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Spreco cibo italia: il report 2023 di Waste Watcher

Un piatto pieno di verdura
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Ci sono delle notizie piuttosto positive rispetto al fenomeno dello spreco alimentare nel nostro Paese: alla luce dell’inflazione galoppante degli ultimi mesi i nostri connazionali sono riusciti a sprecare molto meno cibo rispetto al passato, nonostante ci siano ancora molti passi avanti possibili da fare da questo punto di vista. Vediamo insieme cosa ci dicono gli ultimi dati nel merito della questione.

Indice

Spreco alimentare in Italia: il 2023 meglio del 2022

Gli italiani segnati dalla pandemia

Gli obiettivi stabili dall’ONU non sono lontani

Uno strumento per ridurre gli sprechi alimentari

Spreco alimentare in Italia: il 2023 meglio del 2022

A che punto siamo a livello di spreco alimentare in Italia? Ecco cosa è emerso rispetto agli ultimi dati riferiti al 2023 svelati da Waste Watcher.
Diverse pietanze su una tavola

I dati in materia ci sono stati forniti dalla Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability e sono stati diffusi in occasione della 10° Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. Secondo l’osservatorio, a gennaio del 2023, in un contesto di ripresa dei consumi post-pandemia, la quantità di cibo gettata ogni giorno dai nuclei familiari italiani è stata di 75 grammi, pari a un totale di 524,1 grammi alla settimana. QuestI numeri parlano dunque di una riduzione del 12% rispetto ai dati emersi da un’indagine condotta un anno prima, a inizio 2022. Nel dettaglio, gli sprechi segnalati includono 3,4 grammi di frutta al giorno e 2,3 grammi di pane, risultando in un accumulo di circa 1 kg pro capite nell’arco di un anno. Tra gli alimenti più sprecati figurano anche insalata, verdure, aglio e cipolle.

Lo scenario degli sprechi alimentari si traduce in una perdita economica significativa, con uno spreco di cibo stimato a 6,48 miliardi di euro nelle case e oltre 9 miliardi di euro lungo l’intera filiera, dal campo alla tavola. Sappiamo, inoltre, che il fenomeno dello spreco alimentare è maggiormente accentuato nel Meridione (che registra un + 8% di spreco rispetto alla media nazionale) e all’interno di famiglie senza figli (+ 38% rispetto alla media italiana).

Questi dati mettono comunque in luce la necessità di implementare strategie efficaci per ridurre gli sprechi alimentari e promuovere una gestione più sostenibile delle risorse alimentari. Si può sempre fare di meglio.

Gli italiani segnati dalla pandemia

Il lungo periodo del Covid-19, protrattosi di fatto anche per un’ampia fetta del 2022, ha certamente lasciato il suo segno sui consumi e sulle abitudini degli italiani. Secondo Waste Watcher in questi ultimi mesi gli italiani sono diventati molto più oculati rispetto ai loro acquisti, sono maggiormente concentrati rispetto al passato sulla prevenzione degli sprechi come strategia di risposta all’incremento dei prezzi, sono molto sensibili alla qualità degli alimenti che finiscono sulle loro tavole e sono determinati più che mai a salvaguardare la loro salute con scelte alimentari adeguate. L’analisi dell’osservatorio ha messo anche in luce come gli italiani siano maggiormente disposti a ridurre i consumi al fine di contenere le spese energetiche e per il gas, o a razionalizzare gli acquisti di abbigliamento, dimostrando così un impegno concreto verso una gestione oculata delle loro risorse finanziarie.

Gli obiettivi stabiliti dall’ONU non sono lontani

I dati forniti da Waste Watcher sono stati commentati, tra gli altri, anche dal fondatore dell’associazione Spreco Zero, Andrea Segrè, che a proposito ha dichiarato:

Vale complessivamente 6,48 miliardi di euro lo spreco del cibo solo nelle nostre case, alla luce dei dati Waste Watcher di gennaio 2023. L’obiettivo ONU, dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, non è lontano: la sfida si può vincere. Il recupero di cibo a fini solidali sta diventando una prassi consolidata, ma la prevenzione inizia quando spingiamo il carrello della spesa: la scommessa si gioca soprattutto nelle nostre case e in una svolta culturale profonda e personale. Per questo le food policy, che coordinano la filiera del cibo nelle nostre città, stanno diventando riferimento centrale di buon governo.

A fare eco a Segrè è arrivato in parallelo anche il coordinatore del Rapporto “Il caso Italia” 2023, Luca Falasconi, che ha ricordato per l’appunto come ci sia anche un’altra problematica importante da risolvere, vale a dire il già citato spreco di filiera. Falasconi ha quindi aggiunto:

Nel 2022 sono andate sprecate nella filiera italiana oltre 4 milioni di tonnellate di cibo (per la precisione 4.240340 tonnellate), per un valore complessivo nlla filiera italiana del cibo di 9.301.215.981 euro.

Uno strumento per ridurre gli sprechi alimentari

Waste Watcher ci ha di recente fornito i dati relativi allo spreco di cibo nel nostro Paese: ecco come ci siamo comportati nel 2023.
Un piatto di pancake

L’osservatorio Waste Watcher non si occupa soltanto di raccogliere dati ma è anche attivamente impegnato nella ricerca di soluzioni concrete per limitare, per quanto possibile, gli sprechi alimentari. Ecco perché da questo punto di vista lo strumento Sprecometro può rivelarsi così utile: si tratta di un’applicazione molto interessante nata a partire dalla collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna e Last Minute Market.

Questo strumento, che attribuisce un punteggio per ogni variazione nella diminuzione dello spreco individuale nel tempo per ogni attività a cui si partecipa, ha lo scopo di aumentare la nostra consapevolezza riguardo alle scelte individuali che possiamo fare riguardo all’uso sostenibile delle risorse, alla riduzione e alla prevenzione dello spreco alimentare domestico e fuori casa ma anche rispetto all’adozione di diete sane e sostenibili. Ecco alcuni dei punti di forza di quest’applicazione:

  • Permette l’interazione con altri partecipanti attraverso la creazione di gruppi di riferimento basati su punteggi, stabilendo confronti tra amici, familiari, compagni di classe o universitari, colleghi di lavoro e altre realtà come aziende, enti pubblici o amministrazioni.
  • Calcola i dati aggregati sull’impatto economico e ambientale, valutando così i progressi individuali, di gruppo e totali degli utenti
  • Vanta un’integrazione con un canale Instagram dedicato, dove gli utenti possono condividere i loro risultati e avanzamenti.
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Alberto Muraro

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