La Banca mondiale e altre nove banche multilaterali di sviluppo (MDB) hanno pubblicato il Joint MDB Water Security Financing Report 2024. Secondo cui molti paesi devono affrontare significative carenze di finanziamenti nel settore, in particolare nell’Africa subsahariana e in contesti fragili. Circa 2,2 miliardi di persone in tutto il mondo non hanno ancora accesso a servizi di approvvigionamento idrico potabile gestiti in modo sicuro secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, la spesa dovrebbe aumentare drasticamente.
Quasi 20 miliardi di dollari, di cui 14,4 miliardi destinati a paesi a basso e medio reddito. A tanto ammontano i fondi destinati alla sicurezza idrica mobilitati nel 2024 dalla Banca Mondiale in collaborazione con altre nove Banche Multilaterali di Sviluppo (MDB). Troppo poco, secondo le stesse banche, che nel loro Water Security Financing Report 2024 evidenziano l’urgenza di aumentare gli investimenti e le riforme nel settore idrico per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) entro il 2030.
Nonostante la crescente domanda e le pressioni climatiche, molti paesi, soprattutto in Africa subsahariana e in contesti fragili, affrontano significativi divari di finanziamento, dice infatti il rapporto pubblicato il 1° settembre da UN-Water e dalle dieci MDB, sottolineando la necessità di un aumento sostanziale della spesa per soddisfare gli SDG. In particolare per garantire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, promuovere una gestione sostenibile delle risorse idriche e rafforzare sistemi d’irrigazione resilienti al clima.
L’obiettivo del Water Security Financing Report 2024
Agire congiuntamente per migliorare la sicurezza idrica globale entro il 2030 è l’impegno dichiarato dalle dieci banche multilaterali di sviluppo – African Development Bank, Asian Development Bank, Asian Infrastructure Investment Bank, Council of Europe Development Bank, European Bank for Reconstruction and Development, European Investment Bank, Inter American Development Bank, Islamic Development Bank, New Development Bank, World Bank – che presentano questo primo rapporto congiunto sulla finanza per la sicurezza idrica come un documento di riferimento per i prossimi anni.
Questo si concentra sul finanziamento del settore idrico e sulle azioni in corso per realizzare l’azione congiunta, mentre i prossimi rapporti includeranno l’impatto del finanziamento, nonché le politiche, le istituzioni e le normative necessarie per raggiungere una sicurezza idrica duratura. In particolare, le MDB starebbero attualmente rispondendo alle necessità crescenti “con una combinazione di finanziamenti sovrani e non sovrani, assistenza tecnica e strumenti innovativi per attirare capitali privati” e “sostenendo riforme politiche e istituzionali volte a migliorare l’erogazione dei servizi, la sostenibilità finanziaria e la governance nel settore”.
Il quadro del settore idrico globale
Il quadro del settore idrico globale, che emerge da dati delle agenzie delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione mondiale della sanità, è fortemente critico. E il Water Security Financing Report afferma che la necessità degli investimenti viene sottovalutata. La carenza di acqua potabile e servizi igienico-sanitari inadeguati tuttora continuano a minare gli sforzi volti a porre fine alla povertà estrema e a controllare le epidemie nei paesi più poveri del mondo, senza considerare i rischi di stress idrico e di siccità acuiti dai cambiamenti climatici in atto.
Approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari
Nel 2022 non avevano accesso a servizi di approvvigionamento idrico potabile gestiti in modo sicuro 2,2 miliardi di persone e 3,5 miliardi di persone non avevano accesso a servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro. Con significative disparità tra aree urbane e rurali, tanto per i servizi idrici quanto per quelli igienico-sanitari. Negli ultimi 20 anni sono stati compiuti pochi progressi nel colmare il divario di accesso tra aree rurali e urbane nei paesi a basso reddito; secondo il Programma congiunto di monitoraggio OMS-UNICEF 2023, gli 1,9 miliardi di persone che vivono in contesti fragili avevano una probabilità doppia di non avere accesso ad acqua potabile gestita in modo sicuro e all’igiene di base e una probabilità una volta e mezzo maggiore di non avere accesso a servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro.
