Mentre le città si scaldano, un’onda di soluzioni creative sta trasformando piazze, parchi e biblioteche in oasi di refrigerio. Scopriamo come i rifugi climatici urbani stanno rivoluzionando l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Le estati in Europa sono sempre più torride, con ondate di calore che mettono a dura prova la salute dei cittadini e la resilienza delle nostre città. In un mondo che si scalda, l’adattamento climatico in città non è più un’opzione, ma una necessità impellente. Di fronte a questo scenario, le amministrazioni urbane stanno sperimentando soluzioni innovative per rendere le nostre metropoli più vivibili. Una di queste è l’introduzione dei rifugi climatici urbani, oasi di refrigerio in mezzo all’asfalto e al cemento. Questi spazi, che combinano design intelligente, natura e tecnologia, rappresentano un elemento cruciale nelle strategie di raffrescamento urbano. Ma cosa sono esattamente e come stanno trasformando il volto delle città europee, da Roma a Barcellona, da Parigi a Lione? Scopriamolo insieme.
Cosa sono i rifugi climatici

I rifugi climatici, o “climate shelters”, sono spazi pubblici o semipubblici, appositamente riprogettati per offrire sollievo dalle alte temperature durante le ondate di calore. Non si tratta semplicemente di parchi o piazze, ma di luoghi progettati con criteri specifici per creare microclimi urbani più freschi e confortevoli.
L’idea alla base è quella di creare una rete di “isole di freschezza” distribuite strategicamente sul territorio, facilmente accessibili a tutti i cittadini, in particolare ai più vulnerabili come anziani, bambini e persone con problemi di salute. Possono essere parchi, biblioteche, scuole, musei, chiese, centri civici, ma anche aree verdi all’interno di stazioni ferroviarie o mercati.
La loro efficacia non deriva da un unico elemento, ma da una combinazione di fattori, che vanno dalla presenza di vegetazione densa all’utilizzo di materiali a bassa riflettività, fino a sistemi di nebulizzazione e ventilazione naturale.
A differenza dei tradizionali luoghi climatizzati, come centri commerciali o cinema, i rifugi climatici sono pensati come beni comuni, aperti e gratuiti. Il loro scopo è mitigare gli effetti dell’isola di calore urbana, un fenomeno per cui le aree edificate, a causa dell’assorbimento e del rilascio del calore da parte di asfalto e cemento, hanno temperature significativamente più alte rispetto alle zone rurali circostanti. L’integrazione di questi spazi nella pianificazione urbana è fondamentale per garantire che ogni cittadino possa raggiungere un rifugio entro una distanza ragionevole, spesso misurata in minuti a piedi.
Spazi pubblici freschi, accessibili, con vegetazione e ventilazione
La progettazione dei rifugi climatici si basa su principi di bioclimatica e sostenibilità. Un elemento chiave è la presenza di vegetazione, che contribuisce al raffrescamento attraverso l’ombreggiamento e il processo di evapotraspirazione. Grandi alberi con chiome dense, aiuole fiorite e pareti verdi non solo abbelliscono lo spazio, ma agiscono come veri e propri condizionatori naturali.
L’acqua gioca un ruolo cruciale: fontane, specchi d’acqua o sistemi di nebulizzazione a micro-gocce possono abbassare la temperatura dell’aria circostante di diversi gradi.
Oltre alla vegetazione e all’acqua, la scelta dei materiali è essenziale. Vengono preferiti materiali chiari, che riflettono la luce solare invece di assorbirla, e pavimentazioni permeabili che riducono il ruscellamento e favoriscono l’infiltrazione dell’acqua nel terreno.
L’arredo urbano è pensato per il comfort, con panchine fresche realizzate in materiali che non si surriscaldano al sole, come il legno o il metallo trattato. L’obiettivo è creare un ambiente che non solo sia termicamente confortevole, ma anche socialmente inclusivo, dove le persone possano sostare, socializzare e riposarsi in sicurezza.
L’accessibilità è un’altra priorità: i rifugi devono essere privi di barriere architettoniche per accogliere persone con disabilità o mobilità ridotta.
Criteri di progettazione e comfort estivo
I criteri di progettazione dei rifugi climatici mirano a massimizzare il comfort estivo riducendo al minimo il consumo energetico. Si basano su una combinazione di soluzioni passive e, in alcuni casi, attive. Le strategie passive includono:
- l’orientamento degli edifici e degli spazi,
- la massimizzazione dell’ombreggiamento naturale,
- la promozione della ventilazione trasversale.
L’uso di coperture verdi, tetti bianchi e facciate ventilate contribuisce a isolare gli edifici e a ridurre il loro fabbisogno energetico.
