Cultura e sostenibilità: la mission dei musei verdi è quella di coniugare questi due concetti chiave nella crescita e nella maturazione di ognuno. Limitarsi a conservare passivamente, oggi, non è più sufficiente. Occorre anche sensibilizzare in maniera attiva.
Arte, storia, scienza… il museo è, da sempre, custode del nostro patrimonio. Rappresenta un ponte solido tra il passato e le generazioni future. Nell’era della crisi climatica, il suo ruolo è in profonda trasformazione. Limitarsi a conservare, non è più sufficiente. Il museo ha un compito nuovo da portare avanti: deve agire, assumendo una responsabilità etica, e pratica, nei confronti dell’ambiente. In questa ottica, il concetto di museo verde è emerso come nuovo paradigma. L’istituzione culturale per antonomasia non si limita più a ridurre il proprio impatto ambientale, bensì agisce attivamente come potente agente di cambiamento culturale e sociale.
L’impegno verso la sostenibilità si manifesta in una duplice azione. Da un lato, tramite l’efficienza energetica dell’edificio; l’ottimizzazione dell’uso dell’acqua; la gestione dei rifiuti e la scelta di materiali ecocompatibili. Dall’altro, attraverso una vera e propria missione culturale: curare mostre a basso impatto, sviluppare laboratori educativi a tema ecologico e integrare la sostenibilità. Questa transizione non è solo un imperativo morale, ma anche una scelta strategica. Adottare pratiche green porta a un risparmio economico significativo, per realtà generalmente molto impattanti. Ciò si deve alla minore spesa per acqua ed energia, nonché alla riduzione della produzione di rifiuti.
I 3 pilastri del museo verde: edificio, collezioni e comunità
Il percorso di trasformazione ed evoluzione in museo verde si articola tipicamente in tre macro-aree, diverse eppure interconnesse, le quali toccano ogni aspetto della vita museale. Tutte le dimensioni di questi luoghi devono infatti diventare maggiormente sostenibili, se si vuole rendere onore all’aggettivo verde che affianca il nome, e non limitarsi a portare avanti l’ennesima strategia di greenwashing.
- Sostenibilità dell’edificio e delle infrastrutture. Punto di partenza forse scontato. L’impronta carbonica di un museo è spesso legata ai suoi consumi. In particolare, al mantenimento delle condizioni microclimatiche ideali per la conservazione delle opere. Le strategie di sostenibilità devono includere: efficienza energetica; gestione idrica e dei rifiuti; scelta dei materiali e del design. Numerosi poli stanno optando per illuminazione a LED; isolamento termico avanzato; sistemi HVAC (riscaldamento, ventilazione e aria condizionata) ad alta efficienza ed energie rinnovabili. L’acqua piovana può essere recuperata per irrigare e la plastica monouso ridotta, o proibita.
- Attività sostenibili. La sostenibilità deve permeare anche l’attività centrale del museo: l’offerta culturale. Può farlo grazie ad allestimenti a basso impatto, come utilizzo di materiali modulari e riutilizzabili, riduzione degli sprechi legati al set-up e/o allo smantellamento; mostre a tema ambientale che trattino esposizioni riguardanti i temi del cambiamento climatico, della biodiversità e del consumo consapevole; programmazione educativa volta a rendere il museo una piattaforma di consapevolezza ecologica.
- Sostenibilità sociale e coinvolgimento della comunità. Un museo sostenibile è socialmente responsabile. Questo pilastro si concentra sul benessere delle persone e sull’impatto sul territorio. Occorre garantire che il museo sia inclusivo e accessibile a tutti, tanto economicamente quanto fisicamente e culturalmente. Occorre creare un ambiente di lavoro equo e sano, ponendo attenzione alla parità di genere, oltre che alla formazione sulla sostenibilità. L’ente culturale dovrebbe contribuire all’economia circolare del territorio che serve, promuovendo partnership con aziende e fornitori locali.
