porterà benefici a cascata. Naturalmente, per trasferire tutto ciò dal piano teorico a quello pratico sono necessari investimenti iniziali in tecnologia, formazione e e aggiornamento del parco circolante. Superato questo ingombrante scoglio, i ritorni ambientali ed economici saranno evidenti e dimostrabili.

Esempi di implementazione nelle città italiane
Nel nostro Paese, ove la raccolta differenziata è diffusa da tempo e c’è molta sensibilità nei confronti della gestione e del trattamento dei rifiuti, non abbiamo solo situazioni limite come quelle tristemente note di Roma o Reggio Calabria. Vi sono comuni che hanno già implementato la tecnologia dei rifiuti intelligenti e lo hanno fatto con un buon successo. A Parma, le isole smart possono già contare sulla presenza dei sensori nei cassonetti mentre a Riomaggiore, in Liguria, uno dei comuni più visitati d’Italia, i cestini intelligenti comunicano in tempo reale la necessità di essere svuotati al gestore, che può così liberarli velocemente e offrire al turista una città più salubre e decorosa.
Questi due centri sono stati presi come esempio anche da altre città smart italiane, come quelle località che, con maggior solerzia, stanno implementando progetti urbanistici intelligenti. Si tratta di Trento, Modena, Bergamo, Brescia, Ferrara, Pordenone, Ravenna, Bolzano, Trieste e Reggio Emilia. Questo cambiamento è già avviato a Nord ma, anno dopo anno, si sta diffondendo saempre più anche nel Centro e Sud Italia, ove per il momento registriamo più ritardi su questo fronte.