Chiudi
Cerca nel sito:

Rigenerazione urbana: gli ingredienti per il rilancio delle città

rigenerazione urbana
Condividi l'articolo

Non c’è una legge statale che si occupi di regolamentare i processi di rigenerazione urbana, che rimangono nella trama di una complicata ripartizione di competenze tra Stato e Regioni. Ma l’attivazione di questi percorsi è di fondamentale importanza nel rilancio delle città in chiave di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

“Ad oggi, la rigenerazione urbana non trova una compiuta definizione nell’ordinamento nazionale, pur essendo presenti numerosi riferimenti ad essa nella legislazione statale e definizioni non sempre convergenti in numerose leggi regionali”. Lo affermano Centro studi della Camera dei deputati e Cresme nel dossier “Le politiche di rigenerazione urbana. Prospettive e possibili impatti”.

Cosa è la rigenerazione urbana

Per rigenerazione urbana – in letteratura e nel dibattito pubblico – si fa riferimento ad un “insieme di programmi di recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare e degli spazi su scala urbana volti a garantire, tra l’altro, la qualità dell’abitare sia dal punto di vista ambientale sia sociale, con particolare riferimento alle aree urbane e alle periferie più degradate. Si tratta di interventi che, rivolgendosi al patrimonio edilizio preesistente, limitano il consumo di territorio salvaguardando il paesaggio e l’ambiente”. Non solo. Gli interventi edilizi non sono il cuore del programma, ma uno degli ambiti (rilevanti) di intervento, funzionali al miglioramento delle condizioni di vita dei residenti nell’area interessata; gli interventi puntano a uno sviluppo sostenibile e hanno nella riduzione di CO2 e nella transizione energetica uno degli obiettivi prioritari; sono inoltre integrati e presuppongono nuovi livelli di partecipazione da parte degli abitanti e forme innovative di partenariato pubblico e privato.

La gestione normativa dei processi di rigenerazione urbana

I processi di rigenerazione urbana si definiscono nella trama di una complicata ripartizione di competenze tra Stato e Regioni, così come definito dall’articolo 117 della Costituzione. Il governo del territorio è demandato alla potestà legislativa concorrente tra i due, ma in tema di tutela dell’ambiente e dei beni culturali la potestà esclusiva compete allo Stato. Sta di fatto che, in materia di governo del territorio, sono tante le Regioni che hanno approvato leggi che introducono discipline di dettaglio e princìpi in tema di contenimento del consumo di suolo e di rigenerazione urbana, in assenza di una specifica legislazione statale. Gli interventi legislativi regionali sono sostanzialmente riconducibili a due modelli:

  • un sistema di premialità urbanistiche, edilizie e di incentivi;
  • un sistema che dà priorità ai processi di riuso e sostituzione edilizia senza consumo di nuovo suolo.

Peraltro, la rigenerazione urbana rappresenta la finalità di alcuni interventi previsti nell’ambito dell’asse strategico della Missione 5 “Inclusione e coesione” del PNRR. Gli interventi sono concepiti come strumento di supporto all’inclusione soprattutto giovanile, e al recupero del degrado sociale e ambientale, attraverso, in particolare, la realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica, la rifunzionalizzazione di aree e strutture edilizie pubbliche esistenti e la rigenerazione e valorizzazione di aree urbane sottoutilizzate o inutilizzate. Nei lavori di recupero del patrimonio edilizio rientrano altresì le spese sostenute per realizzare interventi antisismici (c.d. Sismabonus), con particolare riguardo all’esecuzione delle opere per la messa in sicurezza statica degli edifici. Successivamente sono state introdotte anche agevolazioni mirate alla riqualificazione energetica degli edifici, consistenti nel riconoscimento di detrazioni d’imposta per le spese sostenute, dal 50 all’85%. La misura più significativa in quest’ottica è il cosiddetto Superbonus al 110% stabilito con il Decreto Rilancio, il cui finanziamento è stato prorogato fino alla fine del 2022.

Gli ingredienti per il rilancio delle città

Per contribuire al rilancio delle città italiane, secondo il Cresme è necessario attivare un programma straordinario teso a favorire interventi di rigenerazione urbana in linea con gli obiettivi strategici dell’Unione europea, ma anche un’azione che possa protrarsi negli anni successivi, finita la stagione del PNRR, utilizzando la leva degli incentivi fiscali come cofinanziamento per una parte delle risorse europee legate ai fondi di coesione. Il cocktail degli ingredienti da usare dovrebbe essere:

  • incentivi fiscali;
  • fondi strutturali e di coesione europei;
  • risorse del PNRR;
  • investimenti territoriali integrati;
  • partenariato pubblico privato.

Le esperienze di successo insegnano che gli interventi di rigenerazione urbana sono tra gli investimenti che producono un maggiore impatto, soprattutto quando sono accompagnati da iniziative di innovazione sociale quali lo sviluppo di servizi e modelli collaborativi che soddisfano i bisogni delle comunità, creando relazioni. È altresì evidente che la collaborazione tra enti pubblici locali e settore privato con l’obiettivo di finanziare, costruire e gestire infrastrutture o fornire servizi di interesse collettivo da un lato, e coinvolgere le comunità nel percorso progettuale e realizzativo sono componenti essenziali del successo della rigenerazione urbana.

Ultime Notizie

Cerca nel sito