Acqua per l’agricoltura
Negli ultimi 60 anni, la superficie mondiale attrezzata per l’irrigazione è più che raddoppiata, passando da 161 milioni di ettari nel 1961 a 354 milioni di ettari nel 2022 (dati FAO). L’espansione dell’irrigazione non è stata, però, uniforme: è altamente concentrata in poche aree, tra cui le pianure indo-gangetiche dell’Asia meridionale, la pianura della Cina settentrionale, i principali delta fluviali del Sud-Est asiatico e alcune parti degli Stati Uniti. Al contrario, l’Africa ha un’irrigazione minima al di fuori di pochi Paesi e, complessivamente, solo il 6% dei terreni agricoli del continente è irrigato. L’agricoltura è un importante settore occupazionale, con significative differenze regionali; secondo dati FAO del 2021, essa rappresentava in Africa e in Asia rispettivamente quasi il 50% e il 30% della forza lavoro, mentre in Europa ne impiegava il 5%.
Gestione delle risorse idriche
Circa 4 miliardi di persone vivono in aree con scarsità d’acqua. Ci sono aree soggette a stress idrico in quasi tutti i continenti. Le Nazioni Unite stimano che entro il 2040 un bambino su quattro dovrà affrontare una grave carenza idrica e considerano la sicurezza idrica una sfida sempre più urgente per molti Paesi. Inoltre, circa 4,5 miliardi di persone, più della metà della popolazione mondiale, sono ad alto rischio di subire eventi meteorologici estremi, come inondazioni, siccità, cicloni o ondate di calore.
“Siccità e inondazioni metteranno a repentaglio l’agricoltura, causando insicurezza alimentare e minando i mezzi di sussistenza nei paesi più poveri. Molte grandi città corrono gravi rischi e devono affrontare la necessità di investimenti massicci nel settore idrico per garantire la resilienza di fronte alla doppia pressione della crescente domanda di acqua e dei cambiamenti climatici”, si legge nel Water Security Financing Report 2024. Che nel puntare il dito sulla mancanza di cooperazione, necessaria a ottimizzare la gestione e lo sviluppo delle risorse idriche, insiste anche sulla “frammentazione che ostacola la sicurezza idrica”: 276 bacini transfrontalieri, che rappresentano il 60% del flusso globale di acqua dolce, sono condivisi da 148 Paesi.
Investimenti, finanziamenti, esecuzioni di bilancio
Da qui, la necessità di accrescere gli investimenti se si vogliono raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (6.1 garantire l’accesso all’acqua potabile sicura e a prezzi accessibili e 6.2 garantire l’accesso ai servizi igienico-sanitari e porre fine alla defecazione all’aperto), secondo il report delle Banche Multilaterali di Sviluppo, che cita i dati di uno studio della Banca mondiale del 2024. Il divario di spesa annuale stimato tra il 2017 e il 2030 varia da 131,4 a 140,8 miliardi di dollari, con una stima media di 138,0 miliardi di dollari.
In media, i paesi dovranno aumentare la spesa annuale da 2,7 a 3 volte il livello attuale per colmare questo divario. Il divario di spesa più ampio si riscontra nell’Africa subsahariana, dove è stimato tra 69,9 e 73,5 miliardi di dollari. Per colmare tale divario, la spesa annuale attuale dovrebbe aumentare di un fattore compreso tra 9,5 e 17 volte il livello attuale. I divari di investimento nei paesi a basso reddito e in quelli colpiti da fragilità, conflitti e violenze sono ancora più ampi. I paesi a basso reddito dovrebbero aumentare gli investimenti fino a 42 volte, mentre i paesi colpiti da fragilità, conflitti e violenze dovrebbero aumentare la spesa di 29 volte.
Nonostante gli enormi bisogni di investimento e le carenze di finanziamenti, il settore idrico non spende tutti i fondi che gli vengono assegnati. Lo studio della Banca Mondiale del 2024 ha rilevato che, nel periodo 2009-2020, il tasso di esecuzione del bilancio dei paesi nel settore idrico è stato in media del 72%, il che significa che circa il 28% di tutti i fondi stanziati non è stato utilizzato. Questo tasso di esecuzione è molto basso rispetto ad altri settori.
Esempi di collaborazioni e progetti
Il rapporto, oltre a fornire nel dettaglio gli investimenti approvati nel 2024 dalle dieci banche, propone una serie di esempi di collaborazioni e progetti in corso, realizzati in cofinanziamento.