La creazione di rifugi termici all’interno di edifici esistenti, come le biblioteche pubbliche, richiede interventi specifici. Spesso si tratta di migliorare l’isolamento, installare vetri a controllo solare e implementare sistemi di ventilazione ibridi che sfruttano sia il movimento naturale dell’aria che, se necessario, la ventilazione meccanica.
In alcuni casi, vengono installati sensori che monitorano in tempo reale temperatura e umidità, fornendo dati preziosi per ottimizzare il funzionamento e dimostrare l’efficacia delle soluzioni adottate. Questo approccio basato sui dati consente alle città di adattare e migliorare continuamente la loro rete di rifugi.
Tabella. Componenti del rifugio climatico: elementi obbligatori, optional, costi indicativi al m²
Componente | Elementi obbligatori | Elementi optional | Costi indicativi al m² |
Vegetazione | Alberi ad alto fusto, aiuole | Tetti verdi, pareti verdi | 100-300 € |
Superfici | Pavimentazioni permeabili, materiali chiari | Pavimentazioni fotocatalitiche | 50-150 € |
Acqua | Fontane ornamentali, punti d’acqua potabile | Sistemi di nebulizzazione, specchi d’acqua | 200-500 € |
Arredo | Panchine ombreggiate, aree di sosta | Apparati per il fitness, aree gioco | 30-100 € |
Tecnologia | Sensori per monitoraggio (temperatura, umidità) | Pannelli solari, sistemi di raffrescamento passivo | 150-400 € |
Nota. I costi sono indicativi e possono variare notevolmente a seconda della complessità del progetto, dei materiali scelti e della manodopera locale. Un rifugio più semplice, basato principalmente su vegetazione e arredo, avrà costi inferiori rispetto a un’area con sistemi di nebulizzazione e pavimentazioni avanzate.
Impatti sulla salute e sul microclima urbano
L’impatto dei rifugi climatici va ben oltre il semplice comfort. Le ondate di calore sono una grave minaccia per la salute pubblica, infatti stanno causando un aumento di malori, colpi di calore e persino decessi, specialmente tra le fasce più deboli della popolazione. Secondo l’EEA (European Environment Agency), le ondate di calore sono responsabili di migliaia di morti premature ogni anno in Europa.
I benefici dei rifugi climatici sono particolarmente evidenti per le fasce più vulnerabili della popolazione. Gli anziani, spesso meno autonomi e con difficoltà a spostarsi, traggono enorme vantaggio dalla vicinanza di questi spazi. Biblioteche e centri sociali che fungono da rifugi offrono un ambiente fresco e confortevole, riducendo l’esposizione al caldo estremo che può aggravare condizioni di salute preesistenti. Allo stesso modo, i bambini possono giocare in sicurezza in aree ombreggiate e fresche, protetti dai rischi di colpi di calore. La presenza di spazi verdi e acqua li incoraggia a trascorrere più tempo all’aria aperta anche nelle giornate più calde. Inoltre i rifugi sono pensati anche per chi vive in condizioni di disagio abitativo, come le persone senza fissa dimora, o per chi dispone di risorse economiche limitate e non può contare sull’aria condizionata nelle proprie abitazioni.
L’approccio è stato adottato con grande successo in diverse città europee a partire da Barcellona, che ha creato per prima una rete capillare di oltre 350 rifugi, tra cui scuole e parchi, per proteggere i cittadini più a rischio. Anche a Lione, il progetto delle “isole di freschezza” ha trasformato spazi pubblici in oasi di refrigerio, dimostrando come la pianificazione urbana possa contribuire direttamente al benessere sociale e alla salute pubblica. Parigi conta più di 1.400 punti dedicati a rifugio, che si dividono tra parchi, giardini, zone d’ombra e punti d’acqua.
In Italia, città come Roma, Firenze, Napoli, Torino e Bologna hanno avviato progetti per la creazione di rifugi climatici, spesso trasformando spazi già esistenti e integrandoli in una rete più ampia. Un’analisi de Il Post sottolinea come l’approccio italiano si stia concentrando sulla riqualificazione di piazze, giardini e biblioteche, dimostrando un impegno crescente verso l’adattamento urbano.
