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Suolo, conoscerlo per proteggerlo

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Al via il progetto SoilHUB che unisce ricercatori, professionisti e istituzioni che si occupano della tutela e della gestione del suolo

Creare una rete italiana d’eccellenza nella conoscenza del suolo, in modo da superare la frammentazione attuale e, per questa strada, migliorare le strategie per proteggere questa risorsa decisiva. È lo spirito di SoilHub, progetto finanziato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf), che nasce sotto il cappello delle iniziative condotte a livello internazionale dall’European Joint Programme per il suolo (Ejp Soil) e la Global Soil Partnership (Gsp) presso la Fao. L’obiettivo di unire le forze, in un periodo in cui l’ambiente è balzato all’attenzione generale tra fenomeni atmosferici sempre più estremi e mobilitazioni dei giovani in occasione dei consessi internazionali, nasce dalla consapevolezza che il suolo è essenziale non solo per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici dei sistemi agricoli, ma anche per tutti i servizi forniti all’agricoltura, all’ambiente e alla società. Il suolo è infatti un vero e proprio corpo vivente in continuo divenire, composto da particelle inorganiche, sostanze organiche, aria e acqua, nel quale si esplicano i cicli biogeochimici necessari per il mantenimento degli esseri viventi sulla superficie del nostro pianeta. Svolge un ruolo fondamentale nella protezione delle acque, dell’atmosfera e della biodiversità, per la conservazione del paesaggio e del patrimonio culturale e per lo svolgimento di varie attività economiche. Nonostante questo, è minacciato da pericoli come la compattazione, l’erosione, la salinizzazione e l’impermeabilizzazione.

Una normativa Ue sul suolo entro il 2023

Punto di partenza del progetto è la pluralità di soggetti coinvolti nella conoscenza, protezione, gestione e uso del suolo, dalle Regioni ai Comuni, ai professionisti come agronomi, geologi e paesaggisti, ricorda Roberta Farina, ricercatrice del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ente vigilato dal Mipaaf) e coordinatrice del progetto SoilHUB. Da qui, l’idea di dar vita a un hub che coinvolga anche imprenditori agricoli, gestori di suoli pubblici e privati e altri portatori di interesse, per arrivare a una migliore comprensione del tema della gestione sostenibile del suolo agricolo. In concreto, SoilHub punta a produrre documenti sintetici dei risultati che emergeranno da ricerche in materia e a delineare i temi di ricerca per rispondere alle esigenze attuali e future del suolo, nonché alla definizione di buone pratiche agricole per la gestione sostenibile del suolo. Questo sforzo di coordinamento si inquadra nella strategia comunitaria di crescente attenzione al tema. Nelle scorse settimane la Commissione europea ha fatto sapere che, entro il 2023, l’Unione europea potrà contare su una normativa comune a tutti gli Stati membri per la tutela del suolo. Una scelta dettata dalla consapevolezza che il degrado dei terreni causato dall’urbanizzazione, dalla perdita di minerali e l’inaridimento dovuto a cattive pratiche agricole e al cambiamento climatico, richiede una risposta a livello comunitario. Mentre per l’inquinamento marino ed atmosferico esistono quadri generali di intervento europeo, per il suolo questo non esiste ancora. Ma adesso la svolta appare più vicina.

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