Benin
Tra questi, per citarne solo alcuni, c’è il Programma di drenaggio delle acque piovane della città di Cotonou, in Benin, che mira a ridurre la vulnerabilità della città dalle inondazioni attraverso il ripristino o la costruzione di infrastrutture di drenaggio in 34 bacini e la realizzazione di infrastrutture socioeconomiche.
Questo programma, del valore di 402 milioni di euro, comprende finanziamenti della Banca africana di sviluppo (61 milioni di euro), della Banca islamica di sviluppo (89 milioni di euro), della Banca europea per gli investimenti (50 milioni di euro) e del Gruppo della Banca mondiale (89 milioni di euro), nonché contributi dell’Agence Française de Développement (40 milioni di euro) e della Banca di sviluppo dell’Africa occidentale (32 milioni di euro) e un finanziamento di contropartita del governo del Benin (10 milioni di euro). Grazie a questa collaborazione, le istituzioni stanno realizzando un sistema di gestione idrica sostenibile che aumenti la resilienza di Cotonou ai cambiamenti climatici, fornendo al contempo sistemi di drenaggio sicuri e affidabili per i suoi residenti.
Filippine
Un altro esempio è quello delle Filippine, dove la Banca asiatica di investimento nelle infrastrutture e il Gruppo della Banca mondiale stanno collaborando alla fase 1 del progetto di gestione delle inondazioni nell’area metropolitana di Manila, che interessa circa 1,1 milioni di persone.
Il progetto mira a ridurre la vulnerabilità alle inondazioni e a migliorare la resilienza urbana attraverso il ripristino di 34 stazioni di pompaggio obsolete e la costruzione di 4 nuove stazioni, la riduzione dei rifiuti solidi nei corsi d’acqua e il reinsediamento di 600 famiglie di insediamenti informali che vivono vicino alle stazioni di pompaggio. Il progetto è attuato congiuntamente dal Dipartimento dei Lavori Pubblici e delle Autostrade e dall’Autorità per lo Sviluppo Metropolitano di Manila, in collaborazione con l’Autorità Nazionale per l’Edilizia Abitativa e le rispettive unità di governo locale nelle aree interessate dal progetto. Ad oggi, oltre 600.000 persone hanno beneficiato delle stazioni di pompaggio ripristinate e 400 famiglie sono state reinsediate con successo.
Sudafrica
In Sudafrica, invece, la New Development Bank e la Banca africana di sviluppo hanno stretto una partnership per affrontare la scarsità d’acqua, finanziando congiuntamente la fase II del Lesotho Highlands Water Project. Il progetto crea un sistema completo di gestione delle risorse idriche che risponde alle esigenze sia del Lesotho che del Sudafrica, promuovendo al contempo la sostenibilità economica e ambientale. Prevede la costruzione di nuove infrastrutture, tra cui la diga di Polihali e il tunnel di trasferimento dell’acqua di Polihali, che faciliteranno il trasferimento dell’acqua dagli altopiani del Lesotho al sistema fluviale Vaal del Sudafrica (che sostiene oltre il 45% della popolazione sudafricana). Una volta completato nel 2029, il progetto dovrebbe riuscire ad aumentare la capacità di trasferimento dell’acqua almeno del 31% all’anno.
Tunisia
Mentre in Tunisia, la Banca africana di sviluppo e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo hanno avviato una collaborazione per migliorare le infrastrutture igienico-sanitarie in 33 piccoli comuni. Il progetto, del valore di 150 milioni di euro, prevede la costruzione di 24 nuovi impianti di trattamento delle acque reflue, l’ampliamento della rete fognaria su una lunghezza di 862 chilometri e la costruzione di 30 nuove stazioni di pompaggio. Il progetto comprende anche una componente di rafforzamento delle capacità dell’Ufficio nazionale per i servizi igienico-sanitari e dei comuni interessati. Questa iniziativa, grazie alla fornitura di servizi igienico-sanitari sicuri ed efficaci, dovrebbe incidere sulla salute di quasi 200.000 abitanti, inoltre dovrebbe aumentare la quantità di acque reflue trattate di 7,71 milioni di metri cubi all’anno.