Tabella casi studio: città, numero rifugi, effetto misurato (°C, uso, feedback)
Città | Numero rifugi | Effetto misurato | Uso e feedback |
Parigi | Oltre 1.400 | Riduzione della temperatura percepita (dati in continuo monitoraggio) | La rete include parchi, giardini, piscine pubbliche, strutture mobili ombreggianti e punti d’acqua per un’ampia fruibilità. |
Barcellona | Oltre 350 | Riduzione fino a 5 °C | Molto elevato, i cittadini li usano regolarmente per trovare sollievo durante le ondate di calore. |
Lione | Oltre 50 | Riduzione di 2-5 °C | Particolarmente apprezzati nelle aree densamente popolate e nelle scuole, con feedback positivi. |
Firenze | 44 | Dati in corso di misurazione | Giardini, parchi e biblioteche con ombreggiatura superiore al 70% e acqua potabile, mappati in una piattaforma interattiva. |
Bologna | Oltre 15 | Dati in corso di misurazione | Spazi in aree verdi e biblioteche con aria condizionata, segnalati in un volantino digitale con coordinate GPS. |
Milano | Case di Quartiere | Dati in corso di misurazione | Centri di accoglienza estiva che offrono riparo e socialità, con particolare attenzione alle persone fragili e anziane. |
Torino | Centri d’Incontro | Dati in corso di misurazione | Rete di spazi climatizzati gestiti dalle Circoscrizioni, aperti per tutta l’estate e con elenco consultabile online. |
Roma | 17 piscine comunali | Dati in corso di misurazione | Ingressi gratuiti per gli over 70, parte del Piano Caldo 2025 in vista del Giubileo. |
Napoli | Mappatura di oltre 28 luoghi | Dati in corso di raccolta | Progetto indipendente dell’associazione Cleanap, con feedback positivo per la sua utilità. |
Riduzione stress termico, benefici per anziani e bambini
La crescente rete di rifugi climatici in Europa non è solo un’infrastruttura di raffrescamento, ma una vera e propria strategia di salute pubblica. Questi spazi, progettati con intelligenza e sensibilità, offrono un sollievo immediato e tangibile a chi ne ha più bisogno. Oltre a mitigare il calore, il loro impatto si riflette direttamente sul benessere delle fasce più vulnerabili della popolazione. Vediamo quindi come questi luoghi stiano concretamente riducendo lo stress termico e offrendo un rifugio sicuro per anziani e bambini, trasformando la percezione e la vivibilità delle nostre città.
Abbassamento temperatura percepita (fino a –5 °C)
L’impatto più tangibile dei rifugi climatici è l’abbassamento della temperatura percepita, che può raggiungere fino a -5 °C rispetto alle aree circostanti non trattate. Questo effetto è il risultato della combinazione di ombreggiamento, ventilazione, evapotraspirazione e l’uso di materiali a bassa irradiazione. In più come riporta l’EPA (United States Environmental Protection Agency), la presenza di alberi e aree verdi contribuisce a ridurre sia la temperatura del suolo sia quella dell’aria, grazie all’ombra prodotta e al processo di evapotraspirazione. Le superfici coperte dalla vegetazione risultano infatti fino a 11-25 °C più fresche rispetto a materiali esposti direttamente al sole nei momenti di massimo calore.
Sebbene la riduzione della temperatura dell’aria circostante possa essere più modesta (nell’ordine di 1-3 °C), il vero beneficio si misura in termini di “temperatura operativa“, che tiene conto anche del calore radiante. In un’area densamente edificata e assolata, la sensazione di calore è data non solo dalla temperatura dell’aria, ma anche dal calore irradiato dalle superfici circostanti (asfalto, muri di cemento). I rifugi climatici, riducendo il calore radiante, rendono l’ambiente molto più sopportabile per il corpo umano.
Questo approccio offre una soluzione sostenibile e a lungo termine, in contrasto con l’uso massiccio di aria condizionata, che aumenta il consumo energetico, le emissioni di gas serra e l’effetto dell’isola di calore urbana.
Video: Barcellona: ridisegnare la città per affrontare i cambiamenti climatici
Il video documenta un viaggio a Barcellona per esplorare le strategie della città per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Spiega come la città stia implementando corridoi verdi e rifugi climatici per affrontare le ondate di calore, riducendo le temperature urbane e migliorando la qualità dell’aria. Vengono presentate iniziative specifiche come il progetto di foresta urbana nel campus dell’Università Autonoma di Barcellona, finanziato dall’UE, che mira a promuovere la silvicoltura urbana.
Lo sapevi? I rifugi climatici urbani sono parte integrante delle strategie dell’Unione Europea per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. L’UE sta finanziando numerosi progetti attraverso programmi come LIFE e Horizon Europe per aiutare le città a implementare soluzioni basate sulla natura e sull’innovazione per affrontare l’aumento delle ondate di calore.
In sintesi
I rifugi climatici non sono solo una risposta alle ondate di calore, ma rappresentano un nuovo paradigma nella pianificazione urbana, incentrato sulla resilienza, l’inclusione e la sostenibilità. Sono spazi pubblici progettati per offrire refrigerio e inclusione sociale in un clima che cambia, trasformando le nostre città da giungle di cemento in oasi di benessere. Non si tratta solo di abbassare la temperatura, ma di costruire comunità più forti e luoghi più vivibili per tutti. La loro diffusione in Europa dimostra che, di fronte alle sfide del clima, le città possono e devono diventare parte della soluzione, in grado di offrire la speranza per un futuro più fresco.