Griglia della sostenibilità per un museo all’avanguardia
AMBITO DI INTERVENTO | MIGLIORE PRATICA | BENEFICIO AMBIENTALE, ECONOMICO O SOCIALE |
ENERGIA | Installazione di illuminazione a LED, con sensori di presenza e luminosità. Utilizzo di pannelli fotovoltaici sul tetto. | Riduzione significativa dei consumi elettrici e conseguente risparmio sui costi della bolletta. |
ALLESTIMENTI | Impiego di materiali riciclati o riciclabili e progettazione di strutture modulari o riutilizzabili per mostre temporanee. | Drastica diminuzione dei rifiuti post-mostra e importante taglio dei costi per nuovi allestimenti. |
PROGRAMMAZIONE | Creazione di percorsi tematici sulla sostenibilità nelle collezioni permanenti. Organizzazione di laboratori di upcycling per bambini e famiglie. | Sensibilizzazione del pubblico, aumento dell’engagement e attrazione di nuovi visitatori attenti alla tematica ambientale. |
GESTIONE | Eliminazione della plastica monouso nella caffetteria e adozione di un sistema di raccolta differenziata avanzata per i visitatori. | Riduzione della plastica destinata alla discarica. Deciso miglioramento dell’immagine e reputazione del museo. |
MERCHANDISING | Vendita di prodotti realizzati da artigiani locali, con materiali sostenibili, tra le proposte del bookshop. | Supporto all’economia locale e offerta di prodotti unici, in linea con la missione del museo verde. |
La tabella non è una Bibbia, ma mostra con accuratezza alcune possibili strategie di trasformazione del museo, in chiave sostenibile. La riduzione dei costi in bolletta dell’energia elettrica può arrivare anche a toccare il 60%, a riconversione completa degli impianti. Facendo uso di cartone o legno certificato FSC nell’allestimento delle mostre si potrà contare su moduli riutilizzabili ed evitare di doverli gettare al termine di ogni singola esposizione.
Non solo costi: il ritorno economico dell’investimento in sostenibilità
I direttori di musei e gallerie d’arte hanno ritenuto, per anni, che la sostenibilità fosse un puro costo aggiuntivo. Oggi tale convinzione, basata su assunzioni comprensibili da un punto di vista meramente economico-finanziario, è superata.
L’investimento in pratiche green genera un evidente ritorno economico, che si manifesta in molteplici forme e permette di ammortare i costi della loro adozione. Innanzitutto, vi sono i risparmi diretti, derivanti dalla diminuzione delle bollette energetiche e dalla gestione più efficiente di materiali e forniture. In seconda battuta, troviamo quelli indiretti legati al lungo periodo, come il rilancio dell’economia circolare locale e l’intercetto di agevolazioni e finanziamenti.
Un museo che dimostra un solido piano di sostenibilità ha maggiore facilità di accesso a fondi europei, nazionali e regionali dedicati alla transizione ecologica. Attira inoltre, più facilmente, sponsorizzazioni green da parte di aziende desiderose di allineare il proprio marchio a valori di responsabilità ambientale. Ancora più significativo, poi, è il valore reputazionale. La sostenibilità attira un pubblico nuovo, come giovani e visitatori più consapevoli, i quali scelgono le istituzioni culturali anche in base ai loro valori etici.
Un report ICOM (International Council of Museums) stima che i musei con un forte programma di sostenibilità vedano un aumento della fedeltà dei visitatori del 15%. Essere verdi non significa soltanto fare la cosa giusta, bensì anche posizionarsi come leader culturale e punto di riferimento etico, nella società contemporanea.
Il caso del MUSE di Trento: eccellenza italiana dei musei verdi
In Italia e nel mondo, diversi musei verdi sono già diventati modelli di riferimento. Il MUSE – Museo delle Scienze di Trento è un’eccellenza nazionale. A livello internazionale, invece, istituzioni come il Rijksmuseum di Amsterdam o il Leopold Museum di Vienna dimostrano come sostenibilità e prestigio culturale possano coesistere. La sostenibilità per un museo non è solo un trend. Rappresenta la garanzia di poter curare il patrimonio del passato, al fine di renderlo accessibile al pubblico del futuro, su un pianeta ancora sano e vivibile. Per comprendere l’impatto pratico della sostenibilità in luoghi simili, guardiamo proprio al MUSE.
Progettato dall’architetto Renzo Piano, la casa d’arte non è solo un contenitore per la scienza, bensì anche un esempio di architettura sostenibile. Il complesso è certificato LEED Gold, uno standard internazionale per l’edilizia green, e vanta scelte progettuali e gestionali mirate:
- il museo sfrutta l’energia geotermica per il riscaldamento e il raffrescamento. Sono stati installati pannelli fotovoltaici per coprire una parte significativa del suo elevato fabbisogno energetico;
- l’edificio è dotato di sistemi avanzati di recupero dell’acqua piovana, utilizzata per irrigare le aree verdi e far funzionare tutti i servizi non potabili;
- Nella costruzione si sono impiegati principalmente materiali provenienti dal territorio trentino, allo scopo di ridurre l’impatto ambientale legato al trasporto e rilanciare l’economia locale.
La missione del MUSE è inseparabile dalla sostenibilità. Il museo si concentra essenzialmente sulla biodiversità alpina, le sfide climatiche globali e la necessità di un nuovo equilibrio tra uomo e natura. L’edificio e le sue esposizioni si fondono idealmente e concretamente, trasformando il MUSE in un potente strumento di educazione alla sostenibilità. Questa è una tangibile dimostrazione del fatto che il museo del futuro deve giocare un nuovo ruolo: quello di laboratorio attivo per un mondo più equo.