Pixel di Adform

Chiudi
Cerca nel sito:

Rifiuti agricoli: riciclo e utilizzo sostenibile in agrivoltaico

Raccolta nei campi
Condividi l'articolo

La sostenibilità è oggi più che mai una priorità assoluta, in qualunque settore, compreso ovviamente anche quello agricolo. La crescente consapevolezza dell’impatto ambientale delle attività agricole ha spinto gli agricoltori a cercare soluzioni innovative per ridurre i rifiuti e massimizzare al contempo l’utilizzo delle risorse. Un approccio emergente che sta guadagnando sempre più terreno negli ultimi anni è l’integrazione tra agricoltura e produzione di energia sostenibile, noto come agrivoltaico. Questa pratica non solo contribuisce alla produzione di energia pulita ma offre anche opportunità per il riciclo e l’utilizzo sostenibile dei rifiuti agricoli. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Indice

Cosa si intende con agrivoltaico

Il ruolo dei rifiuti nell’agrivoltaico

Il riciclo di materiali e imballaggi

La sinergia tra energia e agricoltura

Vantaggi e limiti dell’agrivoltaico

L’agrivoltaico in Italia

Cosa si intende con agrivoltaico

Il settore agrivoltaico permette di produrre energia fotovoltaica nelle stesse aree dove ci sono attività agricole: ecco come vengono utilizzati gli scarti.
File di alberi da frutto

L’agrivoltaico è una forma di coltivazione che combina la produzione di energia fotovoltaica con l’agricoltura su terreni condivisi. L’utilizzo di pannelli solari sopra i campi agricoli non solo genera energia pulita ma offre anche vantaggi agli agricoltori in termini di miglioramento della resa delle colture e gestione sostenibile delle risorse idriche. Tuttavia, uno degli aspetti più interessanti di questa pratica è anche la possibilità di gestire i rifiuti agricoli in modo efficiente.

Il ruolo dei rifiuti nell’agrivoltaico

L’agricoltura produce una quantità significativa di rifiuti, che vanno dai residui di raccolto ai materiali di imballaggio. In molti casi, questi scarti finiscono nelle discariche. Tuttavia, nell’ambito dell’agrivoltaico, questi rifiuti possono essere trasformati da elementi “passivi” a risorse attive.

Uno degli approcci principali è l’utilizzo dei residui di raccolto come biomasse per la produzione di energia. In molti casi, le parti delle piante che non sono adatte al consumo umano possono essere convertite in biogas o utilizzate come materia prima per la produzione di biocarburanti. Nel primo caso, le biomasse possono essere sottoposte a un processo di digestione anaerobica, che comporta la decomposizione microbica della materia organica in assenza di ossigeno, generando per l’appunto biogas come sottoprodotto. Il biogas, composto principalmente da metano, può essere utilizzato come fonte di energia rinnovabile per la generazione di elettricità e calore. Per quanto riguarda i biocarburanti invece le biomasse possono essere trasformate attraverso processi chimici o termici, creando così una fonte di energia rinnovabile per alimentare macchinari agricoli o altri veicoli.

Questo tipo di pratiche non solo riduce la dipendenza da fonti di energia non rinnovabili ma crea anche un ciclo chiuso in cui i rifiuti agricoli diventano una risorsa preziosa.

I riciclo di materiali e imballaggi

Un altro aspetto critico della gestione dei rifiuti agricoli è la questione degli imballaggi. I materiali di imballaggio utilizzati nell’industria agricola, come plastica e cartone, spesso contribuiscono in modo significativo ai rifiuti. Tuttavia, nell’ambito dell’agrivoltaico, c’è spazio per soluzioni innovative di riciclo.

I materiali di imballaggio possono essere riciclati e utilizzati per la costruzione e la manutenzione delle infrastrutture legate all’agrivoltaico. Ad esempio, la plastica può essere riciclata per la produzione di supporti per i pannelli solari o materiali di copertura per le serre.

La sinergia tra energia e agricoltura

Ecco in che modo il settore agrivoltaico sfrutta gli scarti della produzione agricola per produrre energia.
Una mucca in un allevamento

La sinergia tra energia e agricoltura nell’ambito dell’agrivoltaico non solo offre benefici ambientali ma anche economici. Gli agricoltori possono diversificare le loro entrate partecipando alla produzione di energia pulita, mentre le aziende energetiche possono contribuire a promuovere la sostenibilità e ridurre la loro impronta ambientale. Questa sinergia crea un ciclo virtuoso in cui energia e agricoltura lavorano insieme per massimizzare i benefici reciproci.

Vantaggi e limiti dell’agrivoltaico

Nonostante i vantaggi evidenti dell’agrivoltaico nel riciclo e nell’utilizzo sostenibile dei rifiuti agricoli, ci sono ancora sfide da affrontare. La tecnologia e l’infrastruttura necessarie per implementare con successo questa pratica richiedono investimenti significativi. Tuttavia, a lungo termine, i benefici economici e ambientali possono superare di gran lunga i costi iniziali.

Inoltre, è essenziale promuovere la consapevolezza e l’adozione di queste pratiche tra gli agricoltori, le aziende energetiche e la società nel suo complesso. Programmi educativi e incentivi possono svolgere un ruolo chiave nell’accelerare l’adozione dell’agrivoltaico e nella promozione di un approccio più sostenibile alla gestione dei rifiuti agricoli.

L’agrivoltaico in Italia

L’uso combinato di agricoltura e produzione di energia sostenibile non rappresenta una novità assoluta: sono in realtà diversi anni che anche nel nostro Paese si stanno esplorando i vantaggi potenziali derivanti dalla sinergia tra attività agricole e generazione di energia verde. Di agrivoltaico si è cominciato a parlare nell’ormai lontano 1982, quando Adolf Goetzberger, fondatore dell’Istituto Fraunhofer per i Sistemi Energetici Solari ISE, iniziò ad approfondire gli studi in questo ambito. Successivamente, circa due decenni dopo, si registrò il primo esempio di implementazione dell’agrivoltaico in Italia, precisamente in Puglia, una delle prime regioni in Europa a testare questa modalità con l’installazione di un impianto pionieristico che poteva vantare una capacità complessiva di 1 megawatt.

Il numero di tali impianti ha continuato a crescere costantemente nel corso degli ultimi anni e attualmente essi sono considerati uno degli elementi chiave per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Se in apparenza si potrebbe pensare che l’installazione di tali impianti porti al consumo del suolo, soprattutto se si considera l’utilizzo di aree destinate all’agricoltura o al pascolo, la realtà è diversa. Gli esperti, basandosi sui dati a nostra disposizione, sottolineano che il consumo del suolo in questo contesto è in realtà del tutto trascurabile e non genera alcuna preoccupazione. Anzi, l’agrivoltaico può rappresentare un potenziale stimolo per la produttività di numerose colture.

TI È PIACIUTO QUESTO ARTICOLO?
Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere aggiornamenti sulle novità e sulle storie di rigenerazione territoriale:

Condividi l'articolo
Alberto Muraro

Ultime Notizie

Cerca